
Plac Zbawiciela è un altro tassello nel quadro cinematografico sull’alienazione e la solitudine nella società contemporanea creato negli anni dal compianto Krzysztof Krauze, scomparso meno di un mese fa.
di Elettra Sofia Mauri
Lo scorso Dicembre la Polonia ha perso uno dei suoi migliori registi. La scomparsa prematura di Krzysztof Krauze ha profondamente rattristato il mondo del cinema polacco, a partire dalla celebre scuola di cinema di Łódż (in cui Krauze stesso si era formato), che ha dedicato una rassegna cinematografica aperta al pubblico con i grandi successi del regista. Tra questi non è mancato Plac Zbawiciela (2006), racconto drammatico sul moderno concetto di famiglia, in cui passato e presente della Polonia si confrontano attraverso le generazioni di padri e figli.
Il titolo dell’opera prende nome da un luogo realmente esistente: la centralissima Plac Zbawiciela (Piazza del Salvatore) è ormai diventata un noto centro di ritrovo a Varsavia, grazie ai suoi locali e all’atmosfera leggermente bohémien che si respira nei dintorni. È qui che vivono i protagonisti della storia, una famiglia dalla struttura matriarcale, costretta dalle circostanze a una convivenza forzata sotto lo stesso tetto.
L’inizio del film avviene in medias res, a una telefonata improvvisa da parte della polizia segue l’urlo straziante della madre e nonna, a capo del nucleo famigliare. Lo spettatore non sa ancora cosa è successo, anche se può ipotizzare un evento tragico. A questo punto la storia riprende dall’inizio, Krauze ci riporta indietro per vedere e capire il crescendo di tensioni e eventi che hanno portato al punto culminante, coincidente con la chiamata della polizia.
Una famiglia, formata da una madre a tratti tirannica a tratti condiscendente, un figlio apparentemente buon padre di famiglia, ma in realtà traditore e violento, e la moglie del figlio, succube del comportamento di suocera e marito, che cerca disperatamente di essere normale. La normalità come massima aspirazione, sembra garantire loro felicità assicurata e duratura. La tanto agognata “normalità” passa attraverso uno status sociale ed economico da raggiungere, per questo la giovane coppia decide di investire i propri risparmi, ma soprattutto quelli della madre, in un appartamento nuovo di zecca situato in un condominio in costruzione. Tutto sembra andare bene, finché non incominciano a crollare le fondamenta della casa nuova e della famiglia. L’impresa edile fallisce dichiarando bancarotta e lasciando ingenti spese da pagare agli acquirenti degli appartamenti.
Il sogno di una famiglia felice svanisce inghiottito dalle questioni economiche e i debiti. Krauze ambientando la maggior parte dei dialoghi tra le pareti delle piccole stanzette dell’appartamento in Plac Zbawiciela, abbatte i muri della comunicazione tra i membri della famiglia: rancori vecchi e nuovi sfociano in aspri dialoghi e violente reazioni fisiche.
Nel momento in cui viene a mancare la possibilità di realizzare la tanto desiderata “normalità”, i rapporti umani mostrano la propria debolezza, sembrano non essere più retti da nulla, così finisce la relazione tra marito e moglie, si distrugge quella della madre e dei propri bambini, tra nuora e suocera. Nella complicata e dolorosa trama delle relazioni famigliari, emerge il tema della colpa. Come nella tradizione della tragedia greca, la colpa sembra passarsi dai padri (in questo caso sarebbe meglio dire dalle madri) ai figli, senza possibilità di espiarla. La madre in una battuta dice che la famiglia è responsabilità, ma nessuno nel film sembra volersi assumere questa responsabilità e si lascia andare alla disperazione di fronte al nulla che tiene insieme i loro rapporti.
Il concludersi degli eventi mette fine anche al valzer della colpa. Il marito fedifrago, inaspettatamente e contro il volere della madre, sceglie di modificare la propria deposizione in seguito al tentativo della moglie di uccidere se stessa e i propri figli, e di affrontare un processo in tribunale dichiarandosi responsabile e colpevole per tutto quanto è successo.
(Qui sotto il film intero da youtube con sottotitoli in inglese)