Kochaj i rób co chcesz: una commedia a ritmo di Disco Polo

Kochaj i rob co chcesz
 
 
di Elettra Sofia Mauri

Kochaj i rób co chcesz (“Ama e fai ciò che vuoi”, 1997) rappresenta il lato più leggero e scanzonato del cinema polacco. Una trama semplice e a tratti quasi rocambolesca rende questa commedia musicale piacevole da guardare, e senza impegno. La storia e la colonna sonora riportano alle origini del fenomeno Disco Polo, di cui abbiamo già parlato, e che negli ultimi anni sta vivendo un inaspettato revival.

Kochaj i rob co chceszSławek, giovane fresco di conservatorio, vive la quotidianità della provincia polacca in contrasto con le sue aspirazioni. Il ragazzo sogna infatti di diventare un grande musicista, passa le giornate suonando l’organo della chiesa del paese e componendo musica. Oltre a dedicarsi alla sua musica, progetta le nozze con la fidanzata storica e lotta contro i pregiudizi di famiglia e amici, che non considerano quella del musicista una professione vera e propria. Oltre ai pregiudizi legati al mondi della musica, Sławek deve affrontare un ulteriore ostacolo: il servizio militare che cerca in tutti i modi di evitare.

La monotonia della provincia viene scossa dall’arrivo di una stella del Disco Polo, invitata per attirare spettatori a un comizio elettorale. Sławek ha la sua occasione per mostrare il suo talento musicale, viene convinto dal futuro suocero a farsi avanti e suonare la tastiera nel gruppo, nonostante la musica da discoteca non sia proprio il suo genere. L’esibizione dà il via a una serie di eventi tragicomici per Sławek (la rottura del fidanzamento, la fuga dal paesino, l’impiego come pianista in un club per adulti), pur mantenendo due costanti: lo scrivere canzoni e i militari alle calcagna, sempre a caccia del “disertore”.

Tra nuovi incontri e avventure on the road, l’epilogo della storia porta Sławek nella capitale, dove realizza il sogno di farsi conoscere per la sua musica. Incide una hit dedicata alla mai dimenticata promessa sposa, che lo porterà al successo e alla riconciliazione con l’amata. L’happy ending ha come colonna sonora la canzone “Wszyscy polacy” dello storico gruppo Disco Polo Bayer Full.

Kochaj i rob co chcesz

La stessa canzone è stata usata recentemente nel finale del film Disco Polo (che vanta come protagonista Dawid Ogrodnik, giovane promessa del cinema polacco contemporaneo, visto anche in “Ida”). In effetti la trama di questo film ha molto in comune con Kochaj i rób co chcesz, da cui probabilmente si è presa ispirazione.

Questo film mostra anche il debutto sul grande schermo di una giovanissima Agata Buzek, nota attrice polacca, vista di recente tra i protagonisti di Obce Ciało (“Corpo estraneo” 2014), ultima fatica del maestro Krzysztof Zanussi.

Robert Gliński, che nella sua carriera ha saputo passare dalla commedia al dramma, firma un film sicuramente poco ambizioso, nonostante prenda il titolo da una citazione di Sant’Agostino. I personaggi risultano molto stereotipati, senza alcuna profondità psicologica, e la trama non brilla certo per originalità.

Il titolo, decontestualizzato dalla sua origine, sembra essere un’esortazione a quella voglia di leggerezza e spensieratezza che ha caratterizzato la “nuova” Polonia post-socialista. Non a caso, la citazione di Sant’Agostino viene data a Sławek come consiglio dal prete della chiesa in cui suona l’organo.

Tuttavia, Kochaj i rób co chcesz risulta comunque essere un film sincero nella sua semplicità, non cerca di essere qualcosa che non è, riesce a regalare momenti divertenti e far provare un po’ di nostalgia a chi, negli anni ’90 il sabato sera si metteva in coda per entrare in discoteca e scatenarsi al ritmo di Disco Polo. 

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