Hanna Krall – Il re di cuori.

Il re di cuori

Da quasi cinquant’anni il nome di Hanna Krall è sinonimo di giornalismo d’alta qualità in Polonia. Merito di un’autrice coraggiosa, dal carattere forte e incapace di scendere a compromessi. Oggi quasi ottantenne, Krall continua a pubblicare articoli, partecipare a dibattiti e seminari recitando un ruolo attivo e rispettato nella vita politica e sociale polacca.

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Halina Poświatowska e l’autobiografia epistolare.

Poświatowska

Halina Poświatowska è stata una talentuosa poetessa polacca, scomparsa prematuramente nel 1967 a soli 32 anni di età. I ritmi della sua vita sono stati scanditi dall’allora incurabile malattia cardiaca, che le venne diagnosticata in tenera età. Ma non per questo Halina rinunciò a coltivare le proprie passioni e talento, nonostante i lunghi periodi di degenza in ospedale e di riposo forzato, confinata nel letto della sua camera.

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Guida il tuo carro sulle ossa dei morti

Il mondo letterario di Olga Tokarczuk non è certo ignoto ai lettori di PoloniCult visto che abbiamo parlato un po’ di tempo fa del suo Casa di giorno casa di notte qui. Oggi raccontiamo invece il romanzo Guida il tuo carro sulle ossa dei morti pubblicato per la prima volta dai tipi di Nottetempo e tradotto da Silvano De Fanti, e riproposto nel 2020 da Bompiani nella stessa traduzione e una revisione di Barbara Delfino.

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L’eredità polacca dei tre fratelli Singer

Fratelli Singer

Nell’elenco dei Nobel per la letteratura polacchi, il nome di Isaac Bashevis Singer non trova posto. Eppure l’autore premiato dall’Accademia di Stoccolma nel 1978 e scomparso a Miami nel 1991 è nato a Leoncin, non lontano da Varsavia, nel 1902. Izaak Zynger, questo lo spelling polacco del suo nome, è inoltre cresciuto fra le cittadine di Biłgoraj e Radzymin, ha studiato e lavorato nella capitale ed è vissuto in Polonia sino all’età di trentadue anni prima di trasferirsi negli Stati Uniti. E solo nel ’43 lo scrittore ha acquisito la cittadinanza americana.

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La casa di Rosa, una storia bifronte.

Uscito nel 2007 grazie alla lungimiranza dell’editore Keller, Casa di Rosa è un romanzo passato ingiustamente inosservato come spesso accade anche ai migliori titoli della Polonia a scaffale prodotti da autori poco conosciuti, come nel caso di Hubert Klimko-Dobrzaniecki che ha firmato questa accattivante storia. Per altro in patria il giovane (classe 1977) Klimko-Dobrzaniecki non è affatto uno sconosciuto, è anzi un autore piuttosto apprezzato e proprio con Casa di Rosa è stato candidato al prestigioso premio Nike nel 2007.

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“Noi ebrei polacchi”, lingua e identità per Tuwim.

Noi ebrei polacchi

La figura di Julian Tuwim nella percezione dei giovani polonisti vive una curiosa ambiguità, nome tra i più noti a spiccare da un manuale di storia letteraria e tra i meno letti di prima mano. Il motivo è semplice, parte dal poco che si trova in giro e continua con la coscienza del fatto che in lingua originale si tratta di un autore di difficile interpretazione. Un aiuto può venire dall’agile libriccino uscito per Livello Quattro nel 2009 “Noi ebrei polacchi”.

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“Morte di un cane ceko” di Janusz Rudnicki.

Un paio di anni fa gli zingari si misero a occupare il campo di concentramento di Bergen-Belsen. In questo modo lottavano per il riconoscimento del loro status di minoranza in Germania; per i risarcimenti, per quello che era successo a suo tempo. Bisognava farlo lì dove in passato si veniva uccisi, ecco perché Bergen-Belsen. Ecco perché c’era stato anche lo sciopero della fame a Dachau (!)

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Stanisław Barańczak, fra Polonia e Nuovo Mondo.

Una premessa è d’obbligo. A oggi non esistono traduzioni italiane tanto dei versi quanto dei saggi di Stanisław Barańczak. Si tratta di una lacuna considerevole e inaspettata e che ci si augura venga presto colmata. La speranza è che, sottovoce, queste righe possano essere d’incoraggiamento in tal senso. Perché ha senso scrivere di Barańczak oggi pur in assenza di uno qualsiasi dei suoi non numerosi scritti nella sempre più ampia selezione italiana della Polonia a scaffale?

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Wiera Gran. L’accusata.

Era da tempo che con una cara amica pensavamo di scrivere un articolo a proposito delle sensazioni che aveva suscitato in noi la lettura del libro Wiera Gran. L’accusata che affronta il trauma di una cantante ebrea sopravvissuta all’olocausto da un punto di vista non convenzionale. Proveremo a mettere su carta una lunga notte passata confrontandoci in maniera febbrile, a volte impetuosa ma sempre appassionata.

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