Le presidenziali in Polonia ai tempi di facebook

presidenziali in Polonia copertina 2 PoloniCult

Le elezioni presidenziali in Polonia si terranno nel maggio prossimo. Al di là dei dati politici in quanto tali, andiamo a scoprire le opinioni dei cittadini polacchi, preziose per capire come si evolve la società.

di Salvatore Greco

Il parlamento italiano ha eletto il Presidente della Repubblica da pochi giorni catalizzando l’attenzione dei media e dei cittadini in modo notevole. Anche in Polonia presto ci sarà un nuovo Presidente della Repubblica, ma le presidenziali in Polonia hanno un peso molto diverso non tanto per i poteri -relativamente simili- quanto per il fatto che si tratta di un’elezione diretta. Cosa vuol dire eleggere il Presidente della Repubblica per la Polonia di oggi? Quali sono i nomi in campo e quali le opinioni dei cittadini in merito alle mosse politiche in campo? Ce lo siamo chiesti e, per la rubrica Life.pl,  cerchiamo di capire cosa ne pensano i polacchi attraverso il mezzo più “verace” e senza filtri, i commenti in rete.

Prima di addentrarci nel discorso vero e proprio dobbiamo fissare dei punti per orientarci: il presidente della repubblica in Polonia resta in carica cinque anni ed è prevista la possibilità di un secondo mandato. L’elezione è diretta e premia il candidato con la maggioranza assoluta dei voti validi, se non la si raggiunge è previsto un turno di ballottaggio.
L’ordinamento polacco è quello di una repubblica parlamentare non molto dissimile dalla nostra dove al presidente della repubblica -detta in soldoni- spettano gli stessi compiti del suo corrispettivo italiano se non per un potere di veto sulle proposte di legge (ma facilmente aggirabile dal parlamento) e per un articolo della costituzione che gli consente di farsi portatore di proposte di legge. Si tratta dunque di una figura politica un po’ meno neutrale di quella che siamo abituati a conoscere nel nostro sistema civico e per questo motivo la sua elezione è più sentita.

Il voto, previsto per il 5 maggio, vedrà sfidarsi otto candidati. I più importanti sono loro:

Bronisław Komorowski, oltre che essere il capo dello Stato uscente, è un importante esponente del partito che oggi esprime il governo del Paese, Platforma Obywatelska, ed è di ieri la notizia ufficiale della sua candidatura per un secondo mandato, notizia per la verità molto attesa e quasi scontata.  Nonostante sia il favorito d’obbligo delle prossime presidenziali in Polonia, non mancano affatto i suoi detrattori, a volte persino feroci.
L’insofferenza di molti nei confronti delle politiche liberiste di PO si riflette sul presidente uscente accusato di “correità” rispetto ad alcuni impopolari provvedimenti presi dal governo come l’innalzamento dell’età pensionabile. L’ufficializzazione della sua candidatura ha ottenuto molti successi, sulla sua pagina facebook fioccano i messaggi d’auguri e le dichiarazioni di voto in suo favore, mentre qualcuno lamenta la cancellazione di commenti critici. In realtà alcuni si ritrovano piuttosto facilmente:

presidenziali in Polonia commento 1Ha portato la Polonia alla povertà e spero che arriverà il momento in cui ne dovrà rendere conto, lei e tutta la banda di papaveri” dice uno di questi “parla del popolo, ma cosa ha fatto di buono per il popolo?? Sarebbe meglio che si dimettesse e andasse a farsi una meritata vacanza in Israele e lasciasse la Polonia in pace perché questo Paese non ce la fa più, i prossimi brogli non passeranno e ci saranno altri morti per la sua stupidità“.

Commenti come questo si trovano ovunque -sulle pagine ufficiali di quotidiani e magazine, ad esempio. Ma sono poche -per quanto vivaci- le posizioni così aspre contro Bronisław Komorowski che è il candidato favorito a vincere queste elezioni presidenziali in Polonia e a conquistare il secondo mandato. Non solo perché rassicura i “moderati”, ma anche perché le altre candidature non rilevano spropositati consensi.

Janusz Palikot si candida alle presidenziali con labili speranze di farcela, il fondatore del movimento che un tempo portava il suo nome e che ora si chiama -meno personalisticamente- Twój Ruch (“Il tuo movimento”) è in caduta libera di consensi, ma la sua figura resta un caposaldo di speranza per l’elettorato di sinistra, soprattutto quello attento ai temi dei diritti civili e della laicità -tema piuttosto scottante in Polonia.

Un nuovo centro-sinistra guidato da Palikot sarebbe un’ottima idea! Vogliamo un centro-sinistra modepresidenziali in Polonia commento 2rno come nei Paesi dell’Europa occidentale come la SPD tedesca i labour britannici, i liberaldemocratici o i socialisti francesi. Dovrebbe sostituire la SLD come partito maggiore del centro-sinistra polacco

Al di là del grado di approssimazione sulla sinistra europea di questo commentatore, opinioni come queste -moltissime- danno il segnale di quello che rappresenta Palikot per la Polonia, ma è un’aspirazione occidentale che non ha reali basi popolari e infatti le sue percentuali nei sondaggi raramente superano l’8-9 %.

Ogorek presidenziali in Polonia PoloniCultRiuscite a immaginare un partito che apre i suoi congressi cantando l’Internazionale, che sventola le bandiere rosse e che finanzia centri studi su Keynes e contro il liberismo candidare a Presidente della Repubblica un’avvenente biondina star della tv? In Polonia sta succedendo, con il partito SLD (Sojusz Lewicy Demokratycznej, Unione della sinistra democratica) deciso a candidare alla presidenza Magdalena Ogórek. Ovviamente la situazione è un po’ più complessa di come l’abbiamo riassunta in principio, la Ogórek non è esattamente una sgallettata, ma per un Paese abituato ai politici di professione fa comunque scalpore un personaggio venuto dalla “società civile”. Resta una candidatura debole per vari motivi. Il suo infausto cognome (che in polacco significa ‘cetriolo’) riempie il web di commenti facilmente immaginabili e sui quali qui è meglio soprassedere, ma anche l’elettorato organico della sinistra è scettico, se qualcuno apprezza un po’ il tentativo di rinnovamento dell’immagine tentato dal partito, c’è chi sostiene che affidarsi a una figura più mediatica che politica sia un grosso errore. Di sicuro la mossa ha spiazzato molti, ma sembra davvero molto molto goffa.

Last but not least Andrzej Duda, il candidato di PiS, partito guidato da Jarosław Kaczyński e maggiore forza dipresidenziali in Polonia Duda PoloniCult opposizione in parlamento e nel Paese al governo di PO. Difficile descrivere bene PiS, lo si può definire un partito nazionalconservatore e profondamente euroscettico. Nonostante Duda non sia in possesso di una personalità dirompente, i suoi sostenitori su facebook sono molto accaniti ed entusiasti, probabilmente carichi dal fatto che il loro partito nei sondaggi è ormai alla pari o addirittura oltre PO. Questo spiega anche il fatto che sia stato candidato lui e non il leader Kaczyński che è dichiaratamente lanciato verso le elezioni politiche. Tra i commentatori-sbandieratori di Duda non mancano i delusi dall’attuale governo e che sperano di dare un “segnale” con questo voto di dissenso. Il dato più curioso studiando i “feedback” dell’elettorato sui social-network è che molte delle critiche gli vengono da destra per posizioni troppo “moderate” nell’opposizione al governo.

Restano anche gli altri candidati, parecchio staccati nei sondaggi e comunque difficilmente eleggibili, tra cui spicca Janusz Korwin-Mikke -alla sua quinta candidatura alla presidenza- che si è reso noto anche ai media italiani per certe sue uscite “eccentriche” al parlamento europeo; la sua pagina facebook ha un numero abnorme di contatti per cui si potrebbe parafrasare il famoso detto romano sui partitini “c’hanno più bandiere che voti” e difatti il suo pubblico si divide tra reali sostenitori, fanatici complottisti in cerca di spazio mediatico e alcuni professionisti della zuffa sul web. Le sue possibilità di vincere sono irrisorie, ma il modo in cui canalizza opinioni, consensi e dissensi è uno spaccato interessante di quello che succede nella società polacca sempre più spaccata tra la modernità europea, le sue ipocrisie e le paure che porta con sé.

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