Sienkiewicz l’africano

Sienkiewicz africano

Uno degli autori più noti della letteratura polacca, anche per chi ne è a digiuno o quasi, resta Henryk Sienkiewicz, celebre autore di grandi classici quali Quo vadis? e Il diluvio (Potop). Eppure pochi, vista l’attitudine del letterato a scrivere romanzi storici, sospetterebbero che il premio Nobel per la Letteratura del 1905 sia stato anche un intraprendente viaggiatore e un affermato reporter. Fra il 1876 e il 1878, quando era appena trentenne, trascorse due anni negli Stati Uniti scrivendo numerosi articoli da corrispondente per quotidiani e periodici come Gazeta Polska, Przegląd Tygodniowy e Przewodnik Naukowy i Literacki. Tornato in Europa, lo scrittore polacco visse a Londra e Parigi e visitò Italia, Spagna e Turchia. Non basta, perché Sienkiewicz si recò anche nel continente africano in un viaggio tutt’altro che scontato in quell’epoca per un affermato uomo di lettere di mezza età. Lo fece per spirito d’avventura, curiosità personale e per conoscere in prima persona distanti luoghi remoti dei quali intendeva scrivere. In quest’ultimo proponimento si nota la netta differenza con un quasi contemporaneo di Sienkiewicz, lo scrittore italiano Emilio Salgari, che non visitò mai quell’esotica Malesia nella quale ambientò i propri fortunati romanzi d’avventura.

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Kazimierz Nowak: l’Africa in bicicletta

Kazimierz Nowak PoloniCult

L’approvazione di Ryszard Kapuściński in copertina è un bel biglietto da visita per un libro, per quanto talvolta abusato. Non però in questo caso. ‘Rowerem i pieszo przez Czarny Ląd‘ (In bicicletta e a piedi attraverso il Continente Nero) di Kazimierz Nowak è davvero uno di quei libri che restano impressi. Un’opera e un autore che potrebbero dire poco al lettore italiano, e forse anche a quello polacco, ma per i quali un processo di riscoperta internazionale sembra essere in corso. La dimostrazione sta nella splendida edizione inglese del libro, intitolata ‘Across the Dark Continent‘ e tradotta da Ida Naruscewicz-Rodger. L’opera è stata pubblicata dall’editore polacco Sorus con il patrocinio della Fundacja im Kazimierza Nowaka a fine 2017, a diciassette anni dall’uscita dell’edizione originaria. E il sito ufficiale dedicato a Kazimierz Nowak è una miniera di informazioni in sei lingue: polacco, inglese, tedesco, francese, arabo e italiano.

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