Della modernità o la società “cuculizzata”

Marciszuk

“Qualcuno” un po’ di tempo fa scrisse un libro il cui titolo era Cattiva maestra televisione. Se Karl Popper fosse ancora vivo, cosa direbbe davanti all’onda distruttiva rappresentata da media e social network? Forse, la televisione è il minore dei mali in questa società narcisistica fondata sull’apparire e sull’avere…

In Quaderni per una responsabilità pedagogica, Katarzyna Marciszuk ci parla di questo e di molto altro. Saggista e studiosa biscegliese di origini polacche, ha da pochissimo pubblicato per Monetti Editore una breve raccolta di saggi volta a fare una critica costruttiva di alcuni elementi caratteristici della modernità – o submodernità – in cui viviamo. I Quaderni sono quattro testi di una manciata di pagine l’uno che ci presentano tematiche diverse ma legate tra di loro non solo perché trattano dell’uomo, ma perché parlano della perdita (o del rischio di perdita) dell’uomo all’interno di un sistema di eccessi che lo incastra e lo immobilizza cuculizzandolo – per dirla con il termine che userebbe Witold Gombrowicz, autore che ritroviamo in uno dei saggi.

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