Granice marzeń – viaggio ai quasi confini dell’ex-URSS

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Inizia così Ryszard Kapuściński il secondo capitolo del suo Imperium, libro che raccoglie appunti di viaggio e articoli che il grande maestro del reportage polacco ha dedicato all’ingombrante e affascinante vicino della Polonia, quella creatura che nel breve corso di un secolo ha cambiato almeno tre volte nomi e forme, prima Impero Russo, poi Unione Sovietica, oggi Federazione russa. Le frontiere di quella creatura imponente sono cambiate a loro volta assieme ai nomi, quasi mai passando inosservate, quasi sempre trascinando con sé i destini di uomini e donne, o più spesso di popoli interi. A venticinque anni dalla pubblicazione di Imperium, un reporter polacco è tornato su quelle frontiere, in particolare su quelle che la frammentazione dell’imperium (prima imperiale, poi sovietico, oggi repubblicano) ha lasciato dietro di sé o a volte ha creato ad arte: quel reporter è Tomasz Grzywaczewski e il risultato dei suoi viaggi è uscito nel febbraio del 2018 per Czarne con l’eloquente titolo di Granice marzeń. O państwach nieuznawanych (Le frontiere dei sogni. Sugli Stati non riconosciuti).

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Afronauci – un racconto polacco dell’Africa che vede la luna

Un’osservazione che i più attenti lettori del reportage polacco raramente mancano di fare è che dopo il 1989 la grande scuola di Kapuściński abbia perso un po’ il suo respiro globale, un tempo avremmo detto “internazionalista”, preferendo in buona parte concentrarsi sulla Polonia stessa o al massimo sulle sorti dei paesi vicini e fratelli nella mai indolore transizione alla democrazia liberale. Non ci sono solide basi scientifiche a conferma né numeri impeccabili, ma di certo l’uscita per Czarne la scorsa primavera di un volume dedicato allo Zambia è suonato come una nota fresca e piacevolmente dissonante nel panorama contemporaneo, anche per il tema che l’autore Bartek Sabela ha scelto per questo suo Afronauci. Z Zambii na Księżyc (Afronauti. Dallo Zambia sulla luna), ovvero la storia di Edward Mukuka Nkoloso, co-protagonista delle lotte per l’indipendenza del suo Paese dall’impero britannico e convinto assertore di una cosa tanto semplice quanto pazzesca: lo Zambia libero potrà mandare un uomo nello spazio prima di sovietici e americani.

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Ziemowit Szczerek – viaggio nell’Ucraina che non c’è

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Nell’immaginario italiano, perlomeno in quello di chi non ha una passione spiccata per la geopolitica, l’Ucraina è una creatura strana. Talmente strana che la maggior parte del dibattito fino a poco tempo fa riguardava l’accento: Ucràina o Ucraìna? Sono state le vicende degli ultimi anni, prima con la famosa/famigerata rivoluzione arancione poi con il tracollo iniziato dalle proteste di Majdan, ad accendere su questo Paese un interesse un po’ più “pop” che ha prodotto anche una corposa bibliografia più o meno attendibile. Se è valido asserire che il modo migliore di conoscere qualcuno è sentire cosa ne dicono i suoi vicini, allora è proprio tempo di dedicare un po’ di attenzione a un bel libro polacco sull’Ucraina: Tatuaż z tryzubem (Tatuaggio con il tridente) di Ziemowit Szczerek, uscito per Czarne nel 2015.

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