L’anima smarrita – se Joanna Concejo incontra Olga Tokarczuk

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L’unione delle illustrazioni di Joanna Concejo e della scrittura immaginifica di Olga Tokarczuk ha trovato una sintesi in L’anima smarrita.

di Chiara Condò

Ogni volta che in Italia arriva un nuovo albo illustrato di Joanna Concejo è una festa: non solo per chi gli albi li studia e li colleziona, ma anche per quei lettori occasionali che si ritrovano a sfogliare le novità del settore.
L'anima smarrita 2 PoloniCultQuesto in parte perché la Concejo ha uno stile tra i più riconoscibili ed è impossibile non notarla: nata a Słupsk nel 1977, si è diplomata  all’Accademia di Belle Arti di Poznań nel 1998 ma è a Parigi, dove vive e lavora, che produce da più di un decennio i suoi albi. In Italia i suoi volumi sono tutti pubblicati da Topipittori, casa editrice milanese che è da anni un punto di riferimento per l’illustrazione per l’infanzia – e non solo.

Di Joanna Concejo avevamo già parlato brevemente in un articolo sugli illustratori polacchi, dichiarandoci perdutamente innamorati del suo stile. Ma con L’anima smarrita (Zgubiona Dusza), tradotto da Raffaella Belletti, festeggiamo il frutto di una collaborazione inedita tra la giovane illustratrice e una delle scrittrici più amate del panorama polacco contemporaneo, Olga Tokarczuk. Ritrovarle insieme è come pensare a due metà finalmente ricongiunte: chi avrà letto i sui libri, avrà notato che nella sua produzione si susseguono figure angeliche, parabole, echi mistici da altri mondi. Nei suoi romanzi il confine tra i due universi (quello fisico e quello immateriale) è sempre molto labile, e i suoi personaggi si spostano con leggerezza da un piano all’altro, scombinando e ricreando intenti e trame.

Da questo punto di vista, la peculiarità del tratto della Concejo sembra essere quasi un riflesso tangibileL'anima smarrita 3 PoloniCult della prosa della Tokarczuk: abilissima nel ricreare a matita pattern complessi, capace di dare alla carta una fisicità inedita, la Concejo è sempre riuscita a nascondere sogni e magie in scene quotidiane.

Ce la rende più cara, inoltre, il suo talento da past-mistress: più una scena è nostalgica e lontana dal presente, più la Concejo si muove sciolta, consapevole che il passato è il tempo verbale della sua illustrazione. E proprio il gesto domestico di una fotografia lasciata tra le pagine di un libro è il nostro benvenuto all’interno di L’anima Smarrita.

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Un francobollo da 50 corone ci dice che il paesaggio innevato in cui si muovono le  figurine scure delle prime pagine è probabilmente la Svezia: il parco è grande e ci sono delle panchine ai suoi margini. Su una di queste un ragazzo si stringe stretto a un’altra figura, in una comunione che sembra suggerire più di un’amicizia.

Il racconto della Tokarczuk si inserisce a chiarire il mistero di queste prime tavole: un uomo, all’improvviso, sente nel corpo di essersi perso.  A una prima visita, il medico impietoso risponde con una diagnosi perentoria: l’uomo ha perso la sua anima, e non si sa dove e quando potrà riaverla. L’unica cosa da fare è trovarsi un posto e attendere.

Nella promessa di questa lunga attesa, la Concejo può liberare se stessa: alberi, rami, sentieri solitari verso case lontane, panchine vuote e vegetazione alta, una figura intravista da un vetro decorato, tutto è rarefatto e scandito dalla tranquillità di una singola frase:

“Znaleźć sobie jakieś swoje miejsce…i poczekać”

“Trovare un qualche posto per sé…e aspettare”

E il nostro protagonista aspetta: barba e capelli più lunghi, il sole che si inclina in modo diverso sul paesaggio (che è sempre lo stesso). Lui, nella parte destra dell’albo, non si muove: esaudisce alla lettera il consiglio del suo medico, non sapendo bene come risolvere questo paradosso, se non aspettando che si risolva da solo (come può essere un posto un luogo qualsiasi e al contempo per sé soli?).
A sinistra invece, una figura si affanna in una ricerca costante: tra i volti di una festa
di paese non trova quello che cerca, viaggia fino al mare senza successo, corre veloce in un treno che riflette il tramonto, mangia da sola un gelato, sostando e sperando che l’oggetto della sua ricerca si manifesti.

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Quando il protagonista e la sua anima si ritrovano, anche la Concejo e la Tokarczuk si riuniscono: sembra quasi che la scrittura di una e il disegno dell’altra si fondano insieme, finalmente ritrovate.

L’Anima smarrita, nella sua bellezza, ha ottenuto inoltre una menzione speciale da parte della Bologna Childrens Book Fair per il BRWA – Bologna Ragazzi Award, e con queste motivazioni della giuria, chiudiamo il nostro articolo:

“intenso racconto con un tratto filosofico, offre nelle tavole di Joanna Concejo una precisa atmosfera che si nutre di pace, presenza mentale, memoria, malinconia, nitidezza del segno e della visione. Il raffinato progetto editoriale vive in un perfetto doppio registro dove testo e illustrazioni concorrono a una narrazione complessivamente preziosa dedicata all’importanza dell’anima.”

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