La stella di Anna Maria Jopek

anna maria jopek
AMJ ovvero quando cantare in polacco non costituisce un limite ma un vantaggio.

Esistono varie accezioni per definire il significato di stella nel campo artistico, una delle più comuni è l’essere conosciuti, possibilmente a livello internazionale, mettendo al servizio delle mode imperanti parte del proprio talento artistico raggiungendo così il grande pubblico e quindi la notorietà.

Se volessimo rifarci a questa accezione Anna Maria Jopek non sarebbe assolutamente una stella, se invece per stella intendessimo un artista che in nome della propria integrità non concedesse niente al pubblico se non il proprio immenso talento, il visionario sguardo delle proprie opere che attraversa il concetto di arte e la trasforma, allora AMJ potrebbe essere definita la più grande tra le stelle.

Chi non avesse dimestichezza con la musica polacca dell’ultimo decennio si chiederà chi sia la Jopek, cosa ha dato di nuovo alla musica, e soprattutto, in cosa consiste la sua originalità.

Anna Maria Jopek è una cantante, musicista e autrice la cui ascesa inizia quando viene scelta per rappresentare la Polonia nel concorso Eurovision del 1997 e che da allora dedica la propria vita artistica a promuovere la lingua polacca nella musica, tanto in campo nazionale quanto all’estero. Si potrebbe dire che il suo personale stile musicale abbia influenzato persino il significato della parola jazz nel suo paese il quale è diventato sinonimo di tutto ciò che non è rock, anche la musica classica diventa jazz con AMJ come prova la sua versione di Kujawiak una mazurka in do diesis minore magistralmente eseguita con l’accompagnamento del pianista giapponese Makoto Ozone.

Quello che realmente contraddistingue questa incredibile artista è che il cantare in polacco è il punto di forza della sua espressività artistica, anche in presenza di collaborazioni internazionali, ne è un esempio lampante il concerto con un mostro sacro della musica mondiale come Pat Metheny, iniziato con una canzone religiosa ‘Cichy zapada zmrok’ e seguito da una miscellanea di musica del proprio repertorio e di pezzi scritti da Metheny eseguiti appositamente con liriche tradotte in polacco ad esempio ‘So May It Secretly Begin’ presentato con il titolo di ‘Mania Mienia’.

Le collaborazioni internazionali non si fermano certo a Metheny basti pensare che il percussionista storico della Jopek è un certo Mino Cinelu già collaboratore di Miles Davis, Weather Report e per quanto riguarda casa nostra Pino Daniele. Il cultore della musica jazz più tradizionale non si farà scappare il fatto che nei suoi dischi suoni anche gente del calibro di Richard Bona e Branford Marsalis, chi invece è appassionato di musica etnica apprezzerà il concerto con Youssou N’Dour.

Da un lato la sua musica prende spunto da quella tradizionale e folcloristica come nel pezzo Laura i Filon tratto dalla poesia dell’importante poeta del diciottesimo secolo Franciszek Karpiński, dall’altra la Jopek non è etichettabile né come cantante di folclore né di jazz nel termine stretto della parola. Commercialmente compie scelte contrarie alle convenzioni del mondo musicale che la circonda come non facessero parte del suo DNA ad esempio nel 2011 uscirono ben tre CD in contemporanea il primo ‘Sobremesa’ inteso come un approfondito studio della musica in lingua portoghese proveniente da Portogallo, Brasile e Capo Verde ma come sempre accompagnata da un azzeccato connubio con la lingua polacca, il secondo ‘Polanna’ di canzoni tradizionali polacche tra cui la su citata Laura i Filon e Czerwone Maki Na Monte Cassino (papaveri rossi a Montecassino) in ricordo di quei mille soldati polacchi che morirono anche per la nostra libertà, il terzo CD è Haiku in collaborazione con musicisti del teatro tradizionale giapponese, il Kabuki, che ha portato la Jopek a essere conosciuta anche nel continente asiatico tanto da essere ufficialmente l’ambasciatrice della musica polacca in Giappone.

Nonostante le sue canzoni siano quasi esclusivamente in lingua polacca artisti di diversa provenienza hanno iniziato a cantare e suonare cover dei suoi pezzi come ad esempio Kurt Elling vicepresidente dell’associazione che assegna i Grammy negli Stati Uniti ed ex Manhattan Transfer ma si trovano in rete emuli da paesi insospettabili come la Corea dove Jungpyo Lee, un’artista locale, canta ‘cichy zapada zmrok’ avvalendosi di strumenti della tradizione coreana.

Per concludere Anna Maria Jopek è un’artista trasversale, ha saputo attingere dalla tradizione ed agli insegnamenti del padre Stanisław, tenore del più importante gruppo folcloristico polacco. i Mazowsze, dagli autori che l’hanno preceduta come Przybora, dai suoi contemporanei come Turnau ed essere considerata la madrina di tanti talenti emergenti come Ania Szarmach senza mai dimenticare che la musica per riempirsi di parole ha bisogno dei poeti come Wisława Szymborska a cui non ha mai fatto mistero di ispirarsi.

Mario Carbone

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