Wiesław Myśliwski – Pietra su pietra

Pietra su pietra - Kamien na kamieniu

Alla scoperta di Pietra su pietra, romanzo “miliare” di Wiesław Myśliwski

di Lorenzo Berardi

Ci sono scrittori più amati dalla critica che dal grande pubblico; Wiesław Myśliwski rientra in questa categoria. Vincitore di due prestigiosi premi Nike in Polonia, nel 1997 e nel 2007, l’autore originario dei dintorni di Sandomierz è talvolta ritenuto poco accessibile o troppo sperimentale. Ed è un peccato perché la prosa di Myśliwski è fra le più Pietra su pietralucide e originali della Polonia del Dopoguerra. Grazie a romanzi come Pałac (Palazzo), Widnokrąg (Orizzonte) e Traktat o łuskaniu fasoli (L’arte di sgranare i fagioli, uscito in Italia grazie alla traduzione di Alessandro Amenta per i tipi di Gaffi editore) scritti nell’arco di quasi cinquanta anni di carriera letteraria, Wiesław Myśliwski si è costruito una solida reputazione in patria. All’estero, invece, sono ancora poche le traduzioni dei romanzi dello scrittore polacco ‘scoperto’ solo di recente negli Stati Uniti e in Olanda. Anche in questo caso dispiace constatare che un autore di questa portata sia stato così poco tradotto e mal distribuito, nonostante i numerosi riconoscimenti ricevuti in Polonia.

Kamień na kamieniu (Pietra su pietra), edito in Polonia da Znak, è un’opera monumentale e ambiziosa. Pubblicato in polacco nel 1984 questo libro avrebbe tutti i numeri per essere ritenuto un grande classico della letteratura europea contemporanea e non è escluso che sia ancora in tempo per diventarlo. La ricchezza del linguaggio, la varietà dei temi trattati in un ampio arco temporale e, non ultima, l’indimenticabile figura del narratore e protagonista, il contadino ed ex partigiano Szymon ‘Szymek’ Pietruszka (prezzemolo in italiano), restano impressi nel lettore fin dalle prime pagine. La capacità di Myśliwski di dare una voce e un volto alla remota campagna polacca attraverso il monologo assieme ruspante e poetico di Pietruszka è sensazionale. Ci sono momenti di vera e propria vertigine estetica ed emozionale, per esempio quando il protagonista parla dell’arrivo delle rondini che nidificano nel villaggio o della costruzione di una strada asfaltata destinata a dividere a metà la comunità rurale. Ma gli esempi di questa prosa incantatrice potrebbero essere innumerevoli.

Vista la particolarità e la ponderosità del romanzo (che supera le cinquecento pagine), non sorprende più di tanto che ci siano voluti addirittura ventisei anni prima che un coraggioso editore estero decidesse di dare a quest’opera di eccezionale spessore un’occasione. E bisogna riconoscere che un’attesa così lunga è stata premiata. Merito Pietra su pietradell’eccellente traduzione di Bill Johnson (non a caso aggiudicatasi in patria un Best Translation Award) nell’edizione americana del libro intitolata Stone Upon Stone e pubblicata dai tipi di Archipelago Books nel 2010. L’augurio è che esistano case editrici italiane capaci di mostrare lo stesso spirito d’iniziativa, magari appoggiandosi al Poland Translation Program promosso dall’Instytut Książki polacco dei cui fondi l’editore americano ha usufruito.

Il primo paragone che può venire in mente leggendo Kamień na kamieniu è quello con l’islandese Halldór Laxness, uno dei tanti premi Nobel per la letteratura oggi poco ricordati. A differenza di quanto accade nel capolavoro di Laxness Gente Indipendente (edito in Italia da Iperborea), tuttavia, l’epica contadina di Myśliwski è meno sofferta e insulare, più ironica e immaginifica. Leggere Kamień na kamieniu in un’unica seduta è impresa impossibile e, anzi, il libro può portare per la sua stessa mole a stancare. Ciò nonostante il consiglio è quello di non desistere e di ritornare su queste pagine anche a distanza di tempo. L’assenza di una vera e propria trama e i continui avanti e indietro temporali permettono di leggere questo libro per episodi, ritrovando personaggi e descrizioni memorabili in ogni dove.

Szymek Pietruszka è un narratore al tempo stesso sincero e inattendibile, un protagonista con il quale si sente il bisogno di identificarsi, ma anche di distanziarsi. Intraprendente e donnaiolo, rissoso e idealista, ora opportunista ora incline al sacrificio, Szymek mette subito in chiaro di non amare la vita del contadino eppure – a differenza dei suoi fratelli trasferitisi in imprecisate città – è lui a ereditare la croce del lavoro nei campi alla scomparsa dei genitori. Un lavoro ciclico ed estenuante che scandisce la vita di Pietruszka di raccolto in raccolto, di attesa in attesa, anno dopo anno. I cambiamenti attraversati dalla Polonia nel frattempo sembrano quasi impercettibili dal villaggio di Szymek le cui principali preoccupazioni quotidiane non cambiano più di tanto. La vita dell’agricoltore scorre lenta e colma di osservazioni illuminanti fra il vorticare di sottane in un ballo di campagna, il luccichio dei coltellacci a una fiera di paese e una faida familiare con i vicini della fattoria accanto.

Szymek è un uomo impulsivo e a volte irrazionale, ma capace anche di provare profondo rispetto e compassione per i propri avversari riconoscendone l’attaccamento ai propri principi. Sia la religione che il socialismo lasciano tiepido il contadino Pietruszka ancorato ai propri ricordi degli anni della Resistenza e al ripetersi immutabile delle stagioni. La sua è un’esistenza in apparenza grama ma in realtà perfettamente degna di essere vissuta e raccontata in maniera talvolta colorita, ma anche meditativa. La dimostrazione di come – per citare un altro autore islandese, Jón Kalman Stefánsson – ‘a volte nei posti piccoli la vita diventa più grande’.

PoloniCult consiglia:

Kamień na kamieniu di Wiesław Myśliwski

Stone Upon Stone (traduzione inglese del testo)

Gente Indipendente di Halldòr Laxness

L’arte di sgranare i fagioli di Wiesław Myśliwski

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