Toruń, tra passato e presente dove la realtà si interseca con il fiabesco.
–
di Mara Giacalone
–
“La città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d’una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole”.
Questa citazione di Calvino ( tratta da Le città invisibili) racchiude l’essenza di Toruń, la sua più profonda e vera natura, la sua peculiarità nonché bellezza.
Toruń è una città che sembra uscita da un libro per bambini, da una fiaba, da una leggenda medioevale e che vive di vita propria, indipendente da tutto e da tutti. È come se si autoalimentasse traendo linfa dall’aurea di mistero storico che si percepisce percorrendo le sue vie e viette acciottolate. È una città non troppo grande situata nel voivodato della Cuiavia-Pomerania, non lontana da Bygdoszcz. Se siete amanti dei grandi spazi, delle metropoli e di quell’aria snob che si respira in città come Varsavia o Milano, allora non è il posto che fa per voi. Se invece siete nostalgici amanti delle storie e della Storia, non vi resta che mettervi in viaggio e lasciarvi conquistare da questo piccolo gioiello in cui il tempo sembra essersi arrestato e che vi farà fare un salto all’indietro di molti, molti anni.
Toruń è un luogo che trasuda passato. Vi si inciampa ad ogni passo. L’atto della sua fondazione risale al 1233 da parte dell’ordine dei Cavalieri Teutonici e per chi è un po’ famigliare con questa tematica, lo capisce immediatamente dall’architettura della città che, ovviamente, ne ha risentito – se siete stati a Malbork, non potrete non riconoscere quei mattoncini rossi. Altro fattore che influenzò lo stile della città, fu la sua appartenenza – dal 1280 – alla Lega Anseatica e infatti, perdendovi in quelle stradine colorate e bizzarre, non avrete il sentore di trovarvi in Polonia, ma piuttosto nel nord della Germania, o nei Paesi Bassi. A tutto questo contribuì anche la germanizzazione della città avvenuta nel XIX secolo e il fatto che durante le spartizioni sia stata sotto il dominio prussiano. Per capire l’oggi, va conosciuto il passato e per un posto come Toruń è davvero importante tenere a mente questi elementi.
Mi sono innamorata della città non appena scesa dal bus che mi ha lasciata proprio fuori dalle mura. Già ad una prima e veloce attraversata del centro storico ho capito che ci avrei perso il cuore. Ho provato una sensazione come se, una volta oltrepassata la porta della città, mi avesse colpita un incantesimo, come se la città intera fosse lì ad aspettare ignari forestieri per poi farli cadere, stregati, tra le sue braccia… Nonostante le dimensioni ridotte, Toruń è un concentrato di cose da vedere, di storie da sentire. Una delle cose che più preferisco, quando è viaggio, è raccogliere le curiosità e le particolarità dei posti che visito e qui ho davvero trovato tanto. Gironzolando e perdendovi tra le viuzze, una cosa che salta subito agli occhi sono le statue presenti, animali o persone che sembrano fare da guardia al centro storico e al suo patrimonio. Custodi di tradizioni, di leggende. Chissà se quando c’è la luna piena non si risvegliano – me lo sono chiesta davvero osservandole tra il vento freddo e i bagliori notturni. Se saprete ascoltare e se sarete interessanti, vi sapranno parlare. Ognuna di queste ha un proprio motivo di essere lì, ha la sua vicenda da narrare.
“Gdy będziecie kiedyś spacerować po Toruniu, pamiętajcie, że jest on miejsce naprawdę niezwykłym i pełneym czarów. Jeśli potraficie słuchać, to możecie usłyszeć niejedną historię”.
(Legendy Toruńskie – Quando vi troverete a passeggiare per Toruń, ricordate che siete in un posto davvero insolito e pieno di incanto. Se sarete in grado di ascoltare, sentirete più di una storia.)
Non sono solo motivo decorativo, sono rappresentative di un passato avvolto da affascinanti leggende. Passeggiando su Ul. Wysoka, ad esempio, incontrerete Katarzyna – una sorta di Cenerentola polacca la cui storia si interseca con l’origine del nome katarzynki che oggigiorno definisce un preciso tipo di pierniki, i biscotti per cui è famosa la città, dei buonissimi e profumatissimi pan di zenzero. Ovviamente della vicenda esistono due (o più?) versioni; quale sia quella vera non sia sa e non è poi nemmeno così importante, d’altronde il compito delle leggende non è quello di raccontare la verità ma di mostrare la realtà in modo magico, da un’altra prospettiva. Procedendo dritti e arrivando in Rynek, sarete letteralmente abbracciati dalle leggende perché un po’ ovunque vi aspettano strani incontri, come quello con un buffo violinista circondato dalle rane… il motivo? Potreste chiederlo agli abitanti, un po’ come ho fatto io. C’è poi un gatto nascosto su un tetto. E un cagnolino con accanto ombrello e cappello. Non manca nemmeno un asinello. E poi c’è la storia riguardante la Krzywa Wieża, la torre che pende – lontana sorella di quella pisana. Se vi raccontassi la leggenda probabilmente vi toglierei il gusto di andare alla scoperta, ma una cosa ve la dico, così da invogliarvi ancora di più… una volta arrivati davanti alla torre, dovete sostenere una prova: attaccate per bene i talloni al muro, stendete le braccia e provate a stare in equilibrio! Si dice che chi riesce a mantenere la posizione, ha un cuore puro. Ci ho provato pure io.
Toruń è la città dalle mille sorprese, dai mille colori. Che ci sia il cielo grigio o il sole, la sua bellezza magica di luogo senza tempo è impressionante. Da ogni angolo spuntano cose bizzarre e inaspettate che vi obbligheranno ad alzare la testa. Dovete fare attenzione ai particolari, agli omini che, simili a bambole teatrali, vi sorvegliano e sbirciano da ogni finestra, dagli angoli più nascosti. Assomigliano a tanti folletti in agguato che non aspettano altro che saltar fuori da dove meno ve lo aspettate, pronti a strapparvi un sorriso e raccontarvi un segreto.
Questo aspetto giocoso e fiabesco percorre e inonda la città in lungo e in largo. Bisogna solo decidere a quale appartenere. O magari provare un po’ tutte. Vicino ai resti del castello teutonico, dame e cavalieri riprendono vita in uno scenario che forse un po’ è necessario ricreare, ma la fantasia è una forte alleata. Costeggiando ul. Piernikarska invece si è come attirati da un flauto magico verso il Teatr Baj Pomorski davanti al quale – non importa quanti anni avete – tornerete bambini, pronti ad ascoltare e a lasciarvi catturare da uno degli spettacoli che hanno in programmazione. E poi i murales. Anche quelli hanno storie da narrare. Ce ne sono di tutti i tipi, per tutti i gusti.
Toruń assomiglia ad un vecchio menestrello che girottola per le strade, per le contee con il suo strumento e non fa altro che narrare, non chiede altro che narrare. Se siete persone frettolose, non è la vostra città, richiede tempo e obbliga a fermarsi. A respirare. A cercare i particolari. Toruń è l’idealizzazione, il prototipo del “c’era una volta in un luogo lontano”. Profuma di pane appena sfornato, di fragranti biscotti speziati, quei pierniki a cui assomiglia tanto – dalla forma insolita, dal sapore magico.
Clicca qui per accedere alla gallery completa.