Janusz Zajdel – l’altro padre della fantascienza polacca

Zajdel

A guardarlo in foto, sembra a tutti un volto familiare. I capelli lunghi, la barba curata, gli occhiali spessi a fondo di bottiglia. Potrebbe essere benissimo un qualche cugino di nostro padre un po’ troppo preso dai Beatles negli anni ’70, o magari un cantautore impegnato. I lettori toscani, umbri, emiliani o di quelle parti lì potrebbero cercare una qualche foto d’epoca di una festa dell’Unità e trovare due o tre uomini lì immortalati che gli somigliano tanto.

Ma l’uomo in foto non è un cantautore, né un fan dei Beatles né tantomeno un militante del Pci dei tempi belli. È invece un fisico polacco, appassionato lettore e scrittore di fantascienza. Uno che a quel genere ha dato tanto, al punto che oggi il più importante premio per la narrativa di fantascienza in Polonia porta il suo nome: premio Janusz Zajdel.

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Anna Kańtoch – altri mondi, weird e genere oltre il genere

Kańtoch

Cinque volte vincitrice del Premio Zajdel, detentrice del premio Żuławski e insignita a livello europeo del premio Encouragement Award per la migliore giovane promessa dalla European Science Fiction Society. Se bastassero i premi a definire un autore, ad Anna Kańtoch andrebbe già bene così. Per fortuna dei lettori dietro questo generoso florilegio di riconoscimenti e statuette c’è un’autrice incredibilmente prolifica e molto ispirata, attiva su vari fronti e generi dal fantasy alla young-adult fiction, esplosa nel mondo della fantascienza con la sua saga Przedksiężycowi (I prelunari) pubblicata da Powergraph tra il 2009 e il 2013. Lo stile di Anna Kańtoch riflette la maturità di un’autrice che ha fiumi di pagine alle spalle e una curiosità mai sazia nel raccontare nuove storie e affrontare nuovi temi.

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Rafał Kosik — editore e autore della nuova fantascienza polacca

Kosik

La fantascienza in Polonia scoppia di salute. È un genere ricco, amato dai lettori, che vanta rappresentanti di altissimo livello apprezzati dal pubblico specializzato quanto da quello generalista. Anche agli occhi della critica poi, superano la distinzione salottiera che lo vorrebbe intrattenimento più che letteratura.

Buona parte del merito è certamente dei grandi maestri del passato come Stanisław Lem o Jacek Dukaj, ma passa anche per il talento e la lucidità degli scrittori della nuova onda della fantascienza polacca. Uno di loro è Rafał Kosik, autore eclettico e prolifico di romanzi distopici e anche di due serie di romanzi per giovani e giovanissimi lettori. Il suo ultimo romanzo, Różaniec (Il rosario, 2017), è un thriller futuristico di grande intensità narrativa e intessuto di domande che accompagnano il lettore durante la lettura e anche dopo. Domande che solo la fantascienza, portandole all’estremo, sa porre con efficacia e che riguardano i grandi temi del nostro tempo.

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Fiabe per robot – storie sulla melancolia del Cosmo

Nonostante ci sia ancora chi snobba la letteratura polacca e si ostini a fare facce perplesse quando sente che c’è chi se ne occupa, ci sono nomi che risuonano nelle orecchie anche dei più sordi e quello di Lem (qui il sito ufficiale) è sicuramente uno di questi. Su PoloniCult, poi, potremmo dire che è una delle presenze più forti. Oggi dunque torniamo a parlare di lui in occasione del suo 96° anniversario di nascita.

Fiabe per robot Bajki robotów in originale – si presenta in una graziosissima copertina arancione con due marionette/manichini – un lui e una lei – sorretti da due mani in trasparenza.

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Karel Čapek, di robot e salamandre

Čapek

Ed è proprio percorrendo e ripercorrendo palmo a palmo i titoli presenti al primo piano del Richard Booth Bookshop che mi sono imbattuto in una raccolta di racconti di un autore a me allora noto da poco, ma già molto apprezzato: Karel Čapek. Noto a molti per avere inventato il termine ‘robot’ nell’accezione che oggi conosciamo di automa semovente dotato di intelligenza artificiale, Čapek è stato un autore dalla fantasia sconfinata.

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Apologia di un classico: Stanisław Lem – Solaris

Solaris

“Solaris è un capolavoro della fantascienza filosofica”, si legge sull’aletta interna dell’edizione italiana del testo di Stanisław Lem, edito da Sellerio editore. Ad una prima occhiata potrebbe risultare quasi ossimorico…
Se non siete dei fan del genere, dategli un’opportunità, ne vale la pena e non chiudete il libro dopo la prima pagina.

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