Ewa chce spać – una surreale commedia del ridicolo

Ewa chce spac

Uscito nel 1958, Ewa chce spać è un film nato per il puro intrattenimento e diventato un grande classico della commedia.

di Elettra Sofia Mauri

In una stramba cittadina dove nessuno sembra dormire mai, la giovane Ewa è alla disperata ricerca di un posto dove passare la notte. Arrivata un giorno in anticipo per l’inizio della scuola, Ewa si trova negato l’accesso al dormitorio studentesco, potrà entrarci solo il mattino seguente. Non le rimane che incamminarsi per le vie sconosciute della città sperando di incontrare qualcuno che l’aiuti. Stranamente non si rivela difficile trovare dei passanti nonostante la tarda ora, sembra infatti che nessuno abbia intenzione di andare a dormire in quella città.
Ewa chce spacInizia così la strana peregrinazione di Ewa, che durerà tutta la notte e la porterà a fare gli incontri più disparati. Oltre alla generale mancanza di sonno degli abitanti, salta immediatamente all’occhio il fatto che la città sembri essere abitata quasi esclusivamente da due categorie: ladri e poliziotti. Con il calare del buio le strade della città appartengono solo a loro, impegnati a rincorrersi come se fossero impegnati a  giocare a “guardie e ladri”.
Nella sua giovane ingenuità Ewa si fida di chiunque, lasciando così che ad aiutarla sia un ladruncolo incontrato per strada. Ewa pensa che il gentile giovanotto sia uno studente e di fatto in un certo senso lo è: il ragazzo infatti ha seguito un affollato seminario per aspiranti ladri, ma purtroppo non ha superato pienamente la prova per poter praticare il mestiere dei suoi sogni. Da questo incontro parte una rocambolesca serie di equivoci: i ladri vengono scambiati per poliziotti, Ewa stessa viene presa per una disperata in procinto di tentare il suicidio prima, una prostituta poi. Nella confusione, spesso grottesca, che si crea in una situazione dove niente è ciò che sembra, Ewa viene scortata dal severo poliziotto Piotr. Inizialmente tra i due non scorre buon sangue e l’antipatia reciproca è più che evidente, ma alla fine della notte Ewa riesce a sciogliere con la sua dolcezza il rigido Piotr.

Ewa chce spacIl sorgere del sole sembra riportare ordine in città, Ewa, pur non essendo riuscita a trovare un posto dove dormire, può entrare regolarmente nell’istituto tecnico e alla centrale di polizia si torna lentamente alla normalità, ma si tratta solo di un’impressione.

È infatti il finale a rimettere tutte le carte in gioco: l’inquadratura si apre lasciando apparire sullo sfondo una troupe cinematografica intenta a fare delle riprese, il regista urla dal megafono di fare spazio alle comparse in uscita. Ma allora cosa è vero e cosa no di quello che è successo nella notte? E’ esistita davvero quella strana città di ladri e poliziotti?

Ewa chce spać (Ewa vuole dormire, 1957) è una commedia del secondo dopoguerra polacco. La pellicola appartiene a quel genere di film dell’epoca prodotti principalmente per intrattenimento e per questo il film presenta una linea narrativa estremamente semplice, puntando tutto sulla comicità dell’assurdo.

Il regista, Tadeusz Chmielewski, è stato un esperto del genere; viene infatti annoverato tra i maestri della commedia polacca. La sua regia è stata spesso paragonata a quella del francese René Clair (regista molto apprezzato in Polonia), qualche punto in comune sicuramente c’è ed è evidente, come il gusto per l’assurdo e il grottesco, per il colpo di scena, il saper bilanciare fatti e fantasia.

Chmielewski nel film crea una favola, che a tratti si avvicina alla realtà, mentre in altri se ne allontana prendendo la dimensione del sogno. Il fatto che l’azione si svolga quasi unicamente nella notte aiuta a rafforzare la “dimensione onirica” della storia, inoltre il regista intensifica questo aspetto tramite qualche interessante gioco di luci e ombre. Chmielewski nella sua carriera non si è distinto solo come regista, ma è stato attivo anche come sceneggiatore e produttore (compare ad esempio come co-produttore del discusso film Róża del 2011).

Ewa chce spać ha segnato un punto di svolta non solo per Chmielevski, che raggiunse popolarità e successo con questa commedia, ma anche per l’attrice Barbara Kwiatkowska, che debuttò nel mondo della recitazione proprio dando il volto alla protagonista della pellicola. La Kwiatkowska, nota anche per essere stata sposata con Roman Polanski, purtroppo è morta a soli 55 anni. Nonostante la scomparsa prematura le abbia impedito di continuare la sua carriera, è comunque rimasta un’attrice conosciuta e apprezzata in patria.

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