Ekstraklasa 2020/21 al via

Ekstraklasa 2020/21

Con un formato diverso dal solito e le incognite legate all’epidemia, l’Ekstraklasa 2020/21 è pronta a partire.

di Alberto Bertolotto

I contagi da Covid-19 sono in aumento anche in Polonia, un aspetto che ha creato più di qualche problema anche nel mondo del calcio nazionale. Tuttavia la situazione epidemiologica non pare avere la forza per fermare l’inizio dell’Ekstraklasa 2020/21 che scatterà alle 18 di venerdì 21 agosto. Ad aprire i giochi l’incontro tra lo Zagłębie Lubin e il Lech Poznań, step iniziale di un primo turno che si strutturerà su quattro giorni e si chiuderà alle 18 di lunedì 24 con Jagiellonia Białystok-Wisła Krakow. È tutto, o quasi, pronto per la 95esima edizione del torneo: cosa aspettarsi? A livello tecnico sarà caccia al Legia Warszawa, tornato campione nel 2019-2020 dopo un anno di pausa, mentre la lotta salvezza non potrà essere molto emozionante. Già, perché a livello strutturale sono previste molte novità, connesse a una sorta di piccola rivoluzione del pallone a tinte biancorosse.

ARIA NUOVA. Il principale cambiamento riguarda lo svolgimento e la conseguente durata del torneo. In soffitta la vecchia formula, che prevedeva 30 turni di regular season e 7 di post-season, in cui le prime otto si affrontavano tra di loro così come le ultime otto (in una sorta di girone per il titolo e un gruppo legato alla lotta salvezza). Da quest’anno l’Esktraklasa si svilupperà su 30 giornate, andando così ad abolire la parte relativa al supplemento di stagione. Una scelta, questa, presa prima dell’avvento della pandemia da Coronavirus: non si è deciso di accorciare la stagione per il minor tempo a disposizione per completare, si era scelto di operare in questo modo per dare vita a un torneo più snello e più semplice da seguire. Oltre alla novità internazionale legata all’aumento delle sostituzioni – da tre a cinque – dalla stagione alle porte retrocederà in Pierwsza Liga soltanto una – e non più tre – squadra. Viceversa, dalla “serie B” saranno promosse tre formazioni, esattamente come nelle ultime stagioni. L’organico del campionato 2021-2022 salirà così da 16 a 18 team. Il riflesso immediato è che mantenere la categoria, quest’anno, sarà inevitabilmente più facile: potrebbe essere per molti un’occasione per sperimentare, a discapito dell’adrenalina che può dare una normale lotta salvezza.

LA CONVIVENZA COL VIRUS. L’ultima annata, dopo la pausa legata all’emergenza sanitaria, si è conclusa senza alcun problema. I protocolli sanitari erano chiari, sono stati seguiti molto attentamente e tra le squadre non si sono verificati contagi da Covid-19. Non si può dire altrettanto per l’inizio dell’attuale stagione, cominciata dopo neppure due settimane di stop dopo la precedente. Il primo caso di positività da Covid si è verificato nel gruppo squadra del Wisła Płock dopo pochi giorni dal raduno. Sono seguiti casi analoghi, tra gli altri, al Lechia Gdańsk (con la squadra già in ritiro: l’ha dovuto abbandonare), al Pogoń Szczecin e, soprattutto, al Legia Warszawa, aspetto quest’ultimo che ha portato alla conseguenza sinora più grave, vale a dire l’annullamento della supercoppa, la Superpuchar Polski, contro il Cracovia (vincitore della Puchar Polski). È nato così uno scontro diplomatico tra la Pzpn e il club della capitale, con la prima ad affermare che il Legia voleva nascondere la positività e la società di Varsavia a respingere al mittente quest’accusa. Ancora non si sa quando verrà recuperata la gara, certo non l’unica rinviata sinora in seguito alla scoperta di un membro del gruppo squadra positivo al Covid-19: per questo motivo, infatti, non si sono disputate altre tre partite di coppa nazionale. I club, in molti casi, hanno eseguito tamponi e test seriologici per verificare eventuali casi, tuttavia si avverte la necessità di istituire nuovamente un protocollo sanitario preciso, in modo tale da evitare uno stop al campionato oppure il rinvio di altre partite.

LA FAVORITA. Passando alle questioni strettamente legate al campo, il Legia Warszawa parte nettamente con i favori del pronostico. I legionari puntano a conquistare un posto nelle coppe europee, dopo quattro anni di assenza (la Champions è il sogno, l’Europa League l’obiettivo): si sono dunque rinforzati ulteriormente, andando quasi ad annichilire sulla carta la concorrenza interna. Dopo aver scelto di ripartire in panchina col serbo Aleksandar Vuković, capace di riportare il titolo nella capitale, la dirigenza ha sinora condotto un mercato molto intelligente, mettendo a segno operazioni calibrate e interessante: in difesa, dal Lechia Gdańsk, è arrivata la forza del serbo Mladenović, dall’Hajduk Spalato la qualità del croato Juranović mentre in attacco si è puntato su un giocatore che conosce l’Ekstraklasa come il portoghese del Cracovia Rafael Lopes. Ma i grandi colpi sono stati altri due e hanno rappresentato le maggiori operazioni dell’estate polacca. Come portiere, al posto del giovane (classe 1999) nazionale Radosław Majecki, passato al Monaco, è stato ingaggiato nientemeno che Artur Boruc, 40enne ex Bornemouth (in Premier League), ex nazionale polacco (65 presenze) e tra i migliori interpreti di sempre del ruolo, cresciuto nel Legia e soprattutto grande tifoso del club. Qualità, esperienza, leadership, attaccamento alla maglia: l’ex Fiorentina ha tutto per far fare il salto di qualità ai legionari. C’è di più: si è voluto puntare sul rilancio di Bartosz Kapustka, centrocampista-trequartista classe 1996, tra i principali talenti sfornati nell’ultimo decennio dal calcio biancorosso ma persosi dopo il passaggio dal Cracovia al Leicester del 2016. Quest’ultimi due acquisti vanno inquadrati nel processo di polonizzazione dello spogliatoio, iniziato l’anno scorso con gli arrivi di Paweł Wszołek (esterno ex Sampdoria e Verona) e Bartosz Slisz, quest’ultimo centrocampista ex nazionale under 21, prelevato dallo Zagłębie Lubin alla cifra record (per il mercato interno) di quasi 2 milioni di euro.  Ai loro arrivi si sono aggiunte le conferme della coppia di difensori centrali formata dal nazionale Jędrzejczyk e da Wieteska, del terzino Vesović (attualmente ai box), del forte centrocampista Antolić, del trequartista georgiano Gvilia (8 gol e 6 assist l’anno scorso), del pari-ruolo portoghese Luquinhas (5 centri e 8 assist) e delle punte Kantè (10 reti, ora ai box per infortunio) e Pekhart: calciatori dominanti, almeno in Polonia, per cui è davvero difficile che qualcuno possa battere il Legia, ancora più se rimangono i “canterani” Michał Karbownik, terzino e Maciej Rosołek, attaccante: entrambi classe 2001, non è escluso lascino i legionari visto che molti club, all’estero, li seguono.

 Ekstraklasa 2020/21

Artur Boruc, nuovo portiere del Legia Warszawa. Credit: Legia Warszawa Facebook Official Fanpage

LA CONCORRENZA. Il secondo e il terzo posto regalano il pass per i turni preliminari di Europa League. Ma il Lech Poznań, forte della piazza d’onore dell’anno scorso, proverà soprattutto a infastidire il Legia. Abbandonate alcune scelte tecniche, che non appartengono al dna del club (su tutte l’ingaggio dell’ex ct Nawałka nel 2018), i ferrovieri sono ripartiti nel 2019 dai prodotti del proprio vivaio, forse il migliore in Polonia, e da un tecnico propositivo come Dariusz Żuraw. I 23 gol del danese Christian Gytkjaer hanno fatto il resto, riportando il club in alto. Ci sono i presupposti per ripetersi, l’unico punto di domanda è legato al fatto che proprio il bomber scandinavo ha lasciato il club per approdare al Monza nella serie B italiana. Il suo ciclo era tuttavia finito: toccherà all’erede designato Mikael Ishak colmare il suo addio. Passato anche in Italia da Parma e Crotone, l’ex attaccante del Norimberga può essere una delle stelle della lega. A spingere i ferrovieri la forza dei giovani come Jakub Kamiński, Filip Marchwiński e Filip Szymczak (classe 2002), oltre ai già un po’ più attempati (e già in nazionale) come Robert Gumny (ammesso che non vada in Germania al Borussia Moenchengladbach) e Kamil Jóźwiak. Il loro entusiasmo e talento può essere l’antidoto al dominio Legia. A lottare per il podio una serie di squadre. Tra queste il Cracovia, che durante la scorsa stagione ha conquistato la sua prima Puchar Polski della sua storia. Michał Probierz, una sorta di José Mourinho in salsa polacca, ha dimostrato di saper lasciare il segno esattamente come allo Jagiellonia, portato anch’esso nel 2010 a vincere la prima coppa nazionale. Alla sua quarta stagione a Cracovia, anche quest’anno gli hanno ceduto un gioiello: dopo, tra gli altri, Krzysztof Piątek, stavolta a dire addio è stato Rafael Lopes, passato al Legia dopo aver segnato 12 gol. Il club ha scommesso su Marcos Alvarez, spagnolo nato in Germania, autore di più di 30 reti nelle ultime tre stagioni in Zweite Bundesliga. Basterà? Grande curiosità per l’arrivo del figlio del grande Rivaldo, Rivaldinho, classe 1995, attaccante. Nelle ultime esperienze accumulate tra Bulgaria e Romania non ha lasciato il segno. In Polonia si augura di dare una svolta alla propria carriera.

La lotta si estende al Piast Gliwice, campione nel 2019, capace di chiudere al terzo posto nella precedente stagione. Gli altoslesiani sono costretti a ripartire senza il loro giocatore più prolifico, Jorge Felix, ceduto ai turchi del Sivassport dopo 16 gol e 4 assist. Non è una perdita da poco: il mercato è ancora aperto e qualcuno al suo posto può arrivare, ma al momento le speranze sono riposte solo su Piotr Parzyszek (12 reti) e sulle capacità del tecnico Waldemar Fornalik di valorizzare nuovi giocatori. Positivo il fatto di aver tenuto parte della vecchia guardia (tra tutti il capitano Gerard Badia).

Un aspetto riuscito almeno per ora anche al Lechia Gdańsk di Piotr Stokowiec, quarto nell’ultimo campionato, che ha salutato solo i difensori Filip Mladenović (al Legia) e Błażej Augustyn (passato a Bialystok) e il trequartista Patryk Lipski (approdato a Gliwice): il giudizio tuttavia è sospeso, perché potrebbero partire anche Karol Fila (direzione Italia) e Tomasz Makowski (verso l’Inghilterra). A quel punto, gli złoty per operare qualche operazione interessante ci sarebbero, tuttavia dovrà essere bravo il buon Stokowiec ad assembleare i nuovi volti molto velocemente. I vincitori della Puchar Polski del 2019 conteranno come sempre sul loro asso, Flavio Paixao, attaccante portoghese classe 1984 capace di chiudere in doppia cifra anche la scorsa stagione (14 gol). Sul Baltico dal 2016, è la colonna del gruppo. Arrivò al tempo da quello Śląsk Wrocław che, dopo il quinto posto del precedente torneo, punta ancora più in alto. Squadra interessante quella allestita dal confermato tecnico ceco Vitezslav Lavička, che punta a fare da guastafeste nonostante l’addio dell’ottimo Przemysław Płacheta, esterno d’attacco passato al Noriwch in Inghilterra dopo 8 gol e 5 assist. Oltre ad alcune conferme importanti, tra cui quella della punta spagnola Erik Expòsito (8 reti e 4 assist), sembrano azzeccati alcuni acquisti: tra tutti, quello relativo a Waldemar Sobota, centrocampista, di ritorno in Bassa Slesia dopo sette anni e reduce da cinque stagioni al Sankt Pauli, e quello legato all’ingaggio al 25enne Fabian Piasecki, capocannoniere con 17 gol della Pierwsza Liga (serie B) con lo Zagłębie Sosnowiec.

Nel gruppo di testa prova a inserirsi anche il Pogoń Szczecin, partito molto bene un anno fa andando in testa alla classifica ma poi persosi al rientro dopo il lockdown (ha chiuso sesto). Allenatore e ds sono stati confermati (Runjac e Adamczuk), ha fatto rumore il colpo Michał Kucharczyk, ala al rientro in Polonia dopo un anno in chiaroscuro in Russia. Il 29enne di Varsavia è stato una gloria del Legia, con cui ha giocato nove anni, vinto cinque campionati e segnato 48 gol in 240 presenze in Ekstraklasa. Visto il rendimento dell’ultima stagione, è tornato in patria con grande voglia di rifarsi: può aiutare il Pogoń a lottare per il podio.

Ekstraklasa 2020/21

Michał Kucharczyk, nuovo acquisto del Pogoń Szczecin. Credits. Pogoń Szczecin Official Fanpage

INCOGNITA, SORPRESE E LOTTA SALVEZZA. Molta incertezza attorno allo Jagiellonia Białystok, una delle due società dell’Ekstraklasa dell’Est della Polonia. I podlachi sono stati gli unici nel gruppo della medio-alta classifica ad aver cambiato l’allenatore, passando dal bulgaro Ivajlo Petev – esonerato poco prima del ritiro – a Bogdan Zając, polacco, ex vice di Adam Nawałka alla guida della nazionale, alla prima esperienza da capo-allenatore a quasi 48 anni. Da verificare quanto e con che velocità possa incidere come responsabile tecnico e al timone di una squadra che vuole tornare grande dopo due stagioni in chiaroscuro.

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Bogdan Zając, nuovo allenatore dello Jagellonia Białystok. Credits: Jagellonia Bialystok Official Fanpage

Sembra essersi rinforzato il Wisła Kraków, autore di un ottimo finale di torneo grazie a cui ha conquistato una facile salvezza dopo i patemi di inizio stagione. La stella bianca è ripartita con Artur Skowronek in panchina, ha inserito nel motore l’interessante attaccante ex Maccabi Natanja Fatos Beciaraj, ha deciso di valorizzare il talento di Aleksander Buksa (punta classe 2003 su cui c’è anche la Juventus), e tuttavia è appena uscita dalla Puchar Polski per mano di una società di Trzecia Liga (la serie D italiana). Serve cambiare subito marcia e a suonare la carica ci sarà sicuramente il leggendario Kuba Błaszczykowski, alla terza stagione col Wisła. A proposito di Wisła: a Płock sono costretti a ricominciare senza la loro stella, Domink Furman, regista classe 1992, tornato in nazionale l’anno scorso e autore di 7 gol e 6 assist. Perdite pesantissime anche a Zabrze e a Lubin, visto che Górnik e Zagłębie hanno dovuto salutare rispettivamente il 36enne attaccante basco Igor Angulo – 80 gol in quasi 140 gare tra i minatori – e Bartosz Białek, punta classe 2001 passato al Wolfsburg per 5 milioni di euro in virtù di un campionato esplosivo fatto di 19 presenze, 9 gol e 4 assist. Ai rispettivi allenatori, Radosław Soboloweski, Marcin Brosz e il ceco Martin Sevela, tutti confermati, il compito di metterci del loro per saper far crescere delle squadre molto cambiate rispetto alla scorsa annata.

Anche il Raków Częstochowa, dopo il buon campionato da neopromossa, ha rivoluzionato la propria rosa mantenendo in panchina il suo faro, il tecnico Marek Papszun, in rossoblù dal 2016 e protagonista della salita dalla Druga Liga all’Ekstraklasa. Marcin Cebula, ala ex Korona Kielce, è l’acquisto da seguire maggiormente così come i due ex Raków Gliwa e Kościelny approdati in una delle tre neopromosse, lo Stal Mielec, l’unica del gruppo ad aver cambiato tecnico ingaggiando Dariusz Skrzypczak al posto dell’autore del grande salto Dariusz Marzec. Il club che fu di Grzegorz Lato è tornato in Ekstraklasa dopo 24 anni, uno in meno rispetto al Warta Poznań pronto a sfidare nel derby i cugini del Lech con il confermato Piotr Tworek in panchina. La “famiglia” si completa con il Podbeskidzie Bielsko-Biała, che ha vinto la Pierwsza Liga dopo quattro anni di permanenza dopo la retrocessione ed è pronto per ripartire con un trainer in ascesa come Krzysztof Brede (classe ’81). Dato che è prevista un’unica retrocessione, per loro il ritorno nel massimo campionato polacco non sarà complicato come per le matricole delle tornate precedenti. Per tutte, a ogni modo, non solo per le ultime arrivate, ci sarà tempo per sbagliare. Sarà importante tuttavia non perderne troppo.

Grazie per la consulenza e il confronto a Michał Trela (Newonce Sport), Tomasz Czoik (Gazeta Wyborcza), Filip Macuda (Prawda Futbolu), Mariusz Kordek (Lechiahistoria.pl)

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