Archivio tag: PRL
Automatic Thoughts. The rise and fall of computers in PRL
Automatic thinking and mathematics go hand-in-hand, of course; however, the mathematician is more often than not concerned with the internal, formal structure of mathematical objects themselves. It is not before we turn mathematics into a tool for self-introspection that something interesting happens: in the spirit perhaps of Novalis’ astounding apothegm “das höchste Leben ist Mathematik”. Beckett, Borges, Queneau, to name just a few, are all busy at work in a large, coherent, systematic exploration, which climaxes with Turing’s mathematical model of a hypothetical, universal computing machine, as well as with Shannon’s information theory. Kafka’s Strafkolonie and Vaclav Havel’s Antikódy, on the other hand, turn everything topsy-turvy, investigating the progressive bureaucratisation and depersonalisation of the language of authority.
Włodek Goldkorn – Il bambino nella neve
Uscito per Feltrinelli nel 2016, Il bambino nella neve è un libro di Włodek Goldkorn che esula dai generi e li interseca con il valore della testimonianza. – di Lorenzo Berardi – ‘Il bambino nella neve’ è un libro insolito nel panorama editoriale italiano. A metà strada fra autobiografia, reportage…
Kazimierz Deyna, storia di un fantasista della PRL.
Varsavia, 18 settembre 1979, allo Stadion Wojska Polskiego, lo stadio del Legia Warszawa, c’è un’atmosfera di festa, mista a malinconia. Fa piuttosto freddo per essere settembre, la gente assiepata sugli spalti indossa giacche e impermeabili, come anche i giornalisti, e i calciatori si preparano per il riscaldamento stretti nelle loro tute. Il pubblico delle grande occasioni è lì per l’amichevole tra il Legia e gli inglesi del Manchester City, e per un popolo affamato di oltrecortina basterebbe già questo, ma i tifosi varsaviani in tribuna quel giorno non sono interessati ad ammirare i nerboruti esponenti del mondo libero, quanto a omaggiare uno dei loro.
Poszukiwany poszukiwana, Bareja e la commedia impegnata
Bareja, rappresentante tra i più prestigiosi della commedia polacca, dopo gli anni sessanta, che la critica ritiene fondamentalmente segnati da una commedia votata al riso fine a se stesso, passò, negli anni settanta e ottanta (e a partire proprio dal film che qui presento) a un cinema più impegnato, che dietro a esilaranti gags e situazioni comiche veicola una pungente critica sociale