Un album all’attivo, Luminosity, e tanta esperienza e voglia di innovare; Hegemone è una band di cui sentiremo parlare.
di Salvatore GrecoSe parlare degli Tsima ci aveva permesso di dribblare con garbo il problema di definire i confini del post-rock, oggi con gli Hegemone e il loro interessantissimo Luminosity (2014) difficilmente si può esulare dal dare la giusta ampiezza al genere con cui proprio il bassista e voce degli Hegemone, Marcin Szpot, definisce la loro musica: post-metal.
Il post-metal è un genere che difficilmente trova spazio persino sulle pagine (cartacee e virtuali) della stampa più specialistica e appartiene alla coscienza e al gusto di una nicchia di ascoltatori piuttosto curiosa. Del metal “classico” assume la composizione strumentale e l’uso della vocalità growl, ma rinuncia alle progressioni feroci e agli assoli prediligendo chitarre più melodiche e persino un atteggiamento decisamente slowcore. Al post-rock, tendenzialmente più intimista, aggiunge una maggiore aggressività e ovviamente il canto che spesso è quasi del tutto assente e, quando c’è, di certo non si tratta di growl o scream.
Di sicuro per il sottoscritto, ascoltatore abituale di post-rock e molto meno di metal nelle sue più varie derivazioni, gli Hegemone ricordano più gli Slint (con le dovute differenze) dei Metallica e la storia della band non mi sorpende in questo senso.
“Veniamo tutti da esperienze diverse. La base di partenza era senz’altro il metal, io ho portato la componente black-metal e prog ad esempio, ma Kacper (Jachimowicz, il chitarrista n.d.r.) veniva dallo sludge, Tomasz (Towpik, il batterista n.d.r.) dal death metal e Kuba (Jakub Kowalczyk n.d.r.) addirittura è un sassofonista con un passato nella musica industrial. Ognuno ha portato un po’ del suo e per questo la nostra musica è così eclettica. Quando abbiamo iniziato a suonare assieme pensavamo di fare del post-rock ‘tradizionale’, ma poi abbiamo deciso di seguire le nostre attitudini soprattutto nell’uso delle chitarre un po’ più aggressivo e quindi siamo arrivati a questo. Il nostro inizio nella musica, la stessa scrittura di Luminosity, è stato come un corso d’acqua che scorre, in continuo sviluppo”.
Queste parole di Marcin Szpot effettivamente rispecchiano molto bene l’anima degli Hegemone e di Luminosity che, pur essendo un concept-album, porta dentro di sé tanti stimoli diversi che lo rendono particolarmente interessante. Se il brano di apertura, Diurnal, mantiene la tradizionale struttura di un pezzo hardcore/metal su tempi più lunghi e lenti, la vera prima intuizione di eclettismo arriva con The hunt within dove sette minuti di chitarre e basso suonati in lenta progressione fanno da letto a un’improvvisazione di sassofono che cresce lenta ma inesorabile (è il caso di dirlo) come da manuale del post-rock creando atmosfere cupe decisamente riuscite. L’aumento di intensità delle chitarre e la batteria via via più presente segnano il cambio di marcia che tutti gli amanti delle degenerazioni prog amano, ma che non arriva del tutto preferendo chiudersi in un loop con una scelta stilistica che davvero ricorda gli Slint in modo impressionante.
Il non voler rinunciare al suono pieno e vibrante delle chitarre accompagnate da distorsioni “classiche” rispetto a un più tradizionale moto lo-fi rende l’esperimento degli Hegemone particolarmente interessante e lo dimostra Away from the sun dove i momenti di lento accompagnamento si alternano a successioni rapidissime -e tecnicamente ben eseguite- in un compendio sonoro frutto di un cammino lungo e ragionato.
“Gli esordi di Hegemone come band risalgono al 2010 quando Kacper e Tomasz hanno iniziato a fare delle jam session assieme alla fine delle prove per la band in cui suonavano all’epoca. Nel 2012 poi è arrivato Jakub e alla fine anche io. Lì è iniziato ufficialmente il progetto di Hegemone” racconta Szpot “da lì abbiamo iniziato a suonare tutti assieme portando ognuno la propria esperienza senza alcuna pregiudiziale, abbiamo suonato in vari concerti in giro per la Polonia e nel frattempo venivano fuori i brani che poi hanno composto Luminosity. Anche la scrittura è frutto di un lavoro collettivo, io ho scritto la maggior parte dei testi, ma poi c’è chi ha curato gli arrangiamenti chi il mix e i tempi, insomma non c’è un vero e proprio autore, lo siamo tutti”.
Non si può immaginare diversamente la genesi di Nitinghale, quinto e penultimo brano dell’album, che combina l’oscurità richiamata e dall’intro lenta e pesante con accelerazioni furiose di ritmo e chitarre a tutto spiano che fanno da base al canto di Szpot “storm that slashed the wings/journey broken, to the nth/ sunrise covered by darkness’ gown/ descent for eternal fitful nightmare” e poi cede con garbo verso situazioni più melodiche in cui le combinazioni elettroniche creano una base ambient di livello più che buono salvo poi riprendere un ritmo indemoniato con una naturalezza piacevolissima e senza che sembri mai esserci una forzatura.
La chiusura, affidata a XXXIX, è un tributo più classico già dalla notevole lunghezza del brano (12:36) al post-rock più tradizionale con inserti ambient e un basso pregevolissimo che proprio a metà del pezzo introduce con grande capacità musicale alla chiosa cantata -in polacco questa volta- e dove prevalgono gli elementi più legati al metal mentre il gran finale combina le due fasi con un crescendo elettronico accompagnato bene dalle chitarre e “sporcato” dal canto growl sempre piuttosto possente di Szpot.
Insomma Luminosity è un lavoro interessante, pensato e prodotto con cura e in grado di creare suggestioni originali ed efficaci. Come ogni opera prima c’è molto da sgrezzare, forse una linea più coerente da trovare tra le varie anime compositive degli Hegemone, ma in questo senso l’opera di sintesi sembra già cominciata, sempre con le parole di Marcin Szpot: “Per adesso stiamo lavorando a uno split con i Challenger Deep e poi andremo in tournée con i Coffinfish, suoneremo a Łódź, Poznań, Ostrów Wielkopolski e Katowice. Dopo di che inizieremo seriamente a lavorare su pezzi nuovi, abbiamo già diverse idee tutte molto particolari come ad esempio un brano esclusivamente acustico o un pezzo punk hardcore con inserti ambient all’interno….”
Un eclettismo apparentemente senza confini, dunque, quello di questa band di Poznań che con il giusto rodaggio e una sintesi efficace dei vari e ricchi spunti che la animano può trovare il suo posto nella scena indipendente polacca e non solo.
Luminosity si può ascoltare e acquistare dalla pagina bandcamp di Hegemone che si trova a questo indirizzo.