Il vario mondo di Czesław Niemen

Niemen

di Luca Ventura Saltari

Niemen in Italia

Nasceva ottant’anni fa, in un paesino dell’attuale Bielorussia, un uomo che avrebbe lasciato un’orma importante nella musica rock polacca e che oggi continua ad essere praticamente sconosciuto in Italia: Czesław Niemen. Ad essere nato a Stare Wasiliszki il 16 febbraio 1939 fu in realtà Czesław Juliusz Wydrzycki, il quale solo dopo aver iniziato la sua carriera di cantante assunse come pseudonimo il nome polacco del fiume Nemunas, che attraversa Bielorussia, Lituania e Russia. L’avrebbe fatto, oltre che per ragioni affettive, anche per facilitare la pronuncia del suo nome da parte del mondo anglofono; per essere, imitando in un certo senso l’omonimo fiume che attraversa tre stati, più internazionale.

Ci riuscì, arrivando ad incidere in inglese, in russo, e, non ultimo, in italiano. Perché malgrado oggi in pochi, lasciando da parte polonisti, polonofili e italo-polacchi, ricordino o sappiano qualcosa di questo artista, Niemen ebbe diversi contatti con l’Italia: partecipò al Cantagiro, a San Remo, ebbe una storia che, da quello che riportano i testimoni, non è esagerato definire d’amore con la cantante Farida e soprattutto incise diverse canzoni nella nostra lingua: per esempio La prima cosa bella, Una luce mai accesa, Oggi forse no e Sorridi bambina. Una di queste, Io senza lei, era la versione italiana, con un testo cambiato e certamente più scontato, di Dziwny jest ten świat (letteralmente: “Strano è questo mondo”), uno dei pezzi più amati dal pubblico polacco.

Niemen in Polonia

In patria, infatti, Niemen non è visto come una bizzarria esotica alla Mal dei Primitives, ma come uno degli autori ed interpreti di alcuni pezzi chiave del rock degli anni Sessanta e Settanta: Sen o Warszawie, Dziwny jest ten świat, Bema pamięci żałobny rapsod e Czy mnie jeszcze pamiętasz?. Quest’ultima fu il suo primo successo, anche grazie ad un’interprete d’eccezione, la già celebre Marlene Dietrich, che si interessò alla canzone e la ripropose al pubblico tedesco con il titolo Mutter, Hast Du Mir Vergeben. Altro suo grande successo, sempre di quegli anni, è Sen o Warszawie (Sogno di Varsavia), con le parole di Marek Gaszyński, convertitasi con il tempo nell’inno ufficiale del Legia Warszawa.

Dziwny jest ten świat , chiaramente derivativa di It’s a Man’s Man’s Man’s World, è una delle canzoni ancora oggi più note dell’artista polacco, conosciuta anche in paesi come l’Ucraina, dove è stata anche proposta a The Voice of Ukraine. Lo stesso Niemen l’avrebbe successivamente interpretata, oltre che in italiano, anche in inglese, seppur in un arrangiamento molto diverso, come Strange Is This World (1972).

Con Bema pamięci żałobny rapsod, con il testo tratto da una poesia di Norwid, si apre l’album Enigmatic (1970). La traccia, per complessità, durata e l’uso del testo di un poeta, si distanzia molto dai primi successi di Niemen e deve trattarsi di uno dei primi esempi riusciti di progressive rock polacco. La canzone sarà anche tradotta in inglese come Mourner’s Rhapsody, nel 1974.

La poesia in Niemen

A quanto pare fu Wojciech Młynarski a suggerire a Niemen di scrivere una musica per i versi di Norwid, e fu un consiglio che ebbe un grande effetto, dato che tutti i testi di Enigmatic sono in origine poesie autonome: oltre a Bema pamięci żałobny rapsod, gli altri testi sono Mów do mnie jeszcze di Przerwa-Tetmajer, Jednego serca di Adam Asnyk e Kwiaty ojczysty di Tadeusz Kubiak. Anche l’album seguente, intitolato semplicemente Niemen (1971) vedrà la presenza di Norwid, con Aerumnarum plenus e Italiam, Italiam, nonché quella dello stesso Młynarski, autore di ben quattro testi su undici.

L’amore per la poesia e per Norwid in particolare è confermato in altri dischi degli anni Settanta come Niemen Aerolit (1975) e Idée Fixe (1978). In Aerolit vale la pena notare anche la sua interpretazione di Kamyk, un componimento di Zbigniew Herbert che, grazie alla traduzione di Pietro Marchesani, è disponibile anche in italiano.

Sembrerebbe quasi che Niemen non abbia aspettato altro che un il suggerimento di un poeta come Młynarski per sentirsi autorizzato a lasciarsi alle spalle versi a volte anche molto banali come quelli di Sen o Warszawie.

Niemen oltre Niemen

Questo desiderio di sperimentare nuove soluzioni è per Niemen una costante e non solo a livello di testi. Del resto, già passare dalla canzone che piacque tanto alla Dietrich allo pseudojamesbrown di “Dziwny jest ten swiat” era stato qualcosa di audace. Ancora più coraggioso, però, è uscire dalla rassicurante forma canzone, utilizzare versi di poeti, come accade in Enigmatic.

Già da questo album, sia che piaccia sia che appaia pretenzioso come il peggior progressive sa essere, si può intuire come la struttura delle canzoni degli esordi, pur di successo, risultasse troppo angusta per lo spirito di Niemien. La stessa interpretazione di Kamyk ci avvicina a territori che in Italia sono stati esplorati da Battiato e all’estero da certi album di John Cale. Questa tendenza alla ricerca si acuisce negli anni Settanta, con dischi dalla forte impronta elettronica come Katharsis e ancora di più negli ultimi due lavori di Niemen, Terra Deflorata del 1989 e spodchmurykapelusza del 2001. Ascoltando questo suo ultimo album è quasi impossibile pensare al Niemen degli esordi: pezzi come Antropocosmicus e Spokojnym krokiem potrebbero mostrare, per via dell’interesse per la musica elettronica, una certa continuità con Kamyk, ma sono lontanissimi dai primi successi. È anche per questa varietà interna che l’opera di Niemen merita di essere scoperto o riscoperto e, che poi lo si apprezzi o meno, allontanato dall’immagine esotica e un po’ ridicola di cantante polacco in gita a San Remo.

Iscriviti alla newsletter di PoloniCult

Iscriviti per ricevere in anteprima le novità di PoloniCult, la raccolta dei nostri migliori articoli e contenuti speciali.

I agree to have my personal information transfered to MailChimp ( more information )

Non ti invieremo mai spam, rispetteremo la tua privacy e potrai recedere in ogni momento.

148 Condivisioni