Ritratti: Samuel Eilenberg

Eilenberg

Eilenberg nacque da una famiglia di ebrei di Varsavia il 30 settembre 1913, quando la Polonia era ancora parte dell’Impero Russo. Ebbe la fortuna di studiare all’università della capitale nella prima metà degli anni ‘30, un periodo fecondissimo per la matematica polacca: in gara virtuosa con la scuola di Lwów, si riunivano nell’ateneo varsovino studiosi del calibro di Stefan Mazurkiewicz, Kazimierz Kuratowski, Wacław Sierpiński, Stanisław Saks e Karol Borsuk. Sotto la guida di quest’ultimo nel 1936 Eilenberg conseguì il dottorato di ricerca, con una tesi sulla topologia del piano.

Continua a leggere

59 Condivisioni

Michał Kalecki, tra pragmatismo e rigore

Kalecki PoloniCult

«Retrospettivamente» scrive Katarzyna Chojnacka in un articolo apparso sul numero 29 (2007) degli Acta Scientifica Academiae Ostroviensis «si può affermare […] che gli economisti sono stati spesso interessati alla pianificazione strategica o alle forme di ricostruzione dell’economia del proprio Paese, nonché a comprendere i principi del sistema economico locale. Guidati dal desiderio di trovare nuove soluzioni [a problemi concreti], essi giungono sovente a brillanti conclusioni di carattere generale».
È una caratterizzazione perfetta della vita e dell’opera di Michał Kalecki. Nato nel 1899 a Łódź, allora parte dell’Impero Russo, Kalecki studia ingegneria civile a Varsavia, e si avvicina all’economia da autodidatta, stimolato dall’incontro con il pensiero di autori non ortodossi come l’ucraino Mikhail Tugan-Baranovsky e Rosa Luxemburg.

Continua a leggere

51 Condivisioni

S. Banach – se da Cracovia si rifonda la matematica

Banach

Però qui nel 1916 siamo ancora nel cuore della Galizia, dentro quel grandioso esperimento di Europa Unita ante litteram che fu l’impero asburgico, in un luogo che fu il prodotto di una mitopoietica politica e antropica fiorita miracolosamente sullo spartiacque tra i due secoli, aperto agli apporti di popoli e culture multiformi. Tra Vienna, Leopoli e Cracovia una continua corrente d’idee fluisce vigorosa. Tutto può accadere.

Tant’è vero che noi che passeggiamo lungo i Planty non siamo gente qualsiasi, ma Władysław Hugo Dionizy Steinhaus, già allievo di David Hilbert a Gottinga, fondatore della scuola di matematica di Leopoli ed ivi professore all’università. E allora come non fermarsi di botto, come non abbracciare quei giovani, come non gioire di fronte al talento finora misconosciuto del più brillante tra loro, Stefan Banach, un autodidatta cui non mancava che l’incontro con un mentore capace di intuirne e svilupparne il genio?

Continua a leggere

87 Condivisioni

Kazimierz Kuratowski, La fondazione dell’infinito

Kuratowski PoloniCult

Nel periodo tra le due guerre la Polonia conosce una fioritura senza precedenti nella ricerca matematica. Uomini come Stefan Banach, Kazimierz Kuratowski, Stanisław Ulam, Wacław Sierpiński, per citare solo alcuni nomi, contribuiscono a riedificare su basi più solide “pezzi” cruciali della matematica contemporanea, non soltanto permettendo il superamento di quella crisi dei fondamenti conseguente al naufragio del programma di Hilbert, ma anticipando l’immenso impulso espansivo che discipline quali la teoria degli insiemi, la topologia generale, l’analisi funzionale, ed altre ancora, conosceranno nel secondo dopoguerra.

Continua a leggere

0 Condivisioni

Zygmunt Bauman – L’altro alle porte

Bauman

Basta un muro a proteggerci dalle invasioni? A questa domanda, apparentemente urgente e cruciale quanto nessun’altra, l’unica risposta possibile è che essa è mal posta; e decostruirne rigorosamente i meccanismi e le ideologie che vi si inscrivono, denunciandone tanto la drammaticità della storia che la produce quanto la perdita di senso che ne consegue.

Perché muro? Perché proteggerci? Perché invasioni? La scelta delle parole non è casuale, ma allude a una visione del mondo che, nel momento in cui si pone come narrazione egemone, esclude da sé ogni possibilità non solo di critica, ma di dialettica in senso lato. Nel momento presente interrogarsi sui presupposti di quella narrazione è dovere di coscienza civile, e non è senza significato che Zygmunt Bauman, il filosofo e sociologo polacco scomparso appena un mese fa, vi consacri il penultimo dei suoi scritti: Strangers at Our Door, Cambridge, Polity, 2016.

Continua a leggere

40 Condivisioni

Leszek Kołakowski – mutazioni dell’identità

Kolakowski

Capita di essere apprezzati all’estero più che in patria, o comunque in modo diverso e per ragioni diverse. […] E spesso, paradossalmente, la lettura nazionale, endogena, è quella che meno giustizia rende al pensiero o all’autore che ne è oggetto, appunto perché i fattori ideologici o identitari hanno qui un “peso specifico” maggiore, e facilmente ci si presta a correggere il tiro. […] Questa sorte di “lettura scissa” fu anche di Leszek Kołakowski, uomo dalla carriera complessa, ma senza alcun dubbio tra i maggiori pensatori politici che non la sola Polonia, ma l’Europa ha avuto nel XX secolo.

Continua a leggere

0 Condivisioni