Amica Wronki – pallone e cucine dalla provincia in Europa

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Solo 14 anni di calcio professionistico, cinque trofei in bacheca a rappresentanza di una piccola città. Questa è la storia dell’Amica Wronki.

di Salvatore Greco

Lungo la strada che da Poznań porta a Stettino, dopo aver percorso una sessantina di chilometri, ci si imbatte nella cittadina di Wronki. Nessuno direbbe che questo centro di undicimila anime e poco più si distingua granché dal microcosmo dei sobborghi polacchi, ma Wronki non è un nome qualunque nella geografia locale. Qualcuno la ricorda per il suo penitenziario, il più grande di tutta la Polonia, qualcun altro perché sede di Amica, colosso degli elettrodomestici, ma quello che a noi più interessa oggi è la sua squadra di calcio, che dal 1992 al 2006 portò a Wronki cinque trofei nazionali e altrettante apparizioni in competizioni europee prima di venire smembrata e ingoiata da logiche più grandi. Quella squadra era l’Amica Wronki.

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La fondazione e gli esordi (1992-1997)

Diversamente da altri sport, come la pallacanestro, nel calcio l’identificazione tra una squadra e il suo sponsor raramente si presenta con forza marcata. Esempi storici sono quelli tedeschi del Bayer Leverkusen, legato all’omonima storica industria farmaceutica, o quello del Wolfsburg che della Volkswagen non porta il nome ma ne è comunque emanazione più o meno ufficiale.

Per l’Amica Wronki la storia è più o meno di questo tipo, con la società che nasce nel 1992 dalla fusione tra il Błękitni Wronki e il Wromet Wróblewo grazie ai fondi immessi proprio da Amica, a suo modo rivoluzionaria nello sfruttare la cassa di risonanza del calcio per promuovere il proprio marchio. La parte sportiva del progetto viene affidata alle cure di Ryszard Forbrich, ex-barbiere del penitenziario di Wronki e personaggio poco trasparente (si vocifera ancora di un suo coinvolgimento come spia della polizia segreta) che da Wronki inizierà una carriera nel calcio farcita da varie cariche federali e altrettanti processi per corruzione. Approfittando della riorganizzazione dei campionati e della fisiologica fase di riassetto, la neonata società riesce abbastanza facilmente a realizzare le sue ambizioni ottenendo promozioni in serie dal campionato interregionale fino alla prima divisione polacca, l’Ekstraklasa, conquistata alla fine della stagione 1994-95 sotto la guida tecnica di Marian Kurowski, rimasto allenatore dei kuchenni (cucinini, questo il soprannome della squadra con ovvio riferimento ad Amica) fino al 1999 prima di passare al Lech Poznań.

Sono anni di povertà tecnica per il calcio, orfano dei fasti degli anni Settanta e Ottanta in cerca di una nuova collocazione, ma anche di una rivoluzione delle società che corrono incontro alla liberalizzazione. L’Amica Wronki gode della posizione di vantaggio nell’adeguamento al nuovo sistema, mentre per fare un esempio eclatante a pochi chilometri da Wronki, il Lech Poznań nel 1994, fresco del suo quinto titolo nazionale, cessa di essere la squadra delle ferrovie di stato e inizia un decennio di piazzamenti mediocri che lo porteranno alla clamorosa retrocessione nella stagione 1999/2000.

È in questa nicchia che la società espressione di una cittadina così piccola ma costruita sul capitale di un’azienda così grande si inserisce pian piano. Alla sua prima stagione nel massimo campionato, l’Amica Wronki si presenta con uno stadio che conta poco più di 3000 posti, pochissimi persino per un calcio ancora molto acerbo come quello polacco, ma anche grazie alla coincidenza con i pallidi anni del Lech, sembra che il tifo della Grande Polonia guardi con interesse a questa piccola società pronta a inaspettati successi.

Gli anni d’oro (1997-2005)

I primi due anni dell’Amica Wronki in I liga – che non si chiamava ancora Ekstraklasa – sono dominati dal Widzew Łódź che vince il campionato 1995/96 con 88 punti, 40 in più dell’Amica classificatosi quinto e quello 1996/97 con 81 punti, “solo” 29 punti in più dell’Amica di nuovo quinto. La stagione 1997/98 inizia invece sotto nuovi auspici, il nuovo tecnico di stanza a Wronki Wojciech Wąsikiewicz mette in piedi una squadra capace di tenere botta in campionato e di scalare i turni della Coppa di Polonia con un significativo 3-0 rifilato negli ottavi al Legia Varsavia. Tra aprile e maggio, con fatica e ai supplementari, i kuchenni superano anche i quarti e la semifinale e il 13 giugno del 1998 giocano a Poznań la finale della coppa di Lega contro l’Aluminium di Konin. Dopo il 3-3 maturato nei tempi regolamentari, i goal di Sokołowski e Król nei tempi supplementari chiudono il risultato sul 5-3 per l’Amica Wronki regalando alla giovanissima formazione la coppa di Polonia e l’accesso in Europa nella ormai estinta competizione della Coppa delle Coppe.

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È un successo strano, quasi fatale, ma che a Wronki non vogliono considerare occasionale. La stagione successiva comprende la Supercoppa di Polonia (vinta 1-0 contro lo ŁKS) ma anche l’impegno europeo, e i primi avversari dei nostri sono i modesti maltesi dell’Hibernians superati 4-0 in casa e 1-0 a La Valletta mentre il turno successivo è decisamente inarrivabile contro i più maturi olandesi dell’Heerenveen. L’andamento in campionato segue quello degli anni precedenti, seppur con qualche sconfitta in più, e l’Amica Wronki chiude in 12esima posizione, ma è ancora una volta la Coppa di Polonia il terreno sul quale i giocatori del piccolo club dei “cucinieri” danno il meglio di sé. Dopo una cavalcata nei turni preliminari arriva la doppia sfida in semifinale contro i due volte campioni di Polonia del Widzew Łódź, l’1-1 dell’andata si ripropone anche al ritorno e sono i calci di rigore a concedere all’Amica Wronki la seconda finale consecutiva. Il 13 giugno 1999, di nuovo allo stadio del Lech, ai giocatori del Wronki si oppongono quelli del GKS Bełchatów, giustiziere del Legia nei quarti di finale. Sblocca la partita il difensore Mirosław Siara con un goal all’apertura del secondo tempo che sarà anche l’unico di tutta la partita e darà all’Amica Wronki la seconda Coppa di Polonia consecutiva e il terzo trofeo della sua giovane esistenza.

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La stagione 1999/2000 inizia con una consapevolezza nuova: l’Amica Wronki è una realtà del calcio polacco, una piccola simpatica a tutti (meno che ai tifosi delle squadre sconfitte nelle finali di coppa) che accattiva e stupisce. A settembre arriva un altro piccolo record con la vittoria 1-0 in Supercoppa contro i campioni di Polonia del Wisła Kraków, la seconda Supercoppa per i cucinieri, il quarto trofeo in bacheca per una squadra che a livello territoriale rappresenta –lo ricordiamo- una città di 11.000 abitanti. È anche l’anno del secondo impegno europeo, questa volta in coppa Uefa, e arriva la soddisfazione del superamento del primo turno dopo il doppio impegno contro i danesi del Brondby, (sconfitti 2-0 a Wronki e vittoriosi soltanto 4-3 in Danimarca), precedente alla sconfitta contro gli inarrivabili dell’Atletico Madrid. In campionato i cucinieri arrivano quinti dopo l’ennesima stagione altalenante e però lo sfizio di sommergere con un netto 5-0 nello stadio di casa i futuri campioni di quell’edizione: il Polonia Warszawa. In Coppa di Polonia, ormai lo sanno tutti, la squadra di Wronki si trasforma, sono tutte partite abbastanza agevoli quelle che supera, tranne i faticosi quarti di finale contro il Legia estromesso solo ai rigori, e in finale –da quest’anno giocata in doppia sfida- arriva quel Wisła a cui a inizio anno l’Amica Wronki ha strappato la Supercoppa. I cracoviani sembrano decisamente più attrezzati, la squadra è per altro allenata da Adam Nawałka oggi selezionatore della nazionale polacca, e giocano la partita d’andata in casa. Remigiusz Sobociński porta in vantaggio gli ospiti alla mezz’oraa del primo tempo, ma il Wisła non ci sta a cedere all’entusiasmo dei cucinieri e grazie a una doppietta di Tomasz Frankowski (45’ e 64’) rimonta fino al 2-1. Ma il vantaggio dei cracoviani dura il tempo dell’esultanza, un minuto esatto dopo è l’eroe della prima coppa Tomasz Sokołowski a riportare la partita sul pari chiudendo il match su un 2-2 che in vista della sfida di ritorno regala non poche speranze all’Amica Wronki. E il ritorno, che si gioca nel piccolo stadio di Wronki bardato a festa, regala ai padroni di casa una vittoria inaspettata. La partita è ruvida come testimoniano i sei cartellini gialli mostrati dall’arbitro durante la partita (cinque a giocatori del Wisła, uno a Pęczak dell’Amica Wronki) ma il risultato non sembra mai in discussione. Biliński, Zieńczuk e poi ancora Sobociński marcano il match bucando la rete cracoviana difesa da Artur Sarnat, il finale è 3-0 e per l’Amica Wronki arriva la terza Coppa di Polonia consecutiva.

Cosa dice del calcio polacco di questi anni la triplice vittoria in Coppa di lega dell’Amica Wronki? Forse nulla, forse molto, di certo la non profondissima concentrazione con cui le dominatrici del campionato approcciano questa competizione che però garantisce un posto in Europa che vale esperienza e soldi. Fatto sta che la piccola squadra della piccola Wronki si guadagna la competizione continentale per la terza volta consecutiva e nella stagione 2000/2001 in coppa Uefa supera due turni contro il modesto Vaduz e i russi del Vladikavkaz prima di cedere all’Herta Berlino. A livello nazionale l’Amica prova a centrare la seconda tripletta della sua storia, ma la terza Supercoppa non arriva a fare compagnia alla terza Coppa di Polonia: lo scontro contro il Polonia Warszawa va in favore di questi ultimi e il record sfuma. In generale è una stagione di passaggio, in campionato l’Amica Wronki chiude settimo più o meno secondo le aspettative, ma la sorpresa arriva in Coppa dove i tre volte campioni si arrendono al terzo turno perdendo contro l’Orlen Płock 1-0. Ad alzare il trofeo saranno poi i varsaviani del Polonia, al meglio della loro storia.

Il 2001/2002 è un anno di revisione dei campionati, la serie maggiore polacca si gioca in due gironi territoriali, l’Amica Wronki arriva in terza posizione nel suo e poi di nuovo terza nel “girone dei campioni”, quello giocato tra le migliori otto uscite dai due gironi territoriali, conquistando il suo migliore piazzamento in campionato. In Coppa di Polonia dopo lo smacco dell’anno precedente i cucinieri tornano in finale e di nuovo contro il Wisła Kraków ma stavolta i cracoviani arrivano più pronti e arrabbiati e si impongono sia all’andata che al ritorno segnando ben otto goal in due partite. L’anno successivo si svolge in maniera molto più anonima, solo terzo turno in Coppa e sesta posizione in campionato, per i tifosi dell’Amica Wronki qualche soddisfazione arriva di nuovo dall’Europa dove i loro beniamini bissano il record di due stagioni prima arrivando al secondo turno, giocato e perso contro il Malaga.

Nel 2003/2004 l’Amica Wronki è ormai una squadra consolidata, quella che la narrazione del calcio di oggi chiamerebbe una favola di lungo corso, di sicuro dimostra come organizzazione societaria e capacità finanziaria di un colosso industriale possano fare di una squadra piccola nell’utenza una potenza calcistica nazionale. Ed è così che l’Amica chiude quest’ennesima stagione di livello, terza classificata dopo Wisła e Legia che hanno dominato il campionato, in Coppa invece il feeling sembra spento per sempre e arriva un’eliminazione al terzo turno che ha il sapore della malinconia.

Il tramonto all’improvviso (2004-2006)

Gli ultimi due anni di storia dell’Amica Wronki sono come quelle storie d’amore che finiscono senza accorgersene, quando tutto sembra andare bene ma in realtà non è così e il momento di rompere arriva come un treno sul binario sbagliato, inatteso e durissimo. La stagione 2004/05 vede gli uomini dell’Amica arrivare ai gironi della nuova Europa League dopo due turni preliminari e, nonostante per loro arrivino solo sconfitte, si tratta di ulteriore esperienza continentale nelle gambe dei giocatori e sugli spalti dello stadio di Wronki. Il campionato quell’anno è particolarmente agguerrito e difendere il terzo posto è difficile, l’Amica arriva sesta e non si qualifica per nessuna competizione europea l’anno dopo, non sapendo quello che sarebbe poi successo.

L’opinione che l’Amica Wronki sia diventato più grande e più ambizioso di quanto possa consentire la città è diffusa da tempo. Accanto ai fautori della “favola” e ai simpatizzanti di quella piccola espressione suburbana e industriale della più grande Poznań si fanno vivi quelli che ritenevano uno spreco la capacità economica dell’Amica e l’esperienza tecnica assimilata dal club all’interno di una cornice che poteva garantire un pubblico di non più di seimila persone (dopo l’ampliamento dello stadio) e una storia così giovane e senza tradizione particolare. Sono gli stessi che soffrono nel vedere il Lech Poznań sguazzare nelle retrovie, affaticato da una stagione capitalistica che sembra non decollare e incapace di spezzare l’egemonia delle squadre cracoviane e varsaviane. Forse il germe dell’idea che poi avrebbe liquidato l’Amica nasce così, da chiacchiere diffuse, o forse no, fatto sta che nel dicembre del 2005, a campionato in corso, il presidente del CdA dell’Amica Wronki e il presidente del Lech Poznań firmarono un pre-contratto di fusione, ratificato poi nel maggio del 2006 alla presenza anche del sindaco di Poznań. La nuova società avrebbe avuto i colori, la storia e a tutti gli effetti l’anima del vecchio Lech Poznań con i capitali e l’esperienza dell’Amica Wronki, difatti cancellata e inglobata. Così, in un’atmosfera surreale di dedicata dismissione, l’Amica chiude il campionato in quinta posizione garantendosi un posto all’Intertoto ma finendo smantellata in favore del Lech che ne avrebbe preso la licenza dall’anno successivo.

Addio Amica Wronki, dunque, e benvenuto nuovo e rinvigorito Lech Poznań. Tutto accade in un’atmosfera di malinconia ma senza che nessuno gridi più di tanto allo scandalo. Scomparsa a colpi di firme e bonifici così com’era nata, l’Amica si era conquistata le simpatie meritate di una Cenerentola ma forse mai quella partecipazione di curva e di campanile tale da sobillare una comunità in sua difesa.

Dopo un anno in quarta divisione giocato con le riserve, arriva lo smantellamento definitivo della società. Oggi Wronki è tornata dei Błękitni, i cui tifosi parlano della parentesi di Amica quasi come di una appropriazione indebita della storia e della tradizione del club. D’altronde non sono più gli anni ’90 nemmeno in Polonia, anche sulla Vistola al calcio si appaltano frammenti di identità da non tradire. Nemmeno in nome di successi esplosivi come quelli dell’Amica Wronki, meteora del calcio polacco.

(Grazie a Lorenzo Berardi per il prezioso suggerimento senza il quale questo pezzo non sarebbe mai nato)

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