Sokrates Starynkiewicz – il generale russo che amava Varsavia

starynkiewicz

Varsavia, primo dicembre 1875. Fa molto freddo, come è lecito aspettarsi da queste parti in una sera di fine autunno. Alla stazione Petersburski è appena arrivato un treno da San Pietroburgo. Quando la locomotiva è ormai ferma e sbuffa gli ultimi aliti di vapore, tra i pochi passeggeri che scendono c’è un uomo dallo sguardo severo, il volto segnato da un paio di occhiali piccoli e ovali, e da un paio di baffi folti che gli coprono le labbra. Sotto il cappotto, su cui ha appuntata l’aquila bicipite, porta una divisa da ufficiale dell’esercito imperiale. Tra i suoi bagagli c’è una valigia piena di documenti, uno dei quali attesta che lui, il maggior generale Sokrat Ivanovič Starynkevič, è stato chiamato a fare le funzioni del sindaco di Varsavia. In fondo al foglio, la firma di Alessandro II Romanov, zar di tutte le Russie.

Ancora non lo sa, ma governerà Varsavia per sedici anni e ci rimarrà per altri dieci, fino alla sua morte nel 1902. Non sa neanche, e di certo non lo immagina, che sarà un amministratore incredibilmente amato. All’epoca è solo un ufficiale russo in pensione, chiamato a governare una città pacificata nel sangue, capitale di una provincia orgogliosamente ribelle. Non parla neanche bene il polacco. Sa solo che da quelle parti il suo nome suonerà Sokrates Starynkiewicz.

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Il fantasma di Cracovia – storia di un serial killer della PRL

Mazurkiewicz - il fantasma di Cracovia

L’hanno chiamato il fantasma di Cracovia o l’assassino elegante. In un libro la storia del serial killer più feroce del Novecento in Polonia – di Salvatore Greco – Un giorno di settembre, un uomo di nome Stanisław Łobudziński arriva all’ospedale di Solec a Varsavia a bordo della sua Opel Olympia.…

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Zimna Wojna – la guerra fredda dei sentimenti

Zimna wojna

Da qui, da questo canovaccio ‘storico’, ha scelto di ripartire Paweł Pawlikowski– autore anche della sceneggiatura insieme al compianto Janusz Głowacki e a Piotr Borkowski – dopo il pluripremiato Ida, per regalarci un film che al momento ha già portato a casa una Palma d’oro per la migliore regia a Cannes. I legami con Ida sono almeno tre: anzitutto il bianco e nero, con la stessa sfolgorante luminosità che gli avevamo conosciuto nel film sulla novizia in cerca di se stessa, un bianco e nero scelto giocoforza, come il regista dichiara in un’intervista rilasciata a Katarzyna Janowska, “è un po’ imbarazzante aver fatto di nuovo un film in bianco e nero, avrei voluto evitarlo, ma purtroppo non ho trovato il modo per farlo a colori”; eppure, prosegue Pawlikowski, il bianco e nero è così drammatico, pieno di contrasti e forte, che alla fine del film si ha l’impressione di guardare un film a colori.

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L’altra Cracovia: Nowa Huta

Prima delle due puntate di Life.pl dedicate al quartiere cracoviano di Nowa Huta – di Roberto Reale – Cos’è Nowa Huta Nowa Huta è tante cose. Amministrativamente è un distretto di Cracovia: il XVIII, il più orientale, abitato senza soluzione di continuità fin dal neolitico. Sede di un insediamento celtico,…

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Adam Zamoyski – Poland: a history

Zamoyski

Erede di due delle famiglie più note della nobiltà made in Poland, gli Zamoyski e – per parte di madre – i Czartoryski, lo storico nato a New York, ma di cittadinanza britannica e polacca si è cimentato spesso con le vicende della propria patria di origine. Autore di fortunate biografie su personaggi come Frédéric Chopin e Jan Paderewski, Zamoyski ha scritto anche di Russia e Napoleone oltre che un dettagliato resoconto del cosiddetto ‘miracolo della Vistola’, la Battaglia di Varsavia del 1920. Il suo primo testo dedicato all’arduo compito di narrare un millennio di storia polacca, ‘The Polish Way’ risale al 1987: una scelta di tempi sfortunata, visto quanto accaduto dall’89 in poi fra il Baltico e i Tatra.

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Galizia, Viaggio nel cuore scomparso della Mitteleuropa

Galizia

Galizia. Non quella nel nord-ovest della Spagna, affacciata sull’oceano.L’altra. Quella circondata da ogni parte dalle terre e dagli uomini. Quel baricentro geografico e simbolico della Mitteleuropa che la storia ha cancellato, ma a cui tutte le storie rimandano; quell’Urheimat, quella casa-grembo smarrita per sempre, quel referente di un’appartenenza che si è depositata sul fondo del nostro subcosciente collettivo e continuamente orienta il nostro gusto e i nostri passi.

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Stefan Zgliczyński, Gli antisemiti siamo noi

antisemitismo polacco

Polska jest krajem antysemickim. La Polonia è un Paese antisemita. Secco, senza lasciar spazio a compromessi, senza cercare di ammorbidire i termini, è l’enunciato che apre il saggio di Stefan Zgliczyński Antysemityzm po polsku (Antisemitismo in polacco, Książka i Prasa, 2007). Il resto del libro è dedicato alla dimostrazione di questo asserto.

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Andrzej Wajda – tributo alla storia

Wajda

Con la morte di Andrzej Wajda, avvenuta il 9 ottobre scorso, termina la lunga carriera di uno degli autori più importanti del cinema non solo polacco, ma anche mondiale. Il suo è il caso più unico che raro di un regista la cui intera opera è pressoché interamente incentrata sulla storia specifica del proprio Paese, ma nonostante questo è riuscito a trovare una vasta eco a livello globale. Ciò è dovuto probabilmente al fatto che Wajda ha sempre infuso i propri film di temi universali come la lotta per la libertà, la ricerca della verità e gli interrogativi sul significato della condizione umana.

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Oriente Europeo e Occidente Slavo

di Francesco Cabras Polonia e Russia vengono prese in questo agile e denso libretto intitolato appunto “Fra Oriente Europeo e Occidente Slavo. Russia e Polonia“, a cartine di tornasole di una separazione acquisita dalla slavistica: quella tra slavia latina e slavia greca (altre sono state le proposte di denominazione, tutte…

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