L’incredibile storia di Wojtek, l’orso soldato

Wojtek

Le storie, le piccole leggende e la ricezione futura dell’orso Wojtek.

 

 

di Elettra Sofia Mauri

 

La storia dell’orso Wojtek potrebbe sembrare una qualche stramberia raccontata davanti a un bicchierino di vodka o la fantasia sopra le righe frutto di qualcuno con un po’ troppa immaginazione. Invece, è incredibilmente e autenticamente vera.

Wojtek era il nome di un orso, che servì fedelmente (a suo modo) la 22° Compagnia Trasporti del 2° Corpo d’Armata polacco dal 1942 al 1947. Con i suoi 250 kg di peso e quasi due metri di altezza la presenza di Wojtek nell’esercito non passava inosservata e lo distingueva dalle altre mascotte presenti al campo. All’epoca tra i soldati era molto comune avere dei piccoli animali domestici come mascotte con il principale scopo di tenere alto il morale tra i commilitoni e rallegrare, per quanto possibile, la loro esperienza in guerra. Si trattava di solito di cani, gatti, o al massimo caprette, ma un orso-soldato non si era mai visto prima di Wojtek.

WojtekWojtek venne trovato in Iran da una coppia di soldati della 22° Compagnia, quando aveva solo poche settimane di vita. I soldati, impietositi da quel tenero batuffolo peloso bisognoso di cure, decisero di portarlo con loro al campo. Gli venne dato il nome di Wojtek, diminutivo del tradizionale nome polacco Wojciech, traducibile come “amante della guerra”, un nome decisamente appropriato per il piccolo orsetto. Più Wojtek cresceva, più i soldati si affezionavano a lui, nonostante l’imponente stazza e la grande forza fisica dell’orso. Wojtek si dimostrò essere un perfetto compagno di giochi: tanto curioso, quanto goffo nel suo essere orso, portava sempre scompiglio (ma anche tanto divertimento) ovunque andasse nel campo.

Gli anni passati in medio oriente furono relativamente tranquilli per i soldati polacchi, l’esercito stava ancora finendo di formarsi e prepararsi ad affrontare l’imminente scontro armato in Europa. Wojtek poté così crescere in compagnia dei suoi “colleghi” umani e affezionarsi alla vita da campo. Tra le sue attività preferite, oltre a ingurgitare grandi quantità di succo di lampone e sollazzarsi nell’acqua durante il momento del bagno, c’era la lotta corpo a corpo con gli altri soldati. Sembrava divertirsi particolarmente a fingere un momento di lotta, curandosi di non far del male a nessuno controllando la sua forza per poi lasciar vincere l’avversario a due zampe e farlo salire a cavalcioni sulla groppa in segno di sottomissione.

Wojtek

Durante quel periodo tutti al campo finirono per affezionarsi a Wojtek; perciò quando verso la fine del 1943 venne il momento di recarsi in Italia (con la campagna resa famosa dalla battaglia di Montecassino), fu inconcepibile lasciare l’amico orso in medio oriente. Andando contro il regolamento, che non prevedeva nessun animale a bordo, tutti si impegnarono per far imbarcare in incognito Wojtek sulla nave per l’Italia. Così il fedele quadrupede raggiunse la costa italiana e fu coinvolto nell’epica battaglia di Montecassino. Wojtek infatti non si limitò a seguire docilmente gli altri soldati, ma si racconta che si diede da fare attivamente nello scarico e trasporto delle merci (come granate, casse di munizioni e altre cose estremamente delicate) dai camion alle vetture.

Finite le fatiche belliche in Italia con i combattimenti ad Ancona e Bologna, l’armata del generale Anders raggiunse la Scozia per sciogliersi. Molti dei soldati rimasero in zona o si stabilirono in altri paesi europei, non fecero ritorno in Polonia. Anche a Wojtek toccò lo stesso destino. Fino al 1963, anno della sua morte, l’orso soldato poté godere il meritato riposo in una spaziosa gabbia dello zoo di Edimburgo. La gabbia in questione venne situata rigorosamente lontana da quella delle scimmie, con cui Wojtek aveva avuto a che fare in medio oriente e da cui era rimasto piuttosto traumatizzato.

La storia di Wojtek iniziò rapidamente a diffondersi, anche grazie alle testimonianze dei soldati internazionali (come inglesi e neozelandesi) impegnati nelle forze alleate durante il soggiorno italiano dell’orso e della sua compagnia, che ebbero l’importunità di ammirare Wojtek in azione nel suo ambiente naturale, ovvero quello dell’esercito.

Wojtek

Le incredibili vicende dell’orso soldato, non conquistano solo gli amanti degli animali. Grazie a Wojtek infatti, è possibile riscoprire una parte importante della storia della Polonia, svoltasi però fuori dai patrii confini. Inoltre per noi italiani, seguire le avventure di Wojtek è una grande occasione per conoscere meglio l’impresa bellica che diede vita a un forte legame tra la nostra nazione e la Polonia. Basti pensare che oggi sia a Imola (la cui liberazione fu compiuta proprio dal 2° Corpo d’Armata) che a Cracovia possiamo ammirare due statue dedicate al valoroso orso soldato.

Wojtek in Polonia è considerato un vero e proprio beniamino peloso, alla stregua di altri grandi eroi nazionali. La sua biografia ha ispirato molte pubblicazioni, ad esempio Łukasz Wierzbicki gli ha dedicato un libro per bambini (ma appassionante e godibile anche per gli adulti), pubblicato in Italia per l’intramontabile collana de “Il battello a vapore” con il titolo “Nonno e l’orsetto” (2013), con la traduzione di Raffaella Belletti e le illustrazioni di Simone Massoni. È disponibile in inglese con testo a fronte in italiano, un volume dedicato a Wojtek più dettagliato e ricco di testimonianze dirette, che ripercorre minuziosamente tutte le tappe dell’esistenze dell’insolita mascotte a quattro zampe. Non di meno, l’emittente britannica BBC, ha dedicato un intero documentario alla storia di Wojtek. In rete è facile trovare documentari simili in polacco e in inglese (come ad esempio questo, questo o questo).

Last but not least, una giovane grafica israeliana, Marianna Raskin, ha dedicato a Wojtek il suo progetto di diploma che consisteva in un breve ma molto curato  e che vale la pena guardare.

PoloniCult consiglia:

“Nonno e l’orsetto” (2013) di Łukasz Wierzbicki

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