Stramer – vita e sorti di una famiglia di ebrei polacchi

Stramer

Nathan Stramer torna a Tarnów per amore. O perlomeno è quello che racconta a sé stesso. Di certo, appena rimette piede in Polonia è a una donna che pensa, la bella Rywka. E la sposa. Anche se è tornato dall’emigrazione con le pive nel sacco, è sempre all’America che pensa. Immagina business strampalati, impreca in inglese, nelle difficoltà della vita quotidiana nella provincia polacca ripensa al fratello Ben, che in America ci è rimasto. E nel frattempo mette su famiglia. La piccola casa in cui abita con Rywka nella parte più povera del quartiere ebraico di Tarnów si riempie di bambini: Rudek, Salek, Hesio, Rena, Wela, Nusek. Sono loro gli eroi involontari di questo grande romanzo di Mikołaj Łoziński, premiato come miglior libro del 2019 da Magazyn Książki. Sono loro gli Stramer.

I lettori italiani più attenti alle cose polacche sparse qua e là forse ricorderanno il cognome di Łoziński dal momento che i tipi di Atmosphere libri hanno pubblicato nel 2015 il suo romanzo d’esordio, Libro, nella traduzione di Laura Rescia. In quel primo romanzo, Łoziński stendeva le vicende di tre generazioni di una famiglia polacca di religione ebraica che parte da prima della guerra, passa per i sopravvissuti all’Olocausto e arriva fino al marzo ’68, ultima pagina nera del destino degli ebrei polacchi. Con Stramer, Łoziński resta negli stessi climi, fa un passo indietro nel tempo e uno avanti nella sua capacità letteraria, sfornando uno dei libri migliori degli ultimi anni.

Continua a leggere

80 Condivisioni

Ritratto di Witkacy

Witkacy Witkiewicz

“Było nas trzech, Witkiewicz, Bruno Schulz i ja, trzech muszkieterów polskiej awangardy z okresu międzywojennego” (eravamo in tre, Witkiewicz, Bruno Schulz e io, i tre moschettieri dell’avanguardia polacca tra le guerre). È così che Witold Gombrowicz definisce, nelle pagine del suo Dziennik due dei suoi compagni. Insieme formarono davvero un trio rivoluzionario all’interno della storia della letteratura polacca. Simili eppure diversi, rappresentarono -ma continuano a farlo – la voce discordante di chi voleva il cambiamento. Oltre all’immagine dei tre spadaccini di Dumas, a me piace considerarli anche come un Donchisciotte con tre personalità, accomunate tutte, però, dalla lotta contro i mulini a vento – o il peso di una letteratura da rinnovare.

Continua a leggere

184 Condivisioni

Lala – Cent’anni di solitudine lungo la Vistola

C’è un romanzo che in Polonia sembra abbia letto praticamente chiunque, uno di quei libri che a distanza di anni fa ancora parlare di sé, conosce continue ristampe e nuove edizioni, e non è raro notare la sua copertina impegnata a celare un volto concentrato di lettore (o lettrice) sulla metropolitana di Varsavia. Si tratta di Lala, l’opera più nota di Jacek Dehnel, uno degli autori più raffinati dell’odierno panorama letterario in Polonia, e che nel 2010 è arrivato in Italia nella traduzione di Raffaella Belletti per i tipi di Salani. Non sembra che Lala abbia conquistato i lettori nostrani, forse per via di un lancio infelice o a causa della sua essenza di libro capriccioso, ostile ai generi e ricco di rimandi e rintocchi al limite del caleidoscopico. Lala va affrontato con pazienza, coscienza e con un po’ di retroterra per non finire travolti dal fiume di parole, nomi, oggetti e rimandi che Dehnel cesella in punta di penna con una lingua straordinariamente elegante e che rischiano di apparire riferimenti senza senso o orpelli autoriferiti. Oggi su PoloniCult proviamo a ridare vita a Lala partendo proprio da questo.

Continua a leggere

277 Condivisioni

Guida storica della Polonia a scaffale

Una minima, anzi minimale, guida a “Storia della letteratura polacca” Immaginiamo di essere dei novelli studenti di polonistica, o anche dei semplici autodidatti interessati alle culture slave, e di fare una ricerca bibliografica per recuperare tutti i possibili sussidi utili a formarsi una conoscenza almeno basilare della letteratura polacca. Un…

Continua a leggere

0 Condivisioni

Ryszard Kapuściński La missione del raccontare

Primo viaggio nel mondo del reportage polacco. – di Salvatore Greco – È tempo di allontanarsi un po’ dallo scaffale della poesia. Che Szymborska vi abbia coinvolto o annoiato, ora c’è da fare un passo nel fango, a bordo di treni sovraffollati in Lettonia, nel caldo della foresta pluviale o…

Continua a leggere

0 Condivisioni

Wisława Szymborska. Le piccole cose in versi.

Sfogliare la poesia per sfogliare la Polonia di Salvatore Greco Il primo passo che deve fare chi si avvicina alla Polonia a scaffale è un passo fisico verso uno scaffale fisico. Il passo, appunto, che da qualsiasi scaffale di qualsiasi libreria stiate visitando vi porta verso lo scaffale della poesia.…

Continua a leggere

0 Condivisioni

La Polonia a scaffale

Welcome to the (Polish) Jungle (consiglio subliminale). La prima cosa che prova chi –da semplice curioso o studente alle prime armi- cerchi di approcciarsi agli scrittori polacchi in Italia è un sentimento ascrivibile a una o più sfumature di frustrazione. Il motivo è presto detto: la letteratura polacca tradotta e…

Continua a leggere

0 Condivisioni