Guida all’Ektstraklasa 2019/20

Ekstraklasa

Con la partita delle 18 di venerdì 21 luglio tra Arka Gdynia e Jagiellonia Białystok, scatta la novantaduesima edizione del massimo campionato di calcio polacco, l’Ekstraklasa. Trentasette i turni in programma (trenta di stagione regolare, sette di post-season tra poule-scudetto e poule-salvezza), per un torneo che si chiuderà il weekend del 22 e 23 maggio. Sedici i club al via.

La domanda che circola con maggiore insistenza tra gli appassionati e gli addetti ai lavori è una: chi succederà al Piast Gliwice nell’albo d’oro? Un interrogativo che sottintende una certezza: nessuno pensa che i niebiesko-czerwoni siano in grado di ripetere l’incredibile impresa dell’anno scorso, quando riuscirono a conquistare il loro primo titolo nella storia sorpassando a sorpresa il Legia Warszawa a tre turni dalla fine del campionato. A proposito di Legia, per molti il favorito rimane, come ogni volta, il club della capitale, nonostante la faticosa qualificazione al secondo turno di Europa League con i dilettanti dell’Europa Fc di Gibilterra.

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Piast Gliwice – tra sorpresa e attese dei nuovi campioni di Polonia

Piast Gliwice

Ancora pochi giorni, poi si riparte. Il calcio polacco, l’Ekstraklasa precisamente, comincia il 19 luglio. Ma ora, più delle operazioni di mercato di Legia Warszawa e Lech Poznań, tra gli appassionati sussiste la curiosità nel vedere in che modo potrà iniziare l’annata del Piast Gliwice. Un club che, sorprendendo tutti, è riuscito a mettersi alle spalle le due vere potenze del torneo (per budget e tifosi) vincendo il primo titolo nella propria storia. Nel giro di una settimana, dal 10 al 17 luglio, la società dell’Alta Slesia si gioca una prima, consistente, fetta di annata: nei due giorni indicati affronterà la gara d’andata (in trasferta) e di ritorno (in Polonia) contro i campioni di Bielorussia del Bate Borisov valide per il primo turno dei preliminari di Champions League, competizione in cui farà il suo debutto assoluto; quindi sfiderà il 13 luglio nel proprio stadio il Lechia Gdańsk per la finale di Superpuchar Polski

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Il mundial di Karol – La banda dei quattro (estratto)

Il mundial di Karol

Pubblichiamo oggi in esclusiva, su concessione di Alba Edizioni, il capitolo La Banda dei quattro tratto da Il mundial di Karol, libro di Alberto Bertolotto dedicato alla nazionale polacca ai mondiali di Spagna del 1982. Il capitolo tratta nel dettaglio la storia nota come “l’incidente di Okęcie”, un incidente diplomatico consumato il 28 novembre 1980 all’aeroporto di Varsavia prima del match di qualificazione contro Malta che la Polonia avrebbe dovuto giocare per raggiungere la fase finale dei campionati del mondo di due anni più tardi.

Tratto da Il Mundial di Karol di Alberto Bertolotto, Alba Edizioni, codice ISBN: 9788899414412

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La solida tradizione dei portieri polacchi

Portieri polacchi

Nell’ultima parte di stagione si è parlato molto di Bartłomej Drągowski: se n’è discusso tanto in Italia perché, con la maglia dell’Empoli, ha disputato più di un paio di partite eccellenti, l’ultima delle quali con l’Inter al Meazza; in Polonia è stato argomento di discussione perché, forte di queste prestazioni, pare abbia rifiutato di ricoprire il ruolo di vice di Kamil Grabara ai campionati Europei under 21: sembra si aspettasse la maglia da titolare, il giocatore di Białystok, quando invece nessuno osava toccare le gerarchie precedentemente stabilite. Risultato? Drągowski seguirà la manifestazione da casa, ufficialmente a causa di un infortunio. Ciò non toglie il fatto che il futuro sia dalla sua e che sia l’ennesimo prodotto di una grande scuola: per quanto riguarda i portieri la Polonia ha una tradizione d’oro, che parte degli anni ’60, arriva sino ai giorni nostri anche se non sempre – ma, va detto, spesso non per colpa loro – gli estremi biancorossi hanno militato in grandi club europei.

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Tour ragionato per gli stadi polacchi

stadi polacchi narodowy

La Polonia calcistica, negli ultimi anni, è particolarmente apprezzata dagli sportivi per la bellezza dei suoi stadi. Complice l’organizzazione dei campionati continentali del 2012, primo grande evento legato al football imbastito da queste parti, il Governo – assieme ai Comuni –, approfittando anche in alcuni casi di fondi provenienti dall’Unione Europea, hanno deciso di ristrutturare se non addirittura di costruire da zero alcuni impianti (il primo esempio è il Pge Naradowy di Warszawa, l’attuale casa della nazionale). Il risultato è che la “moda” ha contagiato gran parte delle città del Paese, tanto che la Polonia è poi stata capace di ospitare anche in virtù della qualità dei suoi stadi i campionati Europei under 21 del 2017 e il torneo mondiale under 19 in corso di svolgimento. Non solo: nel 2020 Danzica, con la sua splendida Pge Arena, sarà il teatro della finale di Europa League. Durante i miei viaggi ho potuto visitare molti impianti e per questo ho deciso di segnalarne i dieci a mio avviso maggiormente significativi. Il numero dieci è un omaggio al Piast Gliwice, squadra dell’Alta Slesia che ha vinto recentemente il primo campionato nazionale della sua storia.

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Il ritratto di Stokowiec

Stokowiec PoloniCult

Il fine è parlare di un trainer che, a detta di molti, avrebbe le carte in regola per poter incidere anche lontano dalla Polonia. Si tratta di Piotr Stokowiec, classe 1972, nativo di Kielce, uno degli scopritori di Piątek, attualmente condottiero del Lechia Gdańsk, club che è riuscito poco tempo fa a portare alla vittoria della Puchar Polski dopo trentasei anni dall’ultima volta. In Ekstraklasa lui e la squadra hanno mollato la presa, abbandonando definitivamente la speranza di vincere il titolo dopo la sconfitta a Poznań di pochi giorni fa. Un peccato – era stato in testa alla classifica sin dalle prime giornate – ma che non macchia il suo percorso. Ai biało-zeloni ha fatto fare un salto di qualità e, a livello personale, ha proseguito il cammino iniziato nel 2012, quando prese in mano il Polonia Warszawa e lo portò al sesto posto nel massimo campionato prima che il club dichiarasse bancarotta. Preparato ai limiti del maniacale, severo ma giusto: queste, in soldoni, le sue principali caratteristiche, che fanno il paio con una proposta di calcio difensiva ma efficace.

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Raków Częstochowa – la forza della programmazione

Raków Częstochowa

A un piccolo club che taglia un grande traguardo vengono sempre associate parole come “favola” o “miracolo”. Sono definizioni forti, usate soprattutto per incuriosire il lettore e per portarlo ad approfondire la materia. A volte, bisogna essere onesti, la scelta è appropriata; altre volte lo è meno. Può infatti capitare che il successo sia figlio di una strategia e di una visione aziendale ben precisa, portata avanti con un piano pluriennale. È il caso del Raków Częstochowa, società dell’Alta Slesia, neopromossa in Ekstraklasa dopo 21 anni di assenza.

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Intervista con Marian Ostafiński, colonna del Ruch Chorzów

Ostafinski

  Intervista con Marian Ostafiński, difensore storico del Ruch Chorzów, per parlare di calcio, di Slesia e della generazione d’oro degli anni ’70-’80. – di Alberto Bertolotto, giornalista e scrittore, autore di A ritmo di Polska e Il mundial di Karol. – Kazimierz Deyna il più grande calciatore polacco di…

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Ernest Wilimowski – il Pelè di Slesia che dopo la Polonia scelse il Reich

Wilimowski PoloniCult

Un po’ meno ombre politiche sullo sfondo e molto più spettacolo sul campo lo regala il match tra Brasile e Polonia, finito 6-5 e dominato da due grandi mattatori. Il Brasile del 1938 non è ancora il centro del calcio mondiale, ma ha dalla sua il talento puro di Leônidas, uno dei primi maestri della rovesciata. Autore di tre delle sei reti per la Seleçao, il diamante nero non è tuttavia il personaggio più in vista di quel pomeriggio, oscurato per un giorno da un ragazzotto allampanato dai capelli rossi e autore durante la stessa partita di ben quattro goal. È uno degli attaccanti più prolifici della storia del calcio polacco, ma con una macchia che lo ha privato della gloria dei campioni eterni, è il Pelè di Slesia che dopo la Polonia scelse il Reich, il suo nome è Ernest Wilimowski.

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Nella tana dei cattivi: AKS Zły e un altro calcio possibile

AKS Zły PoloniCult

È un soleggiato sabato di metà agosto e alla Don Pedro Arena di via Kawęczyńska c’è il pubblico delle grandi occasioni. A mezz’ora dall’inizio della partita valida per un turno preliminare di Coppa di Polonia, i duecento biglietti stampati per l’esordio stagionale della squadra di casa sono già terminati. Gli spalti del piccolo stadio sono gremiti di un pubblico di tutte le età. Ci troviamo a Varsavia, sulla sponda orientale della Vistola, nell’ex quartiere operaio di Praga. È in questo campo di periferia dalla tribuna orgogliosamente scoperta, incastonato fra casamenti popolari e una fabbrica abbandonata, che gioca l’AKS Zły.

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