Kronika sportowa – Lo sport polacco alla radio

Kronika sportowa

(foto di Alberto Bertolotto dagli studi di Polskie Radio)

Kronika sportowa è stata ed è la prima grande portavoce in Polonia di un mondo ancora pieno di magia: lo sport raccontato alla radio.

di Alberto Bertolotto

La radio, da sempre, è un mezzo fondamentale per raccontare lo sport. Ogni paese, in Europa e nel mondo, ha un programma icona a riguardo. Alla famiglia non può che appartenere anche la Polonia. A riguardo, il suo biglietto da visita è Kronika Sportowa, la sua trasmissione radiofonica in materia più longeva, tuttora in onda da lunedì a sabato alle 22.37 su Jedynka, il canale ammiraglia di Polskie Radio, vale a dire l’emittente di bandiera. Ha da poco compiuto 65 anni, età che non dimostra. Grazie alla sua squadra di giornalisti, la maggior parte formati in casa, racconta in venti minuti i fatti sportivi della giornata con contributi in esterna e da studio: professionalità, attenzione ma, soprattutto, ritmo, decretano ancora oggi la buona riuscita del notiziario.

Kronika Sportowa è andata in onda per la prima volta il 30 novembre del 1954. A idearlo, Konrad Gruda, allora capo della redazione sportiva della radio nazionale. Lo scopo era lo stesso di oggi, né più né meno. In un arco di tempo limitato, si doveva raccontare ciò che era successo nelle ultime 24 ore nel mondo dello sport. Un’idea azzeccata, nata quando Gruda era solito recarsi in un bagno turco in ulica Chmielna a Varsavia. Avvolto nel vapore, il cronista ascoltava le conversazioni dei frequentatori e capì meglio quali eventi sportivi interessavano alle persone.

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Konrad Gruda nel suo studio (archivio)

A riguardo, il primo evento sportivo raccontato via radio risale al 20 febbraio 1927: si trattò di una gara di sci e a darne voce fu Ada Artztowna, cronista che in seguito si occupò anche di altre discipline. Fu una relazione scarna, quanto bastava tuttavia a descrivere cos’era successo sui monti Tatra. Il calcio, invece, passò per la prima volta l’11 agosto 1929. Si trattò dell’amichevole disputata a Poznan tra il Warta – attualmente il secondo club del capoluogo della Wielkoposka – e il Psv Eindhoven (vinta peraltro dai polacchi per 5-2). Il mix tra radio e calcio – la cui popolarità di entrambe crebbe col passare degli anni – venne scelto per la sigla d’apertura di Kronika Sportowa. “Oj, strzelaj, prędzej, strzela… jest!” – che significa “Dai, tira, veloce, tir… gol!”: è un frammento di cronaca della sfida tra Legia Warszawa e Slovan Bratislava, giocata il 19 settembre del 1956 e valida per il primo turno di Coppa dei Campioni. Si riferisce al racconto della seconda rete del Legia, quella che fissa il risultato sul 2-0, segnata da Lucjan Brychczy, leggendario attaccante del club della capitale: a pronunciarla, Tadeusz Pyszkowski, giornalista di Polskie Radio, grande cantore dello sport polacco. Da quell’anno la sigla del programma non è stata più cambiata, contribuendo anche in questo modo a creare su di esso un alone di magia.

Kronika Sportowa fu sempre più seguita anche grazie al potenziamento della redazione sportiva di Polskie Radio: in virtù delle decisioni di Gruda, inviò molti cronisti al seguito di eventi di valore europeo e mondiale, a cominciare dai Giochi Olimpici di Melbourne nel 1956. In questo contesto spiccò Bohdan Tomaszewski, già atleta, precisamente tennista, diventato in seguito giornalista. La sua è stata la voce più autorevole e benvoluta da parte degli ascoltatori: il cronista, scomparso nel 2015, raccontò dal vivo 12 edizioni dei Giochi Olimpici estivi e 11 di quelli invernali, emozionando generazioni di appassionati polacchi e incarnando lo spirito del programma.

Kronika sportowa Tomaszewski

Tomaszewski in diretta dallo stadio

Mieczyslawa Ćwiklińska, una delle più grandi attrici polacche, diventata cieca disse che “La voce di Tomaszewski ripristina la vista”. Un commento che valorizza al meglio il valore del giornalista, il cui lavoro contribuì a rendere Kronika Sportowa un vero e proprio punto di riferimento con il passare delle stagioni nonostante l’avvento della televisione.

A ogni modo, in assenza, spesso, dei filmati, i racconti dei cronisti della trasmissione avevano il potere di immergere gli ascoltatori nel vivo della gara: le descrizioni della gesta degli atleti erano precise, giornalisticamente adeguate anche in virtù di quel pizzico di epica che condiva a rendere il quadro accattivante. Per molti, ha rappresentato (e rappresenta ancora) un sogno lavorare per questo programma, che si è saputo adeguare al cambiamento del tempo e festeggiare i più importanti anniversari. L’ultimo lo scorso novembre, quello dei 65 anni: traguardo raggiunto perché in esso riunisce tutti gli elementi della missione radiofonica, importanti ancora oggi nonostante si possa avere tutto a portata di mano: informazioni, copertura in diretta e interviste. Il top, a ogni modo, l’ha avuto nel corso dei decenni ’60-’70-’80, come ha riferito uno degli attuali conduttori di Kronika Sportowa, Tomasz Kowalczyk. «Penso che un tempo il programma avesse un significato ancora maggiore: al giorno d’oggi, i filmati sono importanti – ha detto – Kronika Sportowa ha avuto un grande valore per gli atleti che si sono espressi tra gli anni ’60 e ‘80, quando la Polonia vinse medaglie ai Giochi Olimpici di Mosca nel 1980 o prima ancora a Montreal. Era un must per la generazione di Jacek Wszoła, Władysław Komar, Bronisław Malinowski, vale a dire la generazione dei 60enni di oggi».

Kowalczyk è solo uno dei tanti, ottimi, giornalisti cresciuti col programma e che hanno contribuito a rendere grande lo stesso: basti ricordare, oltre a Tomaszewski, Wlodzimierz Szaranowicz, Tomasz Zimoch, Andrzej Janisz, Dariusz Szpakowski (quest’ultimi due rispettivamente radio e telecronista per Polskie Radio e Tvp per le partite della nazionale di calcio) e Bogdan Tuszysńki, ricordato da Szpakowski come «il nostro professore, super esigente, ma anche un grande uomo: ci ricordava sempre che eravamo dei dipendenti della radio polacca».

Proprio Tuszyński è stato l’inventore di un altro programma iconico del panorama radiofonico, Studio S-13. Andata in onda per la prima volta nel 1970, tuttora trasmesso su Jedynka, nacque al rientro in Polonia del giornalista dalla Jugoslavia, dove si trovava in vacanza. Tuszyński ascoltò la radio italiana e si imbattè in… “Tutto il calcio minuto per minuto”: se ne innamorò subito e replicò il formato. «Si sorprese – raccontò a riguardo Janisz relativamente al suo maestro – perché i campi collegati erano più di uno, non uno soltanto». Un aspetto che conferiva al programma grande dinamismo: quando succedeva qualcosa di importante in una partita, il pubblico lo poteva sapere immediatamente. Tornato a Varsavia, l’ingegnere Boguslaw Twrek costruì un dispositivo che consentiva la trasmissione combinata.

A breve, per Studio S-13, saranno 50 anni. Una longevità tale che fa capire la forza della radio e dei suoi contenuti, capaci di sopravvivere a tutto.

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