Le siepi – Maria Karpińska #2
Durante quel periodo mi veniva facile provare disprezzo per gli altri. L’empatia e l’orgoglio mi venivano difficili, provare nostalgia era praticamente impossibile, il disprezzo invece era una sensazione facile, comune, si potrebbe dire. Innanzitutto, c’erano gli amanti delle cosiddette piante poco impegnative a risvegliarlo. “Poco impegnativo” è uno slogan che serve solo ad offendere i potenziali clienti. Quanta poca considerazione di se si può avere, per comprarsi un ficus al centro commerciale e, uscendo dal parcheggio sotterraneo, rallegrarsi che gli serva poca acqua?
Quando pensavo al “poco impegnativo” mi assaliva un’ondata di disprezzo, ma anche un’insalubre soddisfazione, un attimo dopo. “Poco impegnativo” nella realtà può voler dire anche insidioso. Il pericolo si insidia anche nell’apparente confort che si vende gratis insieme al vaso. Qui non si tratta affatto della pianta che secca, se non viene annaffiata per un po’, cosa che, comunque, non dovrebbe succedere. O che appassisce se messa al buio, nonostante l’etichetta dica che sarebbe stata bene ovunque. È l’umana noia ad uccidere le piante. Questo genere di dilettanti, scocciati persino di svolgere quelle piccole mansioni, mette i vasi sul balcone al pieno sole di metà agosto, facendone bruciare le foglie o, ancor peggio e più frequente, dando loro troppa acqua. Eppure è così, che senz’acqua le piante muoiono e con troppa marciscono.