Białystok – reportage da una città ferita

Bialystok

Sulle pagine di PoloniCult abbiamo già diffusamente raccontato l’attitudine genuinamente polacca alla scrittura di reportage che da Kapuściński in poi ha creato una scuola particolarmente affezionata al racconto del mondo fatto di voci, viaggi e punti di vista dei più disparati. Uno degli ultimi e particolarmente riusciti figli di questa tradizione è un gioiello di casa Czarne firmato dal giornalista della Gazeta Wyborcza Marcin Kącki con il titolo che recita Białystok – biała siła, czarna pamięć (Białystok – potere bianco, memoria nera). Kącki, da reporter attento ai fenomeni di intolleranza e violenza, ha raccontato in un libro gradevole e non troppo lungo il vivere sociale torbido di Białystok dove la faticosa negazione del passato e l’arrogante appropriazione del presente creano una realtà difficile, carica di rancore e asperità che Kącki racconta senza filtri d’autore, dando quanto più voce possibile ai suoi interlocutori e restituendo un’immagine della città oscura e sincera.

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Stefan Grabiński. Il lato oscuro del progresso

Grabinski

Qualche mese fa ero ospite di una famiglia polacca in un remoto angolo del voivodato di Masovia a un tiro di schioppo dalla regione di Świętokrzyskie. Un villaggio di due strade parallele intersecate da una perpendicolare e circondato da foreste di conifere solcate dalla linea ferroviaria Varsavia – Cracovia. Fra una pedalata nei boschi e laute scorpacciate di manicaretti casalinghi mi capitò di dare una mano a riordinare uno scantinato colmo di polverosi scatoloni. Fra i tesori emersi al termine di alcune ore di sano lavoro, una dozzina di libri in edizioni economiche anni ’60.

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