‘Gli indemoniati’ di Witold Gombrowicz

Il “doppio” maschile e femminile nella letteratura polacca del XX secolo. Il caso del ‘romanzo per le cuoche’ di Gombrowicz.

di Claudia Vicini

Gombrowicz PolonicultCosa potremmo mai aspettarci da un romanzo quando è il suo stesso creatore a definirlo “un romanzo per le cuoche”? La nostra mente frivola e ben abituata (per non dire assuefatta) al grigiore mediatico penserebbe subito ad uno di quei “romanzetti saponetta”, volendo così accostarci ironicamente al mondo delle soap opera. Ma non è questo il caso de Gli Indemoniati. Witold Marian Gombrowicz (Małoszyce, 4 agosto 1904 – Vence, 24 luglio 1969) è un provocatore nato, capace di rendersi accattivante agli occhi del lettore con due parole d’effetto. Tuttavia i suoi scritti sono tutt’altro che “popolari”, come lui stesso li definisce, poiché richiedono una riflessione approfondita propria di chi ha una certa sensibilità storica, culturale e letteraria. Non a caso Gombrowicz è considerato tra le “penne” più creative della letteratura polacca del XX secolo.

Il suo percorso non è stato sin dall’inizio quello di un letterato puro. Dopo aver trascorso l’infanzia a Małoszyce, intraprende gli studi universitari a Varsavia, laureandosi in legge nel 1926. Ma nella vita farà tutt’altro che l’avvocato. Ben presto abbandona la carriera letteraria per frequentare i più importanti caffè letterari della città. Sono gli anni ’30, gli anni della ritrovata libertà, quelli in cui comincia a dar spazio alla sua vena artistica. Dopo aver pubblicato un volumetto di racconti nel 1933, è nel 1937 che esce il suo primo romanzo, Ferdydurke, non ritenuto subito il capolavoro che oggi ben conosciamo. Passiamo dunque al secondo romanzo, Gli Indemoniati (Opętani), di cui ci occuperemo oggi, pubblicato sotto pseudonimo e a puntate per la prima volta nel 1939 col nome di Schiavi delle tenebre.

Per Gombrowicz sono gli ultimi mesi in patria. Allo scoppio della guerra deciderà di non tornare più in Polonia e di trascorrere il resto della sua vita in America Latina, finché non morirà a Vence, in Provenza, nel 1969. Fatto curioso, la prima edizione è monca degli ultimi tre capitoli. Tale mancanza è inevitabilmente legata agli anni in cui il romanzo viene pubblicato. Lo scoppio della guerra blocca drasticamente la pubblicazione dell’atteso finale. I capitoli in questione, smarriti e ritrovati molti anni dopo, verranno aggiunti in seguito con la pubblicazione integrale (e definitiva) de Gli Indemoniati.

Gombrowicz Polonicult 3Il romanzo si apre con le vicissitudini dei due protagonisti. Marian Walczak, diciannovenne e maestro di tennis, si reca in treno alla tenuta di Polyka dove lo attende una sua nuova allieva, nonché giovane promessa del tennis, Maja Ocholowska. Giunto a destinazione, tra i due nascerà un legame particolare e ambiguo al contempo. È evidente a tutti che tra Marian e Maja vi sia una profonda somiglianza, interiore ed esteriore. Sono a simili a tal punto da poter sembrare fratello e sorella, sebbene non si siano mai visti prima. “Si trattava di una comunanza più profonda: nel tipo fisico, nell’espressione del volto, nello sguardo, nel sorriso e in qualcos’altro di più profondo e ancor più inafferrabile. (…) Qui non si tratta di somiglianza, ma di accordo profondo, di una concordanza interiore di fisionomie: di qualcosa che li spinge l’uno verso l’altra contro ogni ragionevolezza”. L’eccessiva somiglianza porta inevitabilmente allo scontro, e la loro attrazione si trasforma in crudeltà.

Maja e Marian sono l’uno il “doppio” dell’altro; sono le due facce della stessa medaglia, lo sdoppiamento dell’“io” maschile e femminile. Sono un’unica persona.

Gombrowicz Polonicult 2Il fascino per l’imperfezione, il doloroso e la tensione verso il basso sono da sempre motivi ispiratori per Gombrowicz e alcuni dei suoi illustri contemporanei, come Witkiewicz e Schulz. Sono molte le immagini tipiche di un romanzo gotico, come il castello diroccato abitato da un vecchio principe pazzo o la cucina infestata da un fantasma. Il rapporto tra i due giovani rimanda inoltre a un qualcosa di oscuro, come se forze malefiche si fossero impossessate della vita dei due innocenti protagonisti.

Una storia accattivante e seducente, che vale la pena leggere una volta nella vita. A tal ragione non si può considerare Gli Indemoniati un “romanzo popolare”, come Gombrowicz stesso direbbe. Sebbene la lettura del testo sia scorrevole e piacevole, c’è un qualcosa di profondamente misterioso che si nasconde tra le sue righe, dato dai colpi di scena, dalle ossessioni e dalle presenze inquietanti. Le stesse ossessioni che possiamo riscontrare nei capolavori Pornografia e Ferdydurke. Invitiamo, dunque, alla lettura dei romanzi di Witold Gombrowicz (pubblicati nella loro versione italiana da Feltrinelli), in modo da poter cogliere uno spaccato autentico di Polonia contemporanea, attraverso gli occhi di uno scrittore lontano dalla sua patria, ma che la stessa non ha mai dimenticato.

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