Ascesa e declino dello Szombierki Bytom, simbolo calcistico della Slesia, delle sue miniere e della sua storia
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di Alberto Bertolotto
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Le favole sportive – se così si può chiamarle – esistono dappertutto. La Polonia non è esclusa da questo ragionamento. Così, esattamente quaranta anni fa, a vincere il campionato nazionale fu un’autentica sorpresa, per quanto la sua crescita fosse sotto gli occhi di tutti. Il 31 maggio del 1980, in virtù del successo dell’Łks Łódź sul Legia Warszawa, a laurearsi campione polacco per la prima e unica volta nella sua storia fu lo Szombierki Bytom, società dell’Alta Slesia. Si festeggiò senza giocare, perché quel risultato diede la certezza aritmetica dell’affermazione dei verdi, club le cui fortune erano collegate allo sfruttamento della miniera di carbone di Szombierki, distretto situato lungo la strada che collega Bytom a Ruda Śląska. Il sito d’estrazione è ormai chiuso dal 1996, ma al tempo era il principale finanziatore della società, situata alla periferia del comune slesiano, in eterna contrapposizione all’altra squadra della città, il Polonia. Se proprio vogliamo fare un paragone all’italiana, è come parlare di Sampdoria contro Genoa.
AGLI ALBORI. Lo Szombierki Bytom, sin dagli inizi, non ebbe una vita facile, se non altro perché il club fondato nel 1919 come Poniatowski Szombierki fu sciolto già nel 1921: si transitava dall’indipendenza della Polonia, appena riguadagnata, alle rivolte della Slesia, in cui Bytom venne annessa alla Germania. Il Poniatowski non aveva più senso di esistere, visto che era fortemente legato alla Polonia e per questo aveva come colori sociali il biancorosso. Passarono più di vent’anni prima che la società venisse ripristinata: era il 1945 quando si ripresentò nel panorama del calcio nazionale. Il nome scelto fu Górnik Szombierki, modificato nel 1951 in Szombierki Bytom quando la località di Szombierki si unì al comune di Bytom. Accadde nell’anno successivo alla retrocessione dal campionato principale. Affinché tornassero in quella che, attualmente, viene definita Ekstraklasa, gli zieloni dovettero aspettare il 1963. In quel momento iniziò il grande ciclo degli slesiani, che per 21 anni rimasero nel massimo torneo a esclusione del 1972-1973, quando scivolarono nel secondo livello per poi tornare immediatamente al piano superiore. Tra i maggiori risultati, il secondo posto nel 1964-1965, il terzo nel 1980-1981 e, ovviamente, il titolo del 1979-1980.
I PRODROMI. Nel dicembre 1977 la squadra si trovava in una difficile posizione di classifica. Tuttavia, in panchina arrivò nientemeno che Hubert Kostka, slesiano doc, ex portiere della Polonia, oro olimpico a Monaco nel 1972, reduce dal terzo posto nel campionato 1976-1977 col Górnik Zabrze, club di cui in precedenza difese i pali per tredici anni. L’allenatore – che preparò inoltre i portieri della nazionale per i mondiali del 1974 – decise di rimettersi in gioco, accettando l’offerta dei verdi. Firmò il contratto il 1° gennaio 1978. «Ero consapevole di rischiare molto – disse tempo fa -. Pensai molto prima di prendere questa scelta. Tuttavia sapevo che il gruppo stava giocando al di sotto delle proprie possibilità e che avrebbe potuto risalire la classifica».
L’ingaggio dell’allora 48enne di Markowice significò il momento della svolta. Portò la squadra alla salvezza, ponendo le basi per il futuro. Dopodiché, nell’estate successiva, dopo due stagioni al Gks Tychy – con cui arrivò sino al secondo posto in A e in Coppa Uefa – a Bytom tornò Roman Ogaza, formidabile attaccante, già argento ai Giochi Olimpici del 1976 con la nazionale. Con i verdi la punta giocò dal 1970 al 1975 prima di trasferirsi nell’altro club slesiano. Grazie al suo arrivo, e ai suoi metodi di lavoro, gli zieloni riuscirono a chiudere il campionato 1978-1979 al quarto posto, preparando così le basi all’incredibile impresa.
CAMPIONE D’INVERNO. Tuttavia, l’annata 1979-1980 non si aprì nel migliore dei modi. Nonostante il successo al cospetto della nazionale olimpica polacca durante la preparazione estiva, lo Szombierki cadde rovinosamente nella prima gara di campionato: il Wisła Kraków passò a Bytom con il punteggio di 4-0. Una vera e propria batosta, che avrebbe potuto costare caro perlomeno a livello morale. Non fu così, perché quel ko diede la forza a Ogaza e ai suoi compagni per rialzarsi e iniziare una favolosa serie.
Dal secondo all’undicesimo turno furono autori di una strepitosa serie di risultati: superarono innanzitutto il Górnik Zabrze – neopromosso dopo l’anno di purgatorio in Druga Liga -, i campioni in carica del Ruch Chorzów, lo Zawisza Bydgoszcz (anch’esso appena promosso nel massimo campionato), il Widzew Łódź di Zbigniew Boniek (secondo nel 1978-1979) e il Lech Poznań. Dopo aver battuto i ferrovieri, gli zieloni salirono al comando della classifica e non si fermarono: misero al tappeto pure lo Stal Mielec di Lato e Szarmach, lo Zagłębie Sosnowiec e il Gks Katowice, venendo fermati sul pareggio soltanto dai cugini del Polonia Bytom nel derby cittadino.
In totale, furono nove vittorie e una sola “ics”, con 19 gol segnati e soli 4 subiti. Se si osserva i rivali affrontati, nonché la loro forza, è chiaro che la serie positiva equivalse a una sorta di dichiarazione d’intenti: c’è anche lo Szombierki per il titolo. Si era creato un giusto mix, che univa la voglia di rivalsa di Kostka – tutt’altro che un bluff in panchina, come alcuni pensavano dopo l’esperienza al Górnik-, i suoi metodi di lavoro e la fiducia che i calciatori avevano nei suoi confronti a 360 gradi. «Non avevamo grandi nomi, ma era tutto organizzato e ci fidavamo delle sue idee» – dichiarò in seguito Jan Byś, calciatore dei verdi. Tuttavia, dopo una simile cavalcata, arrivò il primo momento difficile della stagione. Dalla dodicesima alla quattordicesima giornata, la squadra di Bytom perse tre gare di fila e il primato in classifica: a infliggere i ko, Arka Gdynia, Łks Łódź e Śląsk Wrocław. I basso-slesiani si imposero per 4-0, stesso risultato del match col Wisła Kraków, scavalcando proprio lo Szombierki in testa alla graduatoria.
Per tanti addetti ai lavori la favola era già avviata verso la fine, ancor più alla luce dell’incontro casalingo programmato per il 4 dicembre al cospetto del Legia Varsavia, valevole come ultima tappa del girone d’andata. Niente di tutto ciò, a ogni modo. Per la seconda volta in campionato, la formazione di Kostka si rialzò e superò il club dell’Esercito addirittura per 5-0, chiudendo la pratica già nel primo tempo grazie alle reti di Sroka, Nagiel e di Ogaza, capace nella ripresa di segnare altri due gol e firmare così la propria tripletta personale. Inoltre, in virtù del ko dello Śląsk Wrocław a Gdynia con l’Arka, lo Szombierki tornò in vetta alla classifica e si laureò campione d’inverno con un punto di vantaggio sui basso-slesiani e quattro su Wisła, Górnik, Arka e Legia. Il miglior modo per festeggiare Barbórka, la festa dedicata a Santa Barbara, la protettrice dei minatori, molto sentita in Alta Slesia e che cade esattamente il 4 dicembre.
L’IMPRESA. Nel girone di ritorno, lo Szombierki Bytom consolidò il proprio primato. Nelle prime cinque partite, conquistò due pareggi (con Wisła e Górnik) e tre vittorie (con Ruch, Polonia Bytom e Zawisza), portando a quattro i punti di vantaggio sullo Śląsk Wrocław. Un buon margine, che aiutò uomini di Kostka durante il mini-calo delle successive tre partite, quando caddero al cospetto del Widzew alla ventunesima giornata e furono in grado soltanto di pareggiare poi con Lech e Stal: i rivali non ne approfittarono, portando il team di Bytom sulla strada giusta verso il titolo.
Titolo che, dopo il successo con Odra Opole e Gks Katowice, fu proprio a un passo dopo la partita con l’Arka Gdynia, considerata da tanti come il crocevia decisivo. Kostka, prima dell’incontro, dovette rinunciare a calciatori importanti come Ogaza, Mierzwiak e Sośnica, infortunati. Tuttavia, grazie a un gol di Nagiel di testa al 60’, i biancoverdi superarono i baltici e misero la prima, seria, ipoteca sullo “scudetto”: il margine sul Legia Warszawa salì a sette lunghezze a tre turni dalla fine, ma la squadra della capitale doveva ancora recuperare una gara. In palio, dunque, c’erano otto punti. Era ormai fatta, eppure nessuno se la sentiva di cantare vittoria. La certezza matematica del titolo arrivò il 31 maggio dopo la sfida tra Legia e Łks: la formazione di Łódź, in corsa per un posto nelle coppe europee, superò nel recupero i rivali e consegnò così la vittoria del campionato polacco allo Szombierki. Mancavano 270’ ma gli uomini di Kostka diedero al via ai festeggiamenti. Primo, grande, successo nella loro storia, con Ogaza (12 reti) e Nagiel (10 centri) migliori marcatori. Ininfluenti il pareggio con lo stesso Łks e i ko con lo Śląsk e Legia nelle ultime tre giornate. I biancoverdi di Bytom chiusero il torneo a 38 punti, due in più del terzetto formato da Widzew, Śląsk e Legia, classificatesi in questo ordine in virtù del maggior numero di gol segnati. Il successo fu meritato e buona parte del merito fu proprio da ascrivere a Kostka, che fece credere al gruppo di avere le potenzialità per poter mettere a segno questa incredibile impresa sportiva. Rudolf Wojtowicz, centrocampista, nativo proprio di Bytom, che giocò in seguito in Germania Ovest con Bayer Leverkusen e Fortuna Düssledorf, raccontò che giorno dopo giorno tutti i calciatori si convinsero che la notevole mole di lavoro imposta dal tecnico fu un fattore determinante nel costruire l’impresa. «I ragazzi – dichiarò poi lo stesso trainer – desideravano molto il successo finale. Per la prima volta nella mia carriera non dovetti mai forzare nessuno a eseguire quanto chiedevo, nonostante i carichi fossero enormi».
IL PROSIEGUO. La stagione successiva lo Szombierki debuttò in Coppa dei Campioni, uscendo agli ottavi con il Cska Sofia dopo aver eliminato ai sedicesimi il Trabzonspor. Al termine del campionato si classificò al terzo posto. Col passare del tempo, il declino: nel 1984, per la seconda volta in 21 anni, la squadra retrocesse in Druga Liga. Tornò al piano superiore nel 1987, ma durò solamente sino al 1989. Soprattutto a causa del disimpegno delle miniere Szombierki, principale fonte di finanziamento della società, il sodalizio disputò in seguito soltanto un campionato nell’attuale Ekstraklasa, il 1992-1993: da allora la caduta nei dilettanti, la fusione – durata un anno e mezzo – col Polonia Bytom tra il 1997 e il 1999 e la “riattivazione” del club nel 2007 dopo aver ritirato la squadra dalla lega locale.
Attualmente i biancoverdi sono impegnati nel girone A della Slesia della Quarta Lega polacca, vale a dire il quinto livello del calcio nazionale (l’equivalente dell’Eccellenza in Italia): prima dello stop dovuto all’emergenza sanitaria, occupavano il primo posto in classifica con due punti di vantaggio sull’Unia Kosztowy. Il 20 giugno giocheranno al con il Łks Goczałkowice (primo nel gruppo B della Slesia) lo spareggio che darà la promozione nel terzo gruppo della Trzecia Liga, quarto livello del calcio polacco. Una nobile decaduta del pallone biancorosso, lo Szombierki, la cui storia rimane affascinante e non a caso è stata scelta come oggetto dell’ultima fatica letteraria di Paweł Czado, giornalista sportivo della redazione di Katowice di Gazeta Wyborcza e profondo conoscitore della storia e dello sport dell’Alta Slesia: in “Zieloni” – questo il titolo del libro – potete trovare ogni dettaglio relativo ai 101 anni di vita del club. Se conoscete il polacco, vale la pena acquistarlo.
Per farlo basta contattare tramite mail la società verde.