Legia Warszawa – i motivi di un dominio

Legia Warszawa

Foto apparsa sui canali social ufficiali del Legia Warszawa

Con sei titoli negli ultimi otto campionati, il Legia Warszawa si conferma la realtà più solida del calcio polacco, difficilmente superabile.

di Alberto Bertolotto

Il Legia Warszawa ha da poco festeggiato la vittoria dell’Ekstraklasa, dimenticando così il passaggio a vuoto del 2019, quando il Piast Gliwice gli soffiò un titolo che sembrava certo superandolo in classifica a un passo dal traguardo. La squadra, allenata dal serbo Aleksandar Vuković, già giocatore e tecnico del club, ha conquistato la quattordicesima affermazione nella massima competizione polacca, raggiungendo così Górnik Zabrze e Ruch Chorzów nella classifica della società più vincenti (14 “scudetti” anche per loro). Si può dire che il calcio, in Polonia, sia tornato alla normalità, perché quello appena messo in bacheca si è trattato del sesto trofeo negli ultimi otto anni per il sodalizio della capitale, capace di imporsi anche nel 2013, nel 2014, nel 2016, nel 2017 e nel 2018. A rompere l’egemonia sono stati solamente il Lech Poznań (nel 2015) e, come detto, il Piast (nel 2019). Alla luce del risultato, due sono le domande da porsi: perché il Legia riesce quasi sempre a imporsi? E ancora: chi potrà spezzare questo dominio?

L’ULTIMO SUCCESSO. Wszołek e compagni si sono imposti lasciandosi alle spalle Lech Poznań, al suo miglior risultato dal 2015, e Piast Gliwice, quest’ultimo in grado di confermarsi tra le migliori squadre di Polonia dopo l’exploit dell’anno scorso (non era scontato). L’hanno fatto dopo essere partiti zoppicando – 4 punti nelle prime, altrettante, giornate –, lottando dapprima con Pogoń Szczecin e Śląsk Wrocław, quindi con Cracovia e Piast ma dando però sempre l’impressione di arrivare al traguardo davanti a tutti. Non si respirava la sensazione che si sarebbe dovuti arrivare all’ultima fase del campionato – in cui si giocano 7 giornate con la classifica divisa tra le migliori 8 e le peggiori 8 – per superare come nel 2017 e nel 2018 Lech e Jagiellonia, prime dopo la stagione regolare. Un passo in avanti è stato fatto, quindi, anche se la squadra ha vinto senza entusiasmare particolarmente: ha fatto valere la qualità della propria rosa, la più forte del torneo, permettendosi di perdere nove partite, tante visto le 37 tappe previste dalla competizione.

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I giocatori del Legia Warszawa portano in trionfo l’allenatore. Foto dai profili social ufficiali del club

Merito del successo, a ogni modo, va anche ascritto a mister Vuković (classe 1979), che ha saputo ricostruire sulle macerie lasciate dal portoghese Sa Pinto creando un buon gruppo e dando compattezza alla squadra: ha smentito molti scettici, per cui non era pronto per condurre un club così prestigioso, diventando il primo straniero a imporsi in campo (due titoli con il Legia da giocatore) e in panchina nel campionato polacco. Anche grazie a lui, la formazione ha chiuso col miglior attacco (69 gol), la seconda miglior difesa (33 reti), mettendo in mostra Jarosław Niezgoda, capocannoniere dell’Ekstraklasa con 14 centri, prima della sua partenza per gli Stati Uniti per giocare nella Mls (a gennaio). Dopo le vacanze, il gruppo si potrà concentrare soprattutto sul centrare l’accesso alle coppe europee: se un posto nei gironi di Champions League sembra difficile – la sua avventura per ora parte dal 2° turno -, il Lega deve ottenere il pass per la prima fase di Europa League, soltanto sfiorato nel 2019 con il ko all’ultimo istante a Glasgow con il Rangers.

I PERCHÉ. La squadra di Varsavia domina innanzitutto per un motivo: dispone del budget nettamente più sostanzioso della lega. Secondo Skarb Kibica, la guida all’Ekstraklasa redatta da Przegląd Sportowy, per la stagione 2019-2020 sono stati stanziati 119 milioni di złoty (circa 30 milioni di euro), 44 in più del Lech Poznań, 67 in più del Lechia Gdańsk e 79 in più dello Zagłębie Lubin.

Il Piast Gliwice, per fare un esempio, ha avuto a disposizione soltanto 29 milioni di złoty, 90 in meno rispetto al Legia che, addirittura, se si fa un raffronto con il torneo 2018-2019, ha diminuito il proprio capitale da investire di ben 51 milioni. La stagione scorsa, infatti, aveva stanziato 170 milioni di złoty, 145 in più del Piast campione.

Al di là di quest’ultima differenza, abissale, è comunque notevolmente maggiore rispetto agli altri club la somma messa a disposizione dalla proprietà alla  dirigenza, che può così permettersi operazioni importanti come quella legata all’acquisizione a titolo definitivo di Bartosz Slisz, centrocampista classe 1999, prelevato dallo Zagłębie Lubin per un costo totale di circa 7 milioni di złoty, cifra record per un trasferimento interno (per quanto sia stato finanziato anche dalla vendita al Monaco per 7 milioni di euro del portiere Radosław Majecki, ceduto a gennaio 2020 ma rimasto in prestito sino a fine giugno). Tutto ciò si riflette anche sul valore della rosa, stimata al via del precedente campionato in 122,2 milioni di złoty secondo i parametri di Transfermarkt, 25,7 milioni in più rispetto al valore del gruppo del Lech Poznań, 67,7 in più rispetto a quello del Lechia Gdańsk e ben 82,9 in più in confronto a quello del Piast Gliwice. «Il bilancio ha un impatto considerevole, ma il Legia ha vinto perché è mancato un rivale solido in grado di mantenere la concentrazione nei momenti più importanti del campionato – ha voluto sottolineare Dominik Mucha, giornalista di Newonce Sport -. Nelle stagioni precedenti Lechia e Jagiellonia sono state vicine a vincere il campionato, ma alla fine mancava sempre qualcosa. Quest’anno è toccato al Cracovia: dopo che il suo allenatore Michał Probierz ha dichiarato che la sua squadra si sarebbe unita per la lotta al titolo, sono arrivate una serie di sconfitte in seguito a cui sono usciti dai giochi. A mio avviso il Legia ha i giocatori migliori e, soprattutto, è stato molto continuo durante tutta la stagione».

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Valeriane Gvilia con il trofeo del campionato tra le braccia e la bandiera georgiana alla vita. Foto pubblicata sui canali social del Legia Warszawa

Si tratta a ogni modo di aspetti riconducibili a un budget superiore agli altri club, garantito dalla Legia Holding Sp z.o.o., società che appartiene al 100% a Dariusz Mioduski, presidente e plenipotenziario del sodalizio di Varsavia dal 2017 dopo esservi entrato nel 2012 come membro del Consiglio di amministrazione. Nato a Bydogszcz nel 1964, emigrato a Houston all’inizio degli anni ’80 assieme alla sua famiglia, all’inizio lavorò anche da McDonald prima di ottenere la laurea in giurisprudenza e di diventare avvocato. Dal 2007 al 2013 è stato presidente di Kulczyk Investment, società di investimento internazionale. Il suo ingresso nel Legia ha continuato a garantire solidità e prospettive al club. Al resto ci ha pensato la parte sportiva che, dopo qualche errore, ha lavorato molto bene nella precedente sessione di mercato, puntando soprattutto su giocatori forti che già conoscevano il campionato polacco (come il georgiano Gvilia dal Górnik Zabrze) e non più su calciatori stranieri provenienti dall’estero, magari di maggior livello ma che non poi non hanno saputo rendere al top (l’italiano Pasquato è un esempio).

 

IL FUTURO. La società vuole consolidare la propria posizione in Polonia, cercando soprattutto di tornare a calcare quel palcoscenico europeo che a Varsavia manca dal 2016-2017, stagione in cui il team affrontò prima la Champions League – venendo eliminato nel primo girone, chiuso al terzo posto dietro Borussia Dortmund e Real Madrid – e poi l’Europa League (uscita ai sedicesimi di finale con l’Ajax). Per fare questo, l’intenzione è confermare buona parte del gruppo protagonista del successo in Ekstraklasa e di inserire qualche volto nuovo: è necessario ingaggiare un portiere al posto di Majecki (il sogno, che al momento sembra irraggiungibile, è il ritorno di Boruc) e un terzino destro per sostituire Vesovic attualmente infortunato. Dal Lechia Gdańsk arriverà certamente il difensore Mladenovic, poi si seguirà il mercato per osservare quali occasioni può riservare, anche in uscita: non è da escludere che possa partire il gioiello messo in mostra quest’anno, Michał Karbownik, difensore esterno e centrale classe 2001 desiderato da molti club europei. Il Legia ha fissato il prezzo tra i 7 e gli 8 milioni di euro: solo a quelle cifre potrà lasciare il club. In alternativa rimarrà (ed è ad ora l’ipotesi più probabile). Sulla carta, anche alla luce della volontà di puntare nuovamente sul blocco dell’ultima stagione e in vista di alcune operazioni di mercato, nessuno sembra poter contrastare con efficace il Legia, che può sempre contare su un budget importante. L’unico in grado pare il Lech Poznań, che tuttavia dovrà cercare il sostituito del capocannoniere dell’Ekstraklasa con 24 gol, il nazionale danese Christian Gytkjaer, appena approdato nella serie B italiana al Monza da svincolato. «Il Lech ce la può fare – ha sottolineato Mucha -: ha chiuso alla grande il campionato e quindi può insediare il Legia, che al contempo deve per forza entrare in una delle due competizioni continentali. Centrare la fase a gironi dell’Europa League è obbligatorio: sarebbe una delusione se ciò non accadesse». Battagliare con gli altri club del Vecchio Continente, avere un pizzico di dimensione internazionale, è il nuovo obiettivo di un club destinato a non avere rivali in Polonia almeno per un po’.

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