“Noi ebrei polacchi”, lingua e identità per Tuwim.

Noi ebrei polacchi

La figura di Julian Tuwim nella percezione dei giovani polonisti vive una curiosa ambiguità, nome tra i più noti a spiccare da un manuale di storia letteraria e tra i meno letti di prima mano. Il motivo è semplice, parte dal poco che si trova in giro e continua con la coscienza del fatto che in lingua originale si tratta di un autore di difficile interpretazione. Un aiuto può venire dall’agile libriccino uscito per Livello Quattro nel 2009 “Noi ebrei polacchi”.

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Stanisław Barańczak, fra Polonia e Nuovo Mondo.

Una premessa è d’obbligo. A oggi non esistono traduzioni italiane tanto dei versi quanto dei saggi di Stanisław Barańczak. Si tratta di una lacuna considerevole e inaspettata e che ci si augura venga presto colmata. La speranza è che, sottovoce, queste righe possano essere d’incoraggiamento in tal senso. Perché ha senso scrivere di Barańczak oggi pur in assenza di uno qualsiasi dei suoi non numerosi scritti nella sempre più ampia selezione italiana della Polonia a scaffale?

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Herbert, l’imperturbabilità del classico.

Il panorama della Polonia a scaffale si va sempre più arricchendo, abbiamo visto nelle scorse settimane alcune interessanti nuove uscite, ma non dimentichiamo che è sempre presidiato da alcuni intramontabili fondamentali, vere e proprie colonne di una biblioteca di letteratura polacca che si rispetti. Uno di questi, di cui ci occuperemo oggi, è l’antologia di Zbigniew Herbert curata da Pietro Marchesani e edita da Adelphi miracolosamente facile da trovare per essere un libro uscito nel 1993, “Rapporto dalla città assediata”.

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