Benvenuti a Meekhan – l’onda fantasy che viene dalla Polonia

La saga dedicata all’impero Meekhan è una delle opere fantasy più apprezzate in Polonia, dai fan del genere e non solo.

di Salvatore Greco

(Le cronache dai confini di Meekhan sono attualmente inedite in Italia. Clicca qui per leggere in esclusiva un estratto tradotto in italiano).

Impero. Quante immagini, quanti simboli questa parola è in grado di evocare nella mente di ognuno. Un concetto di fronte alla cui ampiezza persino il vocabolario Treccani, sinonimo quasi religioso di esattezza, sembra vacillare. Cito: 1. letter. In senso ampio, potere assoluto, autorità piena, incontrastata. Tutto vero, ma sufficiente? L’impero è il sinonimo di una grandezza impossibile da abbracciare a occhio nudo, di un’ambizione di grandezza che -come pochissime altre cose umane- ha valicato le generazioni, le epoche, le trasformazioni tecnologiche e i cambi di paradigma filosofico. È una provocazione, o forse no, dire che poche cose al mondo ritraggono l’umano come la sua tendenza a voler creare (o distruggere) un impero. E forse è per questo che Robert Wegner ha deciso di scrivere la sua maestosa saga attorno a un impero. Non uno di quelli esistiti, ma uno da lui inventato di sana pianta, l’impero Meekhan.

Lo diciamo subito per fugare ogni dubbio: quando i libri di Robert Wegner -cinque tomi a oggi, ma la saga non è ancora esaurita- arriveranno in Italia, lo scaffale che li ospiterà sarà quello della letteratura fantasy. E non per un problema di collocazione, o perché sono grossi volumi con spade e asce in copertina quindi ci si può sbagliare. Saranno lì perché sono libri fantasy. Libri fantasy che parlano di uomini, come e meglio di moltissimi romanzi ambientati “nel mondo reale” o -Dio non voglia- “ispirati a una storia vera” come amano recitare i professionisti delle fascette.

I lettori italiani assoceranno forse fantasy e Polonia sotto il comune denominatore di Andrzej Sapkowski e della sua saga dedicata a Geralt di Rivia da cui sono stati tratti una famosa serie di videogiochi e una serie Netflix attualmente in lavorazione. Il mondo di Meekhan e quello dei romanzi di Sapkowski, tuttavia, hanno poco in comune a parte la lingua di origine dei due autori, la posizione sugli scaffali e i numeri impressionanti di pubblico raggiunto in patria. Se quello di Sapkowski è un mondo fantastico di creature antropomorfe, dominato dalla magia e dove non è difficile isolare i buoni dai cattivi, quello ideato da Wegner è un mondo fatto di uomini dove la magia esiste ma ha un ruolo marginale e dove sono invece gli errori, le debolezze e l’altalenante moralità degli esseri umani a contendere al coraggio, al valore guerriero e alla lealtà il ruolo dominante nella psicologia dei personaggi.

Meekhan è un impero antico e sterminato, talmente antico che nessuno sembra ricordare come fosse il mondo prima di esso, e talmente sterminato che quanto accade ai suoi confini non riguarda quasi per niente il cuore del potere. Wegner ha imparato bene la lezione di Tolkien e ha creato per i suoi personaggi un mondo perfetto nei minimi dettagli, dalle tradizioni ai costumi, dalla moneta alla religione, passando per la storia, i miti fondativi, ma anche le ipocrisie e le contraddizioni. Perché Meekhan è soprattutto un impero nel senso più vero del termine: è sovranazionale, e tra i suoi sudditi, più o meno assimilati e più o meno privilegiati, annovera genti che parlano le lingue più diverse, osservano le più diverse tradizioni e onorano e adorano diverse divinità. È un impero al centro di un mondo che conosce poco sé stesso al di fuori di Meekhan stesso e giace in un tempo indefinito che ha dei contorni vagamente medievali. Questo è uno dei compromessi che Wegner fa con i classici del genere: i suoi personaggi si muovono a cavallo o sui carri, combattono armati di arco o di spada, abitano castelli quando possono permetterselo o giacigli arrangiati quando sono in marcia, tutto illuminato dal sole quando c’è o dalla luce delle torce. Anche nei piccoli oggetti quotidiani la cura dell’autore è maniacale, e rende i suoi libri un gioiello per gli amanti del genere sempre alla ricerca di immagini da riprodurre.

La scelta più interessante che Wegner fa nel raccontare Meekhan è quella di guardarlo dai confini. Cosa dicono i confini di un impero dell’impero stesso? Ben più di quanto non dicano la sua capitale, il suo ceto dirigente, la popolazione autonoma maturata da generazioni nella cultura collettiva dominante. Ai confini di Meekhan tutto è in dubbio, le leggi si applicano con una certa fatica e i popoli locali mantengono le distanze, rifiutano la sottomissione, combattono l’impero con la forza delle armi ma anche e soprattutto della propria identità culturale che non sono disposti a sottomettere all’universo simbolico che Meekhan porta con sé assieme alle sue tasse, alla sua lingua e al suo esercito.

Al racconto dei quattro confini sono dedicati i primi due volumi della saga che si chiama proprio Cronache dai confini di Meekhan (Opowieści z meekhańskiego pogranicza), due tomi densi di nomi e di storia, ma anche di azione ed emozioni che coinvolgono persino i lettori più scettici verso il genere. È facile farsi coinvolgere nelle vicende del Nord, dove il corpo militare semiautonomo della Guardia di Confine conduce una guerra spietata contro un popolo ribelle eterodiretto da maghi rinnegati, o in quelle del Sud dove la ricca classe mercantile locale commercia bestiame con una tribù ortodossa di uomini a cui è fatto assoluto divieto di mostrare il proprio volto. Quello che conquisterà i più scettici è proprio il modo in cui Wegner riesce a stare dentro e fuori dal genere allo stesso tempo: dentro il genere per il modo magistrale con cui un mondo inventato di sana pianta appare realistico e per la grande efficacia narrativa espressa soprattutto nelle battaglie; fuori dal genere per il modo in cui non ci sono buoni da tifare e cattivi da avversare, ma un mondo complesso da osservare e comprendere nella sua varietà di ogni aspetto, persino morale.

Quello di Wegner è in sostanza un fantasy moderno, legato alle sue origini ma anche emancipato da esse. Con delle modalità ben dimostrate nell’ultimo decennio dall’opera di George R.R. Martin, anche la saga di Meekhan unisce il popolo di appassionati che affolla comicon e convention a lettori diversi, persino quelli un po’ più snob, che oltre all’epicità della vicenda cercano qualcosa in più. Quello che succede dentro i confini di Meekhan e attorno a essi ci coinvolge tutti come esseri umani, creatori e consumatori di simboli, abitanti di un mondo di culture in contatto, a volte in contrasto, continuamente portati a riflettere sul confine labile tra identità personale e collettiva. La saga di Meekhan fa quello che dovrebbe fare ogni grande epopea fantasy: usare un mondo diverso per raccontare il nostro dalla giusta distanza. E lo fa alla grande.

I romanzi di Robert Wegner sono ancora inediti in Italia. Per leggere un estratto tradotto in esclusiva clicca qui.

I diritti per l’Italia della saga di romanzi di Robert Wegner sono curati da Nova Books Agency. Per informazioni: agent@novabooksagency.com

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