Della modernità o la società “cuculizzata”

Marciszuk

“Qualcuno” un po’ di tempo fa scrisse un libro il cui titolo era Cattiva maestra televisione. Se Karl Popper fosse ancora vivo, cosa direbbe davanti all’onda distruttiva rappresentata da media e social network? Forse, la televisione è il minore dei mali in questa società narcisistica fondata sull’apparire e sull’avere…

In Quaderni per una responsabilità pedagogica, Katarzyna Marciszuk ci parla di questo e di molto altro. Saggista e studiosa biscegliese di origini polacche, ha da pochissimo pubblicato per Monetti Editore una breve raccolta di saggi volta a fare una critica costruttiva di alcuni elementi caratteristici della modernità – o submodernità – in cui viviamo. I Quaderni sono quattro testi di una manciata di pagine l’uno che ci presentano tematiche diverse ma legate tra di loro non solo perché trattano dell’uomo, ma perché parlano della perdita (o del rischio di perdita) dell’uomo all’interno di un sistema di eccessi che lo incastra e lo immobilizza cuculizzandolo – per dirla con il termine che userebbe Witold Gombrowicz, autore che ritroviamo in uno dei saggi.

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Kim jesteś? Due parole su Witold Gombrowicz

Nel giorno del gombrowiczersario, spunti di lettura e riflessione al di là della banalità. – di Mara Giacalone – “Nie wiem jaki jestem naprawdę”.  A voler scrivere/parlare di Gombrowicz, basterebbe utilizzare questa citazione, mettere il punto e lavarsene le mani. Witold è tutto racchiuso lì. Eppure la critica letteraria è…

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(Del) Cosmo o dramma sull’assurdità della vita

Cosmo

Witold Gombrowicz non ha bisogno di presentazioni, da queste parti; abbiamo scritto diverse cose su di lui e in merito a lui. Quello che farò oggi lo investe in pieno ma, come dire, più trasversalmente perché parleremo sì di Cosmo, ma della versione cinematografica.
Con una produzione franco-portoghese del 2015, il regista Andrzej Żuławski ha deciso di portare sullo schermo l’ultima grande impresa di uno degli autori polacchi più discussi del XX secolo. Żuławski non è certo un pivellino o qualcuno che non sappia fare il suo lavoro e con la messa sullo schermo di questo strano e complicato testo possiamo ben affermare che ha raggiunto sicuramente una vetta molto importante anche se non mancherò di muovere critiche nei suoi confronti. Ma un passo per volta.

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1958 Estación Gombrowicz

La pubblicazione in Argentina della novella “1958 estación Gombrowicz” di Lucas Daniel Cosci rappresenta una ghiotta occasione per riflettere su Gombrowicz uno degli autori più controversi del panorama letterario polacco e sulla sua relazione con il paese che lo ospitò per quasi un lustro, autore controverso sia per la scrittura irriverente che per le vicende personali romanzate e trasfigurate da lui stesso nelle sue varie opere e poi descritte in forma esplicita nel diario intimo pubblicato postumo dalla moglie Rita.

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“Caro Witek” – perché l’umanità ha bisogno di miti.

Gombrowicz

L’estate scorsa, in occasione dell’anniversario di Witold Gombrowicz, il museo a lui dedicato – Muzeum Witolda Gombrowicza we wsoli – aveva organizzato una specie di contest per tutti i suoi fan. Gombrowicz111 –così nominato tale evento – chiedeva ai partecipanti di scrivere chi fosse per loro l’autore, il loro rapporto con le opere… I testi dei partecipanti furono poi tutti pubblicati sul sito ufficiale del museo e su Facebook.

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Apologia di un classico. Ślub: dramma sull’esistenza in tre atti

Slub

Parlando di classici polacchi e pensando a Gombrowicz, il collegamento principale è senza ombra di dubbio Ferdydurke. Ma visto che con questa serie di articoli vogliamo togliere un po’ di polvere a libri che da troppo tempo sono finiti nelle retrovie delle nostre biblioteche, o peggio ancora, non ci sono proprio arrivati, colgo l’opportunità di raccontarvi di Ślub, testo che rimane sempre in disparte.

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‘Gli indemoniati’ di Witold Gombrowicz

Il “doppio” maschile e femminile nella letteratura polacca del XX secolo. Il caso del ‘romanzo per le cuoche’ di Gombrowicz. di Claudia Vicini Cosa potremmo mai aspettarci da un romanzo quando è il suo stesso creatore a definirlo “un romanzo per le cuoche”? La nostra mente frivola e ben abituata…

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