Victory Park, terra di tutti e di nessuno.

Victory Park

Così si apre Victory Park, il nuovo romanzo di Aleksej Nikitin, scrittore di lingua russa nato a Kiev. Si tratta del secondo romanzo dell’autore edito dai tipi di Voland, che già nel 2013 si era interessata al suo mondo letterario pubblicando Istemi, e proposto nella collana Sírin, dedicata agli autori slavi. Entrambi i romanzi sono stati tradotti da Laura Pagliara, un’impresa sicuramente non facile, considerando la varietà del linguaggio che abbraccia Aleksej Nikitin e i numerosi e ostici riferimenti culturali della vita quotidiana nell’Unione Sovietica.

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A spasso per la Moldavanka con Babel’

I racconti di Odessa Babel'

Nonostante la citazione iniziale, ogg non parliamo di musica bensì di Izaak Babel’ e del suo libbricino Racconti di Odessa ( Bur, 2012), un libbricino molto klezmer. Babel’, di famiglia ebraica, ce lo aveva nel sangue quel ritmo particolarmente salterino che caratterizza questo genere musicale. Nato a Odessa, scrisse I testi presenti nella raccolta tra il 1923 e il 1932 scegliendo proprio come ambientazione la Moldavanka – il quartiere ebraico della città. Odessa, all’epoca, doveva essere un luogo pieno di fascino come tutte le città portuali e quindi piena di vita, di colori, di odori, di lingue che si mescolavano, di etnie… come scrive Rossana Platone nell’introduzione ai Racconti: “all’origine del mito di Odessa c’è quello che la rende unica tra tutte le città russe, la solarità, l’eterogeneità dei suoi abitanti […]. terra ricca di promesse e di commercio, attira da ogni parte gente operosa e solerte in cerca di fortuna, e una folla di speculatori, gabbamondo, contrabbandieri, lestofanti a caccia di facili guadagni”.

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Viaggio ad Est – destinazione Leopoli

Leopoli

La Galizia per noi polonisti è un po’ una terra mistica, un luogo non più esistente nelle mappe ma ben presente nell’immagine collettiva, nei cuori delle persone e ovviamente nella Storia. È quel luogo in cui può accadere di tutto, solcato da sofferenze e guerra. Uno spazio non più rintracciabile se non nei racconti o nei libri, nelle pagine perdute di grandi storie… ecco perché ho voluto andare a Lviv, per vedere con i miei occhi, per toccare con entrambe le mani e per ascoltare le voci.

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Ziemowit Szczerek – viaggio nell’Ucraina che non c’è

Szczerek PoloniCult

Nell’immaginario italiano, perlomeno in quello di chi non ha una passione spiccata per la geopolitica, l’Ucraina è una creatura strana. Talmente strana che la maggior parte del dibattito fino a poco tempo fa riguardava l’accento: Ucràina o Ucraìna? Sono state le vicende degli ultimi anni, prima con la famosa/famigerata rivoluzione arancione poi con il tracollo iniziato dalle proteste di Majdan, ad accendere su questo Paese un interesse un po’ più “pop” che ha prodotto anche una corposa bibliografia più o meno attendibile. Se è valido asserire che il modo migliore di conoscere qualcuno è sentire cosa ne dicono i suoi vicini, allora è proprio tempo di dedicare un po’ di attenzione a un bel libro polacco sull’Ucraina: Tatuaż z tryzubem (Tatuaggio con il tridente) di Ziemowit Szczerek, uscito per Czarne nel 2015.

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