La casa di un altro mondo: piccole storie per grandi temi

La casa di un altro mondo

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un cambiamento della letteratura per l’infanzia, che cerca -giustamente- di stare al passo con i tempi e con le trasformazioni della nostra società. Non solo sono nate case editrici specializzate in libri per bambini ma alcune hanno dei cataloghi molto interessanti che toccano tematiche complesse e delicate. Trovo questo passaggio notevole e di grande importanza: con un mondo che diventa sempre più difficile da saper leggere e interpretare, è fondamentale che, fin da piccoli, ci si eserciti ad aprire la mente, lo sguardo e il cuore. Ecco quindi che troviamo libri sull’educazione gender, che parlano di bullismo, di integrazione, di immigrazione…il tutto attraverso immagini colorate, parole semplici perchè poi non servono paroloni per spiegare ai bambini. Sono molto più bravi di noi su certe cose.

Il libro di cui vi parliamo oggi si inserisce proprio in questo filone. La casa di un altro mondo (MondadoriRagazzi) scritto da Małgorzata Strękowska-Zaremba e tradotto in italiano da Raffaella Belletti, affronta una questione complicata, delicata e che ha assolutamente bisogno di trovare il suo spazio: la violenza domestica.

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C’era una volta d’estate… – un tuffo tra le piscine di Varsavia

Durante quest’estate che fa ancora i conti con la pandemia, abbiamo dovuto rivedere le nostre abitudini estive e tornare ad apprezzare ciò che abbiamo più vicino, e magari forse per la prima volta in vita nostra passare le ferie tanto attese in città. Tutto questo mi fa riflettere e fare un salto indietro nel tempo, agli anni ’70-’80 quando la convenzione di Schengen ancora non esisteva e non era così banale fare un viaggio fuori dai confini. Passare le vacanze in città o comunque nel proprio paese era normale e fare anche una semplice gita fuori porta era una festa, un momento conviviale da condividere con parenti, amici, vicini di casa etc.

Nonostante le difficoltà e le routine quotidiane, la gente aveva bisogno di rigenerarsi e svagarsi un po’, e quindi sono state pensate molte attività divertenti, e chi lo dice che una volta ci si annoiava di più?

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Legia Warszawa – i motivi di un dominio

Legia Warszawa

Il Legia Warszawa ha da poco festeggiato la vittoria dell’Ekstraklasa, dimenticando così il passaggio a vuoto del 2019, quando il Piast Gliwice gli soffiò un titolo che sembrava certo superandolo in classifica a un passo dal traguardo. La squadra, allenata dal serbo Aleksandar Vuković, già giocatore e tecnico del club, ha conquistato la quattordicesima affermazione nella massima competizione polacca, raggiungendo così Górnik Zabrze e Ruch Chorzów nella classifica della società più vincenti (14 “scudetti” anche per loro). Si può dire che il calcio, in Polonia, sia tornato alla normalità, perché quello appena messo in bacheca si è trattato del sesto trofeo negli ultimi otto anni per il sodalizio della capitale, capace di imporsi anche nel 2013, nel 2014, nel 2016, nel 2017 e nel 2018. A rompere l’egemonia sono stati solamente il Lech Poznań (nel 2015) e, come detto, il Piast (nel 2019). Alla luce del risultato, due sono le domande da porsi: perché il Legia riesce quasi sempre a imporsi? E ancora: chi potrà spezzare questo dominio?

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Sokrates Starynkiewicz – il generale russo che amava Varsavia

starynkiewicz

Varsavia, primo dicembre 1875. Fa molto freddo, come è lecito aspettarsi da queste parti in una sera di fine autunno. Alla stazione Petersburski è appena arrivato un treno da San Pietroburgo. Quando la locomotiva è ormai ferma e sbuffa gli ultimi aliti di vapore, tra i pochi passeggeri che scendono c’è un uomo dallo sguardo severo, il volto segnato da un paio di occhiali piccoli e ovali, e da un paio di baffi folti che gli coprono le labbra. Sotto il cappotto, su cui ha appuntata l’aquila bicipite, porta una divisa da ufficiale dell’esercito imperiale. Tra i suoi bagagli c’è una valigia piena di documenti, uno dei quali attesta che lui, il maggior generale Sokrat Ivanovič Starynkevič, è stato chiamato a fare le funzioni del sindaco di Varsavia. In fondo al foglio, la firma di Alessandro II Romanov, zar di tutte le Russie.

Ancora non lo sa, ma governerà Varsavia per sedici anni e ci rimarrà per altri dieci, fino alla sua morte nel 1902. Non sa neanche, e di certo non lo immagina, che sarà un amministratore incredibilmente amato. All’epoca è solo un ufficiale russo in pensione, chiamato a governare una città pacificata nel sangue, capitale di una provincia orgogliosamente ribelle. Non parla neanche bene il polacco. Sa solo che da quelle parti il suo nome suonerà Sokrates Starynkiewicz.

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Gdynia – la giovane centenaria del Baltico

Gdynia

Non sempre è facile avere la prospettiva giusta per capire quanto è lungo un secolo. Può aiutare allontanarci dai nostri luoghi consueti e guardare alla costa baltica. Un viaggiatore partito da Danzica e diretto a occidente, nel 1919 avrebbe incontrato un villaggio di pescatori. Poche famiglie, qualche baracca, barche in attesa di prendere il mare. Nello stesso luogo oggi sorge una città di quasi 250.000 abitanti, il più grande centro urbano non capoluogo di regione in Polonia. Parliamo di Gdynia, la giovane regina del Baltico.

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Szombierki Bytom – campioni da favola dalla Slesia

Le favole sportive – se così si può chiamarle – esistono dappertutto. La Polonia non è esclusa da questo ragionamento. Così, esattamente quaranta anni fa, a vincere il campionato nazionale fu un’autentica sorpresa, per quanto la sua crescita fosse sotto gli occhi di tutti. Il 31 maggio del 1980, in virtù del successo dell’Łks Łódź sul Legia Warszawa, a laurearsi campione polacco per la prima e unica volta nella sua storia fu lo Szombierki Bytom, società dell’Alta Slesia. Si festeggiò senza giocare, perché quel risultato diede la certezza aritmetica dell’affermazione dei verdi, club le cui fortune erano collegate allo sfruttamento della miniera di carbone di Szombierki, distretto situato lungo la strada che collega Bytom a Ruda Śląska. Il sito d’estrazione è ormai chiuso dal 1996, ma al tempo era il principale finanziatore della società, situata alla periferia del comune slesiano, in eterna contrapposizione all’altra squadra della città, il Polonia. Se proprio vogliamo fare un paragone all’italiana, è come parlare di Sampdoria contro Genoa.

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Wioletta Greg – Un frutto acerbo

Un frutto acerbo Wioletta Greg

Nata in un paesino della Slesia nei pressi di Częstochowa, la 46enne Wioletta Grzegorzewska ha scelto di abbreviare il proprio cognome per venire incontro alle difficoltà dei lettori anglosassoni nel pronunciarlo. Una decisione controversa, ma che sembra averle dato sinora ragione visto il successo di critica ottenuto Oltremanica tanto dalla sua poesia quanto dalla sua prosa. Avere rinunciato al proprio cognome per le esigenze del mercato editoriale, non ha tuttavia interrotto in alcuna maniera lo stretto legame fra Grzegorzewska e la Polonia. Basti ricordare che l’autrice continua a scrivere e pubblicare in polacco – sia poesia che narrativa – nonostante viva da vari anni in Inghilterra, fra l’Essex e l’isola di Wight.

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Karol Omyła – Storia di un soldato polacco della Grande guerra

Karol Omyła

Lo spazio letterario della prima guerra mondiale ha delle coordinate ben precise. Nonostante non sia mai stata trattata e analizzata quanto la seconda, la Grande guerra conserva un posto nell’immaginario collettivo, costruito anche attraverso diari, romanzi, testimonianze più o meno letterarie.

C’è il ritratto crudo e drammatico che ne ha fatto il tedesco Remarque nel suo Niente di nuovo sul fronte occidentale, o quello ironico e grottesco del ceco Hašek che con Il buon soldato Sc’vèik ha creato evocazioni talmente solide e riconoscibili che persino chi non l’ha mai letto lo riesce a inquadrare. Per non parlare delle raccolte di lettere, i memoriali, i diari e i romanzi più o meno riusciti che di quella guerra tragica raccontano gli aspetti patriottici e i grandi panorami internazionali, a volte con tono di denuncia, altre volte con lo sguardo edulcorato della prospettiva a distanza.

Nell’ottobre del 2019, l’editore polacco Wydawnictwo literackie ha dato alle stampe il diario di un soldato della Grande guerra. Il titolo suona più o meno così: “Breve storia di un soldato qualsiasi della guerra europea” (Krótki życiorys pewnego żołnierza z wojny europejskiej), dove la guerra europea è ovviamente la prima guerra mondiale e il soldato qualsiasi è Karol Omyła, un sottufficiale polacco dell’esercito asburgico. È un diario straordinariamente interessante per la prospettiva che pone e il modo di raccontare le vicende.

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