Żyrardów – la città di una fabbrica, la fabbrica di una città

Zyrardow cover

Nelle stazioni della rete suburbana di Varsavia, si possono incontrare due tipi di treni. I primi sono rossi, piccoli, bene illuminati, pieni di pendolari e biciclette, e a volte anche di turisti con la valigia. Sono i treni della Szybka Kolej Miejska, la linea urbana veloce che collega le stazioni interne della capitale polacca a quelle dell’hinterland metropolitano. I locali li chiamano eskaemki, sonorizzando le consonanti della sigla, SKM appunto, e aggiungendo quel suffisso –ki (ka, al singolare) che sa un po’ di vezzeggiativo. Poi ci sono dei treni un po’ più vecchi, dipinti di un verde che un tempo deve essere stato brillante, spesso la luce dentro è scarsa, e li popolano perlopiù lavoratori stanchi o assonnati che arrivano a Varsavia da un po’ più lontano. Sono i treni delle ferrovie della Masovia, Koleje Mazowieckie, e nel gergo dei pendolari sono i kaemki.

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Wojtek Miłoszewski – la forza della semplicità

Avrei dovuto incontrare Wojtek Miłoszewski in un caffè-libreria del mio quartiere, Mokotów. Un locale indipendente, dove i baristi ti salutano perché ne hanno voglia e non per policy aziendale, e dove la musica non è la solita playlist di jazz senz’anima, ma una scelta piuttosto curata di indie-rock e sonorità affini. Può piacere o non piacere, ma almeno non puzza di plastica. Purtroppo, però, i tempi sono quelli che sono, e da cittadini responsabili, ci siamo accordati per telefono.

Per chi non lo sapesse, Wojtek Miłoszewski è l’autore (a oggi) di quattro libri di grande successo in Polonia, che insieme hanno venduto quasi mezzo milione di copie. Attualmente sono tutti ancora inediti in Italia, dove i suoi diritti sono gestiti da Nova Books Agency.

Dei quattro romanzi di Wojtek Miłoszewski, uno è l’hard-boiled Kastor, ambientato a Cracovia nel 1990 e intriso di un cupo, ma efficacissimo, umorismo. Gli altri tre libri sono altrettanti capitoli di una political fiction dal ritmo molto intenso e che parte da un what if originale, ma al contempo abbastanza verosimile da fare dubitare che si tratti davvero di fiction: cosa succederebbe se la Russia invadesse la Polonia ai giorni d’oggi?

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La gara della monetina

Per tutti – tifosi e appassionati – è la partita più importante della storia del club. Nel quadro complessivo del calcio polacco, assume un posto di straordinaria importanza. In generale, visto l’epilogo, si tratta di una delle gare più incredibili di sempre. E oggi, 22 aprile 2020, ricorre il suo 50esimo anniversario. È passato mezzo secolo dal romanzesco terzo (sì, terzo) atto della semifinale di Coppa delle Coppe tra Górnik Zabrze e Roma, vinto dagli slesiani in seguito all’iconico lancio della monetina: vi si era dovuti ricorrere perché, neppure dopo mezzora di tempi supplementari, erano bastati per decretare il vincitore. Al termine di 330’ suddivisi in tre match, di cui l’ultimo da 120’ sul campo neutro di Strasburgo, si era ancora in parità (1-1, 2-2 e 1-1 i risultati delle singole sfide). A spuntarla, insomma, furono Lubański e compagni, che poi si arresero in finale al Prater di Vienna di fronte al Manchester City.

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Buon compleanno Lato!

Grzegorz Lato

I campionati iridati del 1974, per molti, hanno rappresentato il massimo: il calcio più bello, i giocatori più forti, partite memorabili. Ebbene, di quella edizione, il protagonista si laureò capocannoniere con 7 reti. Velocità, concretezza, senso del gol: lo scorso 8 aprile ha compiuto 70 anni Grzegorz Lato, funambolica ala della Polonia più bella di sempre, quella arrivata terza ai mondiali alle spalle di Germania Ovest e Paesi Bassi. Un’icona del decennio, ricordato da tanti tifosi azzurri per le sfide con la nazionale e non solo per i pochi capelli che, già al tempo, aveva. Della selezione biancorossa, a proposito, fece parte anche a Spagna ’82, dove vinse un’altra medaglia di bronzo. “Vecchio” e “scarsocrinito” – dicevano di lui i media. Aveva 32 anni. Altri tempi, se si considera che, ora, “vecchio” a Messi (33 anni) e a Cristiano Ronaldo (35) non lo dice nessuno.

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Il fantasma di Cracovia – storia di un serial killer della PRL

Mazurkiewicz - il fantasma di Cracovia

L’hanno chiamato il fantasma di Cracovia o l’assassino elegante. In un libro la storia del serial killer più feroce del Novecento in Polonia – di Salvatore Greco – Un giorno di settembre, un uomo di nome Stanisław Łobudziński arriva all’ospedale di Solec a Varsavia a bordo della sua Opel Olympia.…

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Film e serie dalla Polonia – quarantena streaming

polacchi-streaming

La Polonia non è poi così lontana, nemmeno in questo momento. Nell’attesa di poter tornare a programmare un weekend nella nostra città polacca preferita (per chi scrive, senza dubbio Cracovia!) o esplorarne di nuove, possiamo comunque fare un viaggio in Polonia attraverso le sue numerose produzioni cinematografiche. Approfittando di questa quarantena, in cui magari si ha più tempo o semplicemente più voglia di scoprire qualcosa di nuovo, ecco una lista delle produzioni polacche presenti sulle principali piattaforme di streaming italiane (disponibili quindi con audio/sottotitoli in italiano, cosa piuttosto rara da trovare). Iniziamo quindi il nostro itinerario di viaggio tra grandi classici da riscoprire e ultime uscite.

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Kronika sportowa – Lo sport polacco alla radio

Kronika sportowa

La radio, da sempre, è un mezzo fondamentale per raccontare lo sport. Ogni paese, in Europa e nel mondo, ha un programma icona a riguardo. Alla famiglia non può che appartenere anche la Polonia. A riguardo, il suo biglietto da visita è Kronika Sportowa, la sua trasmissione radiofonica in materia più longeva, tuttora in onda da lunedì a sabato alle 22.37 su Jedynka, il canale ammiraglia di Polskie Radio, vale a dire l’emittente di bandiera. Ha da poco compiuto 65 anni, età che non dimostra. Grazie alla sua squadra di giornalisti, la maggior parte formati in casa, racconta in venti minuti i fatti sportivi della giornata con contributi in esterna e da studio: professionalità, attenzione ma, soprattutto, ritmo, decretano ancora oggi la buona riuscita del notiziario.

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Kastor – il volto noir della Polonia anni ’90

Kastor

Dicono quelli bravi: il noir è un genere brillante nel modo in cui, con il pretesto di una storia criminale, racconta ambizioni e paure di uno spaccato di società. Se crediamo a questa prospettiva, allora Kastor di Wojtek Miłoszewski (W.A.B. 2018) è davvero un grande noir e un romanzo che tutti dovrebbero leggere per conoscere la Polonia di oggi. Un titolo in grado di fare compagnia a scaffale a gente come il nostro Massimo Carlotto, per dirne una.

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I media sportivi polacchi – la carta stampata

Media sportivi polacchi

Frasi che fanno capire il mondo legato all’informazione sportiva in Polonia, un mercato con molti attori ma che non raggiunge il livello di fanatismo e spionaggio che invece risiede in altri paesi. Non a caso, nelle edicole di tutto il territorio polacco, si può trovare solamente un quotidiano a riguardo, Przegląd Sportowy: il resto dell’offerta è composto da siti internet, alcuni dei quali piuttosto importanti; da (pochi) settimanali dedicati a una singola disciplina e dalla tv, libera e a pagamento (Canal+).

Lo spazio riservato alle singole discipline, invece, dipende dai periodi ed è piuttosto vario. In Polonia, naturalmente, il calcio è lo sport più seguito ma lo żużel (speedway), il salto con gli sci, l’atletica leggera e la pallavolo detengono una fetta considerevole della narrazione arrivando poi a essere il tema di giornata quando sono in programma avvenimenti importanti. Nell’edizione di lunedì 27 gennaio, per fare un esempio, la scomparsa di Kobe Bryant non ha avuto lo spazio principale nella copertina di Przegląd Sportowy in quanto Kamil Stoch, due volte medaglia d’oro olimpica nel salto con gli sci, ha vinto lo stesso giorno la gara di Coppa del Mondo della specialità a Zakopane.

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Janusz Zajdel – l’altro padre della fantascienza polacca

Zajdel

A guardarlo in foto, sembra a tutti un volto familiare. I capelli lunghi, la barba curata, gli occhiali spessi a fondo di bottiglia. Potrebbe essere benissimo un qualche cugino di nostro padre un po’ troppo preso dai Beatles negli anni ’70, o magari un cantautore impegnato. I lettori toscani, umbri, emiliani o di quelle parti lì potrebbero cercare una qualche foto d’epoca di una festa dell’Unità e trovare due o tre uomini lì immortalati che gli somigliano tanto.

Ma l’uomo in foto non è un cantautore, né un fan dei Beatles né tantomeno un militante del Pci dei tempi belli. È invece un fisico polacco, appassionato lettore e scrittore di fantascienza. Uno che a quel genere ha dato tanto, al punto che oggi il più importante premio per la narrativa di fantascienza in Polonia porta il suo nome: premio Janusz Zajdel.

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