Tutto ciò che amo: tra punk e Solidarność.

Tutto ciò che amo

Storia, musica, scoperta dell’amore e adolescenza: tutti questi elementi, apparentemente slegati tra loro, si fondono perfettamente nel film di formazione Wszystko co kocham (Tutto ciò che amo, 2009) del giovane regista Jacek Borcuch.

 

di Elettra Sofia Mauri
 

Tutto ciò che amo 3 PoloniCultIl 1981 fu un anno ricco di sconvolgimenti violenti e drammatici per la Polonia. In parallelo allo succedersi degli eventi storici, Janek, liceale figlio di un capitano di marina, vive un momento di crescita “esplosivo”, ricco di tensioni e ondate di emozioni. Insieme a un gruppo di amici Janek fonda una band punk-rock, i WCK (che sta appunto per wszystko co kocham) e con loro canta a squarciagola le sue passioni e i suoi pensieri, con tutta la forza e l’intensità caratteristiche della sua età e della sua generazione.

Uno dei primi ritornelli martellanti che si sente cantare nelle prime scene ripete: “non voglio morire già adesso” esprimendo chiaramente la forza della voglia di vivere e crescere dei giovani musicisti.

Il film racconta l’atmosfera dell’epoca da un punto di vista diverso dal solito e quasi disinteressato, ovvero quello del gruppo di ragazzi, tendenzialmente più interessati a sbirciare le bagnanti in topless sulla spiaggia, che alla politica.

La scena di Jaruzelski che dà l’annuncio dell’introduzione della legge marziale in diretta, immagini che ormai hanno fatto storia e che non è difficile trovare anche in altri film, passa quasi in sottofondo sullo schermo del televisore, Janek e i suoi amici non comprendono ancora la portata di ciò che sta succedendo nel loro Paese. Ma proprio perché si trovano in una fase di transizione e cambiamento nelle loro vite, crescono e con loro cresce la propria coscienza di sé e delle circostanze.

Tutto ciò che amo

Ben presto Janek si ritrova a fare i conti concretamente con l’irrompere della storia: la ragazza di cui è innamorato è figlia di un attivista di Solidarność, mentre la sua famiglia, a causa del ruolo militare del padre, viene vista come schierata dall’ “altra parte”. La differenza di posizione delle rispettive famiglie porta inevitabilmente a creare un conflitto nella relazione tra i due ragazzi, che si allontanano sopraffatti dalle difficoltà.

Il punto di svolta arriva al momento della festa della scuola, in cui i WCK dovrebbero suonare. La censura tuttavia, impedisce alla band di esibirsi a causa dei contenuti sovversivi dei loro testi. Un semplice ballo scolastico, mostra alla folla di giovani tra pubblico, ma soprattutto ai ragazzi sul palco, come il crescere passi attraverso le proprie decisioni. L’esibizione del gruppo, porta a conseguenze dure e pesanti. Non è più solo l’ardore giovanile a guidare Janek e i suoi amici, insieme incominciano a capire e intravedere l’immenso valore della libertà e del giudizio personale.

Tutto ciò che amo

Jacek Borcuch, nato nel 1970, ha preso spunto dalla propria adolescenza per portare sullo schermo questa storia. Eclettico e talentuoso, Borcuch è passato dagli studi di filosofia all’accademia di recitazione, per poi andare dietro alla cinepresa (ruolo che sembrerebbe essere quello in cui si sente più a suo agio). Come attore, lo si è già visto interpretare il giovane e ambizioso Stefan nel thriller “Dług” di Krzysztof Krauze e in “Persona non grata” di Krzysztof Zanussi.

Tutto ciò che amo 5 PoloniCult

Il passaggio dall’adolescenza verso la maturità, è sempre estremamente ricco e potente, facendone un tema sempre affascinante da raccontare. Sono pochi i film appartenenti al genere di “formazione” a potersi dire davvero ben riusciti; il rischio di perdersi tra sentimentalismo ed emozioni confuse e fin troppo amplificate, rischia di banalizzare il tutto. Invece Tutto ciò che amo mantiene un buon equilibrio, esprimendo la freschezza dei 18 anni in tutto il suo realismo.

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